MPS l’ha fatta grossa, ormai é evidente. Rimane soltanto da identificare i colpevoli e stabilire quali siano le misure da adottare per correre ai ripari. Anche se, a quanto pare, la soluzione é già alle porte e si chiama “Monti bond“. Ma quali sono le condizioni reali in cui versa la banca? Soprattutto, in caso di default, quali sono i rischi per i risparmiatori? E per chi ha comprato azioni della banca? Per i correntisti?
Esistono garanzie in caso di fallimento di una banca? Innanzitutto, come già sottolineato in un precedente post, grazie ai Monti bond (per un importo di quasi 4 miliardi di euro), la banca entrerà in possesso di una generosa somma di denaro, tale almeno da scongiurare il rischio di default.
Occorre tra l’altro sottolineare che, anche nella funesta ipotesi in cui MPS (o qualsiasi altra banca), dovesse fallire, esiste in Italia un importante organo di tutela: il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, il quale riconosce a ogni singolo cliente correntista, fino ad un massimo di 103,291,000 euro. Cosa significa? Significa che i correntisti possono evitare, almeno per ora, la corsa ai prelievi in banca. Potranno continuare a dormire sonni abbastanza tranquilli: il FITD infatti, restituisce ad ognuno fino ad un massimo di 103.291,00 €, anche se il conto corrente é on line. In caso di conto cointestato, il limite vale per ognuno dei due correntisti, quindi a ognuno di loro sarà restituita la somma di circa 100 mila euro (per un totale di 200 mila euro). L’eccedenza ai 100 mila euro invece, non é garantita dal fondo.
Cosa succede invece agli azionisti? Quali sono i rischi e le conseguenze in caso di default? Le azioni rappresentano da sempre un capitale di rischio, per cui non ci sono garanzie al 100% in tal senso. Se la banca perde valore in Borsa, il valore delle azioni diminuirà e non ci sarà modo di recuperare quella perdita, fin quando, si spera, il valore delle azioni ricomincerà a salire. Ma d’altronde chi investe in azioni questo lo sa già. O dovrebbe saperlo.