Ci sono mansioni e professioni che, per le loro caratteristiche, espongono il lavoratore al rischio di contrarre specifiche malattie professionali. Il datore di lavoro deve proteggere i lavoratori adottando tutte le misure di sicurezza previste dalla legge, per tutelare salute fisica e personalità morale.
In questa guida completa ti spiego quali sono le malattie professionali, cosa comporta la distinzione tra malattie tabellate e non, cosa rischia l’azienda, qual è la sua responsabilità, come avviare l’iter per ottenere l’indennizzo da parte dell’INAIL e in cosa consiste.
Indice
Quali sono le malattie professionali
Per malattia professionale si intende una patologia contratta a causa della propria posizione lavorativa, della specifica mansione svolta oppure dall’ambiente di lavoro. La legge prevede due tipologie di malattie professionali:
- Malattie presenti in apposita tabella. Sono malattie professionali espressamente riconosciute dalla legge. Se il lavoratore contrae una di queste malattie, non ha bisogno di dimostrare la causa malattia-lavoro: il rapporto è già riconosciuto dalla legge. Da questa pagina del sito INAIL puoi scaricare la tabella.
- Malattie non presenti in tabella. Significa che, se a causa del lavoro, il dipendente contrae una determinata patologia non compresa nel suddetto elenco, può comunque ottenere il riconoscimento della stessa come malattia professionale e dunque godere dei benefici, dei vantaggi correlati, quali ad esempio il risarcimento del danno. Per ottenerli però, deve dimostrare il nesso tra malattia e lavoro.
Ricapitolando dunque, per le malattie tabellate il lavoratore non ha bisogno di dimostrare il nesso tra lavoro e malattia, perché la legge lo riconosce automaticamente. In caso di malattie non tabellate, l’onere della prova spetta al lavoratore.
Si tratta quindi del primo svantaggio a carico del lavoratore: se contrae una malattia non tabellata, per ottenere il dovuto risarcimento deve dimostrare di averla contratta a causa del lavoro.
Cosa deve sapere il datore di lavoro
Ecco cose che deve sapere il datore di lavoro:
- La malattia, che sia presente in tabella o meno, è indennizzata dall’INAIL, tranne che per i primi tre giorni di malattia, se essa è temporanea. Se quindi si tratta di una malattia non definitiva, i primi tre giorni deve indennizzarli l’azienda, i successivi li paga l’INAIL. Se invece la malattia produce inabilità permanente, allora se ne fa carico subito l’INAIL, dal primo giorno.
- Il datore di lavoro deve tutelare l’integrità fisica dei lavoratori, mettendo in atto tutte le misure di sicurezza, preventive e protettive;
- Se la malattia professionale del lavoratore è causata da mancata o errata applicazione delle misure di sicurezza e prevenzione, allora il datore di lavoro ne risponde. Se la malattia professionale del lavoratore dipende da una sua negligenza o scorrettezza, il datore di lavoro non è responsabile.
Cosa rischia l’azienda
Come spiegato nel paragrafo precedente, se il datore di lavoro ha messo in atto correttamente le misure di sicurezza e preventive, in caso di malattia professionale ne risponde:
- L’INAIL, se l’inabilità al lavoro che risulta dalla malattia, è definitiva. L’INAIL ne risponde sin da subito;
- Il datore di lavoro per i primi tre giorni di malattia, per gli eventuali successivi l’INAIL, se si tratta di malattia professionale temporanea. Inoltre, se il CCNL lo prevede, il datore di lavoro deve corrispondere un’integrazione all’indennità INAIL. Ricapitolando quindi, se l’inabilità derivante dalla malattia è temporanea, allora il datore di lavoro paga al lavoratore i primi tre giorni di assenza, poi paga l’INAIL. Se il CCNL lo prevede, deve pagare una quota aggiuntiva al lavoratore, a integrazione dell’indennità INAIL.
Responsabilità civile dell’azienda
Se il datore di lavoro non ha messo in atto le misure di sicurezza e preventive per tutelare la salute fisica e la personalità morale del lavoratore, ne è responsabile (art. 2087 c.c.) e dunque può essere chiamato a risarcire il lavoratore.
Il datore di lavoro stipula un’assicurazione contro infortuni e malattie professionali (assicurazione obbligatoria, sancita dall’articolo 38 della Costituzione, comma 2).
L’azienda non è responsabile per la malattia professionale del lavoratore se:
- L’ha causata il lavoratore stesso, a causa di suo dolo, negligenza o condotta che non collegata allo svolgimento dell’attività lavorativa;
- Il tribunale riconosce una responsabilità penale in capo ad altri soggetti.
La denuncia di malattia professionale
Il lavoratore che contrae la malattia professionale, per ottenere benefici e diritti legati al suo stato, deve presentare una denuncia all’INAIL. Ecco quali sono gli step:
- Entro 15 giorni dal momento in cui si manifesta la malattia professionale, deve darne comunicazione al datore di lavoro;
- Il datore di lavoro a questo punto, entro 5 giorni dalla ricezione della comunicazione, deve inviare denuncia all’INAIL, nello specifico alla sede INAIL dove ha il domicilio il lavoratore. In caso di ritardo della denuncia (oltre i 5 giorni), il datore di lavoro va incontro a pesanti sanzioni amministrative;
- Una volta che l’INAIL riceve la denuncia, avvia l’iter per verificare l’effettiva sussistenza della malattia, se è una malattia tabellata oppure no e in quest’ultimo caso il lavoratore deve dimostrare il nesso causale tra malattia e lavoro;
- Se l’INAIL conferma tutto, riconosce la malattia come professionale ed eroga la prestazione economica al lavoratore.
La prestazione economica consiste di solito in:
- Un pagamento in un’unica soluzione;
- Oppure una rendita mensile.