La chiamano la CIG autonomi, perché prende vita per dare ai liberi professionisti una tutela simile a quella dei lavoratori dipendenti. A partire dal 2021, anche chi ha una partita IVA, in caso di crisi ha diritto a una sorta di cassa integrazione.

In questa guida completa sull’ISCRO per partite IVA ti spiego cos’è e come funziona, quali sono i requisiti per averne diritto, come fare domanda, qual è l’importo e come calcolare quanto ti spetta, a partire da quando ti spetta e infine come ricevere gli arretrati.

Cos’è e come funziona

ISCRO é l’acronimo di Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa. Può essere paragonata alla CIG che percepiscono i lavoratori dipendenti: é infatti un’indennità rivolta ai titolari di partita IVA che si trovano in difficoltà.

Questa indennità arriva dopo anni e anni di richieste da parte dei lavoratori autonomi, che in caso di crisi non hanno mai avuto gli stessi aiuti che l’INPS eroga a chi ha un lavoro da dipendente.

Per partite IVA

L’ISCRO, innanzitutto, bisogna chiarire che è destinato solo ai lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata INPS. Se quindi sei iscritto alla Gestione Commercianti, non ne hai diritto purtroppo.

L’ISCRO esclude un’altra fetta di professionisti: quelli iscritti a casse previdenziali private. Dunque avvocati, medici, giornalisti, non ne hanno diritto.

Ricapitolando, hai diritto all’ISCRO solo se sei iscritto all’INPS gestione separata. Non ne hai diritto se sei iscritto a:

  • Gestione commercianti INPS;
  • Casse previdenziali private (medici, avvocati, ecc.).

Requisiti

Hai diritto all’ISCRO INPS solo se possiedi i seguenti requisiti:

  • Sei titolare di partita IVA e sei iscritto alla Gestione Separata INPS. Se non sei iscritto all’INPS, non ne hai diritto. Si pensi ad esempio a coloro che oltre alla Partita IVA hanno un lavoro a tempo indeterminato full time. In tal caso non c’è obbligo di pagare i contributi INPS anche per la partita IVA, quindi molti decidono di non iscriversi. In tal caso non hai diritto ad alcuna copertura INPS, anche se sei un lavoratore autonomo;
  • Sei in regola con il pagamento dei contributi INPS;
  • Sei iscritto all’INPS da almeno 4 anni;
  • Non percepisci pensione da altre casse previdenziali;
  • Non sei assicurato presso altre casse previdenziali obbligatorie;
  • Non percepisci reddito di cittadinanza.

Requisiti reddituali

Oltre ai requisiti appena esposti, ci sono anche quelli reddituali. Hai diritto all’ISCRO solo se nell’anno precedente alla domanda:

  1. Hai avuto un reddito non maggiore di 8.145 euro lordi. Nel calcolo rientra non solo il reddito della tua attività da lavoro autonomo, ma tutti gli altri redditi (per esempio retribuzione da lavoro dipendente, da case che hai affittato, ecc.);
  2. Il reddito da lavoro autonomo é stato minore del 50% della media aritmetica dei tre anni prima dell’anno precedente a quello di richiesta.

Siccome a primo impatto non è facile da capire, per evitare di scervellarti ti facciamo tre esempi concreti, che ti faranno capire come calcolare questo requisito.

Esempio 1

Supponiamo che nel 2022 la tua attività entri in crisi: hai intenzione di chiedere l’ISCRO INPS. L’anno precedente (2021), hai avuto un reddito complessivo di 4.000 euro: il primo requisito ce l’hai (reddito anno precedente inferiore a 8.145 euro).

Ora vediamo il secondo requisito, ossia il tuo reddito da lavoro autonomo dell’anno precedente alla domanda é stato minore del 50% della media dei tre anni precedenti l’anno precedente a quello di presentazione della richiesta.

Se quindi fai domanda di ISCRO nel 2022, devi confrontare il reddito 2021 con i redditi conseguiti negli anni 2020, 2019, 2018. Supponiamo che in tali anni tu abbia conseguito i seguenti redditi:

  • 2020 = 10.000 euro;
  • 2019 = 9.800 euro;
  • 2018 = 20.000 euro.

Fai la media di questi tre importi, che è pari a 13.266,66 euro -> Dati da (10.000+9.800+20.000) : 3 <- Media aritmetica.

La metà di 13.266,66 euro è pari a 6.633,33 euro. Ora confronta questo importo con il tuo reddito 2021, ossia l’anno precedente alla presentazione della domanda ISCRO.

