Come funzionano le prestazioni occasionali? Occorre emettere fattura? E per quanto riguarda la marca da bollo, va apposta oppure le fatture sono esenti? Cominciamo col dire che, le collaborazioni occasionali sono quelle prestazioni lavorative, il cui reddito netto non supera i 5000 euro annui.
Le prestazioni occasionali, come tutti gli altri redditi, vanno dichiarate (nel Modello 730 o nel Modello Unico). Si parla spesso di “fatturare” anche relativamente alle prestazioni occasionali. In realtà per le prestazioni occasionali non si emette fattura, ma un documento chiamato “Ricevuta per prestazione occasionale”.
La ricevuta deve riportare i dati del committente, i nostri, indicare l’importo lordo, la ritenuta d’acconto applicata (pari al 20%) e l’importo netto percepito. A questo link un fac simile di ricevuta con ritenuta d’acconto. Se l’importo della ricevuta supera i 77,47 euro, dovremo apporre una marca da bollo di 1,81 euro.
Noi, alla fine del lavoro (o a fine mese, secondo gli accordi con il datore di lavoro), dovremo consegnare la ricevuta al nostro committente. Sarà quest’ultimo a occuparsi del versamento dell’imposta pagata (20% del lordo, ovvero la ritenuta d’acconto) al Fisco (ecco perchè il datore di lavoro si chiama anche sostituto d’imposta).
Entro febbraio dell’anno successivo il committente rilascerà una certificazione attestante i redditi percepiti e la ritenuta versata. Noi potremo utilizzare la certificazione (o le certificazioni ricevute, se abbiamo avuto più committenti), per fare la dichiarazione dei redditi.