Finalmente ce l’hai fatta: dopo anni di studio e mesi di concorso, sei riuscito a diventare un dipendente pubblico nel settore che ti interessava. Dopo qualche mese di lavoro ti sei però ammalato e hai necessità di stare a riposo per tornare in forze. Sei nuovo e non conosci ancora i tuoi diritti per rimanere in malattia? Non preoccuparti.

In questa guida sul periodo di malattia per dipendenti pubblici ti spiego come funziona l’assenza, che cos’è il periodo di comporto, come funziona la diminuzione dello stipendio e con quali scaglioni è fatta, quali sono gli orari di visita fiscale in cui devi farti trovare a casa, dunque come funziona l’accumulo di ferie e cosa fare in caso di malattia dei figli.

Assenza

La normativa nazionale e il CCNL regolamentano le assenze dei dipendenti statali, le ferie concesse, l’aspettativa, la retribuzione prevista per il ruolo e la decurtazione dello stipendio nei giorni di infermità.

I lavoratori statali assunti a tempo indeterminato possono assentarsi dal lavoro per malattia per un totale tre anni (36 mesi). Tale limite temporale, detto “periodo di comporto” si suddivide in:

  • Un anno e mezzo (18 mesi) frazionabile: Il dipendente ha diritto a mantenere il posto di lavoro. La retribuzione però non é standard, ma dipende dalla lunghezza del periodo di assenza.
  • Un ulteriore anno e mezzo (18 mesi): non retribuito e non frazionabile. Questo però non vuol dire che se il dipendente si ammala e guarisce prima dei 18 mesi non può tornare al lavoro. Ovviamente se il dipendente guarisce può tornare a prestare servizio; nel caso dovesse riammalarsi in seguito, si applicheranno nuovamente le regole generali.

Cosa succede dopo 3 anni

Se la malattia si protrae oltre i tre anni e il dipendente viene dichiarato da medico competente non più idoneo a quella mansione, può essere adibito ad altra mansione per cui invece risulta idoneo. Inoltre, solo con il consenso del dipendente, può essere impiegato anche in mansioni inferiori.

Periodo di comporto

Per i dipendenti pubblici il periodo di comporto é pari a 18 mesi (in cui spetta una retribuzione variabile). Superato questo limite, se non sei ancora in grado di tornare in servizio, puoi chiedere altri 18 mesi durante i quali non percepirai però alcuna retribuzione.

Il periodo di comporto si calcola partendo dall’ultima assenza per patologia e andando nei tre anni anteriori, per accertare che non sia stato superato il limite di 18 mesi.

Secondo un buon numero di sentenze della Cassazione, é possibile sospendere il periodo di comporto imputando l’assenza ad altro titolo (per esempio a giorno/i di ferie, purché tali ferie siano chieste e usufruite prima che scada il periodo di comporto.

Non é un diritto assoluto usufruire di ferie (o altro titolo) per sospendere il comporto: l’amministrazione pubblica può infatti rifiutare questa richiesta e rimandarla. Tuttavia, al termine del periodo di comporto, il dipendente ha diritto di usufruire di tutte le ferie maturate e non godute a patto che le chieda prima della scadenza del comporto.

Decurtazione stipendio

Se sei a casa per malattia non hai sempre diritto al 100% della retribuzione. La riduzione dello stipendio dipende infatti dalla quantità di assenze dal lavoro, secondo queste regole:

  • 100% dello stipendio per i primi 9 mesi di assenza;
  • 90% dello stipendio per i tre mesi successivi;
  • 50% dello stipendio per i sei mesi successivi;
  • 0% dello stipendio per gli altri eventuali 18 mesi.

Esempio

Supponendo uno stipendio di 1.000 euro mensili e un periodo di assenza per malattia pari a 23 mesi, hai diritto a queste percentuali di stipendio: il 100% (quindi 1.000 euro al mese) per i primi 9 mesi; il 90% (quindi 900 euro) per i tre mesi successivi; il 50% (quindi 500 euro) per i sei mesi successivi. Infine, per i restanti cinque mesi non hai diritto ad alcuna retribuzione.

Attenzione

I primi 9 mesi non sono retribuiti tutti al 100%. Per i primi 10 giorni di assenza (non obbligatoriamente di seguito, ma anche frazionati) infatti, spetta una retribuzione che comprende solo il trattamento economico minimo.

 

Vanno conseguentemente sottratte tutte le indennità o competenze aggiuntive (tranne in caso di ricovero in ospedale, malattia per causa servizio o malattia che necessita cure di primaria importanza, per i quali é prevista la retribuzione intera).

Orari visita fiscale

Se sei un dipendente pubblico in malattia, potresti essere soggetto a dei controlli INPS, per i quali devi rispettare le seguenti fasce orarie di reperibilità:

  • Dalle ore 9 alle 13;
  • Dalle ore 15 alle 18.

Attenzione

Questi orari di reperibilità vanno rispettati tutti i giorni, sabato e domenica compresi.

Sei esonerato dall’obbligo di reperibilità solo in specifici casi:

  • Quando l’assenza dal tuo domicilio é dovuta a visite mediche, esami, terapie, prestazioni specialistiche, purchè l’assenza sia supportata da certificato medico che confermi la prestazione. Va bene il certificato di un medico del SSN ma anche quello di un medico privato.
  • Quando l’assenza é dovuta a un infortunio sul lavoro, a una malattia per causa di servizio, a una malattia correlata a una tua invalidità già riconosciuta oppure a una malattia per la quale occorrono terapie salvavita (quindi per esempio emodialisi, terapie per HIV, chemioterapia per tumore, cancro o altre patologie che richiedono tale terapia)..

Ferie

Durante il periodo di malattia hai diritto a maturare giorni di ferie, che ti saranno regolarmente conteggiate all’interno della busta paga.

Figli

Se ad ammalarsi non sei tu ma tuo figlio, hai diritto ad assentarti dal lavoro per:

  • Tutto il periodo di malattia del figlio se ha un’età compresa tra 0 e 3 anni;
  • Soli 5 giorni all’anno se tuo figlio ha un’età superiore a 3 anni fino a 8 anni compiuti.

A partire dal giorno successivo al compimento degli 8 anni del bimbo, non hai più diritto a dei giorni di assenza per malattia di tuo figlio (ovviamente puoi comunque chiedere di assentarti chiedendo ferie, ROL, ecc.).

Cosa fare

In caso di malattia del figlio, devi recarti dal medico del servizio SSN e chiedere il certificato. Il medico invia all’INPS il certificato, mentre tu devi inviare al tuo datore di lavoro (via email o per telefono) solo il codice identificativo del certificato.

Durante il periodo di assenza per malattia del figlio non hai diritto a retribuzione ma, se sia tu che il tuo coniuge siete entrambi dipendenti pubblici, ogni anno avete diritto a 30 giorni cumulativi (quindi non 30 giorni ognuno ma in totale) interamente retribuiti in caso di malattia del figlio.