-> Nel 2021 hai avuto un reddito di 4.000 euro, che è minore di 6.633,33 euro. Quindi hai diritto all’ISCRO!

Esempio 2

Supponiamo che nel 2023 la tua attività entri in crisi: hai intenzione di chiedere l’ISCRO INPS. L’anno precedente (2022), hai avuto un reddito complessivo di 8.000 euro: il primo requisito ce l’hai (reddito anno precedente inferiore a 8.145 euro).

Ora vediamo il secondo requisito, ossia il tuo reddito da lavoro autonomo dell’anno precedente alla domanda é stato minore del 50% della media dei tre anni precedenti l’anno precedente a quello di presentazione della richiesta.

Se quindi fai domanda di ISCRO nel 2023, devi considerare i redditi conseguiti negli anni 2021, 2020, 2019 e confrontarli con il reddito 2022. Supponiamo che in tali anni tu abbia conseguito i seguenti redditi:

  • 2021 = 20.000 euro;
  • 2020 = 9.000 euro;
  • 2019 = 1.000 euro.

Fai la media di questi tre importi, che è pari a 10.000 euro -> Dati da (20.000+9.000+1.000) : 3 <- Media aritmetica.

La metà di 10.000 euro è pari a 5.000 euro. Ora confronta questo importo con il tuo reddito 2022, ossia l’anno precedente alla presentazione della domanda ISCRO.

-> Nel 2022 hai avuto un reddito di 8.000 euro, che è maggiore di 5.000 euro. Quindi NON hai diritto all’ISCRO!

Esempio 3

Supponiamo che nel 2023 la tua attività entri in crisi: hai intenzione di chiedere l’ISCRO INPS. L’anno precedente (2022), hai avuto un reddito complessivo di 15.000 euro. Ti manca già il primo requisito, ossia (reddito anno precedente inferiore a 8.145 euro). Non hai diritto all’ISCRO.

Domanda

La domanda va presentata all’INPS esclusivamente con mezzi telematici. Devi quindi possedere il PIN dispositivo INPS e la procedura è guidata. In alternativa, puoi presentare domanda tramite un CAF oppure tramite il tuo commercialista.

La domanda devi presentarla entro il 31 ottobre di ogni anno. Nella richiesta devi anche autocertificare i redditi dei 4 anni precedenti. L’INPS, una volta ottenuti tali dati, li gira all’Agenzia delle Entrate, che controllerà che corrispondano a verità.

Una volta che l’Agenzia ha effettuato i controlli, ne comunica l’esito all’INPS, che può erogarti la prestazione.

Importo

L’indennità ISCRO è pari al 25% su base semestrale dell’ultimo reddito che hai presentato all’Agenzia delle entrate.

Limite minimo e limite massimo. L’ISCRO non può essere inferiore a 250 euro al mese e non può superare gli 800 euro al mese.

Vediamo come si calcola con un esempio concreto.

Calcolo importo ISCRO partite IVA: esempio

A marzo 2022 presenti domanda per l’ISCRO. Per il calcolo dell’importo a cui hai diritto, devi considerare quindi la dichiarazione dei redditi del 2021.

Supponiamo che nel 2021 tu abbia dichiarato 8.000 euro. Siccome l’ISCRO si calcola su base semestrale, devi fare 8.000 / 2 = 4.000 euro.

Ora calcola il 25% di 4.000, che è pari a 1.000 euro.

Ti spettano 1.000 euro di ISCRO, erogati non tutti insieme, ma mese per mese, quindi 1.000 / 6 = 166,66 euro.

Siccome sei al di sotto dell’importo minimo, riceverai non 166,66 euro di ISCRO, ma 250 euro al mese.

Se il risultato fosse stato per esempio 300 euro, avresti avuto diritto a 300 euro al mese. Se fosse stato 900 euro, avresti avuto diritto a 800 euro al mese (limite massimo).

Attenzione

Puoi chiedere l’ISCRO una sola volta in tre anni. Se quindi la chiedi nel 2022, non puoi più chiederla nel 2023 e nel 2024.

L’indennità ISCRO non fa reddito. Inoltre durante il periodo in cui percepisci l’ISCRO, l’INPS non ti accredita contributi figurativi.

Arretrati

Hai diritto all’ISCRO a partire dal giorno che segue la tua domanda. Quindi se per esempio fai domanda il 3 marzo, ma ottieni il primo accredito a giugno, l’INPS non deve pagarti solo giugno, ma anche i mesi di marzo, aprile e maggio.

Gli arretrati solitamente arrivano in modo automatico, senza alcuna richiesta. Se non li ricevi, contatta l’INPS.