Ci sono alcune categorie di professioni che sono esposte a determinati agenti potenzialmente patogeni. Così come ce ne sono altre che, per la particolarità del lavoro da svolgere, necessitano di sforzi che possono portare disturbi vari. Proprio per tutelare i lavoratori è stato istituito l’INAIL.

In questa guida completa sulla malattia professionale te ne fornisco la definizione, cosa dice la normativa al riguardo, quali sono le malattie tabellate e cosa fare in caso di malattia non tabellata, come fare la denuncia INAIL per chiedere il riconoscimento della patologia ed infine quali benefici sono riconosciuti in base alla percentuale di danno biologico.

Definizione e normativa

Cosa si intende

Per malattia professionale si intende un’infermità causata dal tipo di mestiere che si svolge o dall’ambiente lavorativo. Bisogna prima di tutto chiarire la differenza da infortunio: quest’ultimo è un evento immediato, un incidente che causa un trauma o dei danni al lavoratore, avviene all’improvviso e che non necessariamente è strettamente legato all’attività lavorativa. La malattia professionale invece si sviluppa nel corso del tempo a causa di alcuni fattori specifici presenti nell’ambiente lavorativo.

Esempio

Un lavoratore, mentre si reca al primo piano dove si trova il suo ufficio, cade dalle scale: questo è un infortunio sul lavoro

Esempio

Un lavoratore è costretto a operare a contatto con l’anidride solforosa: nel corso del tempo sviluppa una congiuntivite. È una malattia professionale perché causata dal contatto con l’anidride solforosa.

Malattie professionali e infortuni sul lavoro sono disciplinati dal Testo Unico approvato con DPR n.1124/1965 e successivo modifiche e integrazioni.

Scarica subito il Testo Unico sulle malattie professionali e gli infortuni sul lavoro

Diritti

In caso di malattia professionale hai diritto a prestazioni:

  1. Mediche;
  2. Di riabilitazione;
  3. Economiche.

Se hai contratto una malattia professionale, devi denunciare la malattia all’azienda entro 15 giorni dal giorno in cui appare: in questo modo otterrai un indennizzo che parte dal giorno in cui la malattia si è manifestata. Questo non significa che oltre 15 giorni non puoi più denunciarla: semplicemente se la denunci oltre 15 giorni, l’indennizzo parte dal giorno della denuncia e non dal giorno in cui la malattia si è manifestata.

Malattie

Innanzitutto bisogna fare un’importantissima differenza: la legge tratta separa in modo diverso professionali tabellate e non tabellate:

  1. Malattie tabellate: se contrai una malattia che è presente nella tabella, allora non devi comprovare nulla all’INAIL, si presume immediatamente che sia causata dal lavoro;
  2. Malattie non tabellate: se contrai una malattia che non è presenta nella tabella, ciò non significa che tu debba rinunciare ai tuoi diritti. Significa che puoi avviare l’iter per il riconoscimento della malattia professionale, ma devi riuscire a dimostrare che sia stato proprio il tuo lavoro a causare quella patologia.

Le malattie professionali riconosciute sono indicate dall’art. 134 del T.U. n.1124/65: in questo caso la malattia è riconosciuta subito come contratta a causa dell’attività lavorativa. Al massimo l’Inail deve dimostrare hai contratto quella patologia a cause che non dipendono assolutamente dal lavoro.

L’elenco indicato nel T.U. è tassativo: le malattie tabellate sono quelle e solo la legge può aggiungerne altre. Se quindi contrai una malattia non compresa nelle tabelle, devi provare all’INAIL che è stata causata dal tuo impiego.

Malattie professionali tabellate e non tabellate

Le malattie professionali si distinguono in tabellate e non tabellate. Le malattie professionali si dicono “tabellate” se sono:

  1. Contenute nella tabella predisposta dal Ministero del Lavoro;
  2. Provocate da agenti o azioni indicate nella tabella. Per esempio: se hai contratto l’osteofluorosi ma non lavori a contatto con fluoro o altri composti organici, allora la malattia non è professionale;
  3. Denunciate entro uno specifico periodo conteggiato dal momento in cui cessi l’attività rischiosa (che sia per licenziamento, dimissioni o semplicemente perché vieni spostato ad altra mansione non più rischiosa). È chiaro che se stai ancora lavorando a un’attività connessa a quel rischio, tale periodo non è ancora cessato e quindi puoi comunque fare subito la denuncia.

Cosa succede

Una volta denunciata la patologia, puoi trovarti in due situazioni:

  1. Se la patologia è tabellata e tu sei adibito a quella mansione indicata in tabella o lavori a contatto con quegli agenti, la legge presume che la malattia è causata dalla mansione (presunzione legale d’origine).
  2. Se invece la malattia non rientra nelle tabelle, la procedura per farla riconoscere come malattia professionale è più complessa, ma non impossibile: devi essere tu a dimostrare che il lavoro l’ha causata (Corte Costituzionale sentenza n. 179/1988). Tuttavia, una sentenza del 21 aprile 2017 del Giudice del Lavoro di Ivrea ha sancito che il lavoratore non deve provare lo stretto nesso di causalità tra lavoro e patologia, ma è sufficiente la mera probabilità che possa esservi un rapporto di causa-effetto. Ne consegue che la differenza tra malattie tabellate e non tabellate è stata molto ridotta, a vantaggio del lavoratore malato.

Tabelle

Ecco la tabella della malattie professionali aggiornata dal Ministero del Lavoro con il D.M. del 10 giugno 2014. Le tabelle delle malattie professionali sono composte da tre liste:

  • Lista I: elenco di malattie la cui causa lavorativa è molto probabile;
  • Lista II: elenco di malattie la cui causa lavorativa è in parte probabile;
  • Lista III: elenco di malattie la cui causa lavorativa è presumibile.

