Se in malattia e speri che questo sia il tuo ultimo periodo di lavoro: speri che il tuo datore di lavoro decida di licenziarti. Inutile fare i moralisti: può capitare a chiunque di non trovarsi bene in un posto di lavoro e di sperare che sia proprio l’azienda a fare il primo passo, il passo che conduce al licenziamento.
In questa guida completa ti spiego quali sono pro e contro del mettersi in malattia per farsi licenziare, quando è possibile, gli aspetti legali, cosa dice la legge in merito, cos’è il periodo di comporto e quando si supera, infine come funziona il licenziamento per assenza e scarso rendimento aziendale.
Indice
NASpI
Il tuo lavoro non ti piace, non ne puoi più. Potresti dare le dimissioni, ma sii sincero: ti dispiace perdere l’indennità di disoccupazione. Se ti dimetti tu infatti, a meno che si tratti di dimissioni per giusta causa, non hai diritto ad alcuna NASpI.
Allora, è giusto farsi licenziare per usufruire della NASpI? Forse per qualcuno non è moralmente accettabile, ma non spetta a noi a deciderlo, bensì la legge. E per legge, se il datore di lavoro ti licenzia, qualunque sia il motivo, ti spetta la NASpI. Anche se ti sei fatto licenziare di proposito, magari combinandone una.
La NASpI ti spetta persino se commetti un atto grave tale da permettere che l’azienda ti licenzi con effetti immediati (licenziamento per giusta causa). Se vieni sorpreso a rubare, per esempio, la NASpI ti spetta comunque.
Attenzione
Chiaramente, per avere diritto alla NASpI, devono sussistere i requisiti per averne diritto, ossia una certa anzianità contributiva (a questa pagina del sito INPS trovi i requisiti richiesti per averne diritto).
La normativa
La legge italiana tutela molto di dipendenti rispetto ad altre nazioni nel mondo. Se un dipendente si assenta per malattia, ha diritto alla conservazione del posto di lavoro. Se quindi ti ammali e ti assenti dal lavoro, il tuo datore di lavoro non può licenziarti di punto in bianco.
Qualunque sia il suo pensiero, deve mantenere il tuo posto di lavoro. Certamente può sostituirti, ma solo in via temporanea, soprattutto se la tua assenza si protrae a lungo. Ma appena torni, deve garantirti il rientro al tuo posto.
Questa è una bella notizia per chi va veramente in malattia, ma per te che stai pensando di andare in malattia per farti licenziare, forse non è il massimo. Prima di tutto, perché per andare in malattia occorre un certificato medico. E se non sei realmente malato, difficilmente troverai un medico pronto a certificare una patologia.
Poniamo per assurdo che tu riesca a ottenere un certificato di malattia e ti assenti dal lavoro: al posto di rischiare il licenziamento, stai proteggendo il tuo posto di lavoro. Difficilmente sarai licenziato. Difficile, ma non impossibile. Ci sono infatti due casi in cui l’azienda può licenziarti anche se sei in malattia:
- Se la tua assenza supera il periodo di comporto;
- Oppure se la tua assenza provoca uno scarso rendimento tale da causare un danno per l’azienda.
Vediamo entrambi i casi.
Superamento periodo di comporto
L’art. 2110 c.c., permette il licenziamento di un dipendente quando l’assenza supera il periodo di comporto. Per conoscere il periodo di comporto previsto nel tuo caso, devi consultare il tuo CCNL, perché ogni contratto collettivo può prevedere periodi differenti.
La legge stabilisce il periodo di comporto solo per gli impiegati. Se sei un impiegato, sappi che il periodo di comporto è pari a:
- 3 mesi, se hai un’anzianità di servizio minore di 10 anni;
- 6 mesi, se hai un’anzianità di servizio superiore di 10 anni.
Se non sei un impiegato, devi consultare il tuo CCNL di riferimento per conoscere il periodo di comporto.
Una volta superato il periodo di comporto, se l’assenza per malattia continua, l’azienda può licenziarti per legge, quindi senza dimostrare alcun motivo. Deve però rispettare il preavviso. Deve quindi prima comunicarti che intende licenziarti. Se tu, nonostante la comunicazione, non torni a lavoro, può recedere il contratto.
Attenzione
Alcuni CCNL prevedono, se si supera il comporto, la possibilità di chiedere un periodo di aspettativa non retribuita. Questa è solo una possibilità: se tu continui ad assentarti senza richiedere alcuna aspettativa, l’azienda può licenziarti.
Attenzione
In caso di patologie particolarmente gravi, alcuni CCNL prevedono che l’azienda mantenga il tuo posto di lavoro anche se superi il periodo di comporto. Quindi, controlla bene il tuo CCNL: se soffri di una malattia grave, devi informare l’azienda della natura della patologia, in modo che possa mantenere il tuo posto di lavoro come stabilito dal CCNL.
Licenziamento per scarso rendimento
Per scarso rendimento, non c’è una legge specifica che prevede il licenziamento. Sono però varie sentenze ad aver previsto questa possibilità: se l’assenza di un dipendente pregiudica l’adeguato funzionamento dell’impresa, al punto da arrecare grave danno alla stessa, il licenziamento è ammesso.
Il licenziamento è ammesso anche se il lavoratore non ha superato il periodo di comporto ed anche in caso di malato cronico (dipendente che si assenta per pochi giorni, ma spesso).
Rischi
Da come hai potuto notare, se sei in malattia e speri di essere licenziato, c’è un rischio abbastanza importante: rischi di non essere licenziato! La legge italiane è molto tutelante in tal senso: il dipendente che è ammalato, ha diritto di mantenere il suo posto di lavoro, secondo termini e modalità che ti ho spiegato nei passi precedenti (periodo di comporto, ecc.).
Un’alternativa più “efficace” e anche in questo caso del tutto legale, è quella di assentarti dal lavoro senza giustificazione. Anche questo potrebbe essere un metodo forse poco ortodosso, ma quello che conta è la legge. Non c’è nessuna legge che ti vieta di assentarti dal lavoro: se lo fai e non comunichi alcuna giustificazione al tuo datore di lavoro, se sparisci, il datore di lavoro ha tutto il diritto di licenziarti subito. Ed è quello che farà, dopo aver tentato (inutilmente) di contattarti.