Scarica subito il PDF completo della tabella di tutte le malattie professionali.

Nelle liste possiamo trovare le seguenti patologie, tutt’altro che rare:

  • Morbo Dupuytren, è indicata nella lista III;
  • Sindrome di De Quervain, è indicata nella lista I;
  • Ernia discale e lombare, è indicata nella lista I;Tunnel carpale, è indicata nella lista I.

Non troviamo invece altre patologie, come la rizoartrosi alla mano, la spondilosi, l’ernia discale cervicale. Queste ultime dunque sono patologie difficili da far riconoscere come malattie professionali ma, anche in questo caso, se il lavoratore riesce dimostrare di aver contratto la patologia a causa del lavoro, può ottenere tutti i diritti spettanti.

Il decreto legislativo 38/2000 sancisce infine l’obbligo di rivedere e se occorre integrare costantemente le tabelle delle malattie professionali, allo scopo di inserire patologie con possibile causa lavorativa. A tale scopo, il decreto ha istituito un Registro delle malattie causate dal lavoro, tenuto dall’INAIL, a cui possono accedere tutti gli organismi competenti.

Denuncia

Cosa fare

Se pensi di aver contratto una malattia professionale, devi innanzitutto rivolgerti al tuo medico di famiglia. Il dottore a questo punto, se sospetta che la malattia sia causata da lavoro procede a:

  1. Compilare e consegnarti il primo certificato di malattia professionale;
  2. Se si tratta di una particolare malattia indicata dal Ministero del Lavoro, invia la denuncia/segnalazione alla DPL competente (Direzione Provinciale del Lavoro), all’INAIL e all’autorità giudiziaria.

A questo punto, una volta ottenuto il certificato medico, hai 15 giorni di tempo per inviarlo al tuo datore di lavoro, tramite raccomandata A/R: in questo modo l’indennizzo che percepirai sarà conteggiato dal giorno della scoperta della malattia. Se lo invii dopo 15 giorni, allora l’indennizzo parte dal giorno di invio della raccomandata.

Procedura

Il datore di lavoro, una volta ricevuto il certificato, entro 5 giorni presenta a sua volta una denuncia all’INAIL. Solitamente poi l’INAIL chiede all’azienda di compilare un apposito questionario di approfondimento ed inizia quindi l’istruttoria: tu a questo punto non devi far altro che attendere il riconoscimento della malattia professionale.

Scarica subito il modulo fac simile compilabile per la denuncia all’INAIL.

Scarica subito il modulo fac simile compilabile di denuncia per silicosi/asbetosi.

Se l’esito è positivo, l’INAIL chiede al datore di lavoro di compilare un modulo con i tuoi dati anagrafici e retributivi. Il datore di lavoro chiederà anche a te di compilarlo, poiché devi indicare tuoi dati anagrafici e decidere dove ricevere l’indennizzo INAIL: al tuo domicilio oppure presso il datore di lavoro (art. 70 D.P.R. n. 1124/1965).

Dopo cessazione lavoro

Una malattia causata dalle condizioni di lavoro non è detto che insorga immediatamente, può presentarsi anche molti anni dopo la cessazione dell’attività lavorativa. Per alcune patologie l’INAIL prevede il cosiddetto “periodo massimo di indennizzabilità“: significa che affinché sia riconosciuta come malattia professionale, l’ex dipendente deve denunciarla entro un preciso periodo di tempo, detto appunto “periodo di indennizzabilità”.

Scarica subito l’elenco completo delle patologie e dei periodi di indennizzabilità.

Per quanto riguarda invece la procedura di attivazione presso l’INAIL, siccome non c’è più un datore di lavoro che invii la denuncia, deve provvedervi direttamente l’ex dipendente. Puoi farlo tu stesso tramite lo sportello INAIL online, oppure puoi farti aiutare da un CAF o patronato della tua città.

Riconoscimento

Se sei attualmente dipendente dall’azienda, entro due settimane dalla visita medica che attesta la malattia professionale, devi inviare il certificato al tuo datore di lavoro, affinché possa avviare l’iter per il riconoscimento della patologia e quindi dell’indennizzo a cui hai diritto.

Se sei un ex dipendente, qualunque sia il motivo (dimissioni, licenziamento, cessazione del lavoro…) allora puoi inviare tu stesso la pratica all’INAIL. Puoi farti aiutare da un CAF.

Benefici e percentuali

Se a causa della malattia professionale non puoi recarti al lavoro, l’INAIL ti corrisponde un’indennità giornaliera pari a:

  • Il 60% della paga quotidiana per i primi tre mesi;
  • Il 75% della paga quotidiana a partire dal 91° giorno fino al giorno della guarigione completa.

Danno biologico

Se la malattia professionale ti ha causato un danno biologico, ossia una menomazione fisica o psichica, hai diritto a un:

  • Indennizzo in capitale, ossia a un risarcimento una tantum, se il danno biologico si attesta tra il 6 e il 15%. L’importo è calcolato in base alla “Tabella indennizzo danno biologico in rendita” (D.M. 12 luglio 2000);
  • Indennizzo in rendita, ossia a una rendita mensile, se il danno biologico è compreso tra il 15 e il 100%. L’importo è calcolato in base alla “Tabella delle menomazioni” (D.Lgs. 38/2000).

In caso di danno biologico inferiore al 6%, l’INAIL non riconosce alcun indennizzo.