Il governo Meloni ha deciso di mettere un freno al reddito di cittadinanza, imponendo requisiti più stringenti e la decadenza del beneficio già dal primo rifiuto (e non più al secondo). Lo scopo è quello di limitare l’accesso al reddito a chi ne ha davvero bisogno e incentivare l’accettazione del lavoro offerto.
In questa guida completa sul nuovo reddito di cittadinanza del governo Meloni, che tecnicamente si chiama MIA (Misura di Inclusione Attiva), ti spiego come funziona, cosa cambia rispetto al vecchio RdC, quali sono i requisiti di accesso e gli importi spettanti, infine come cambia la durata e come cambiano le regole di decadenza del diritto.
Cos’è e come funziona
Il nuovo reddito di cittadinanza, a partire dal 1 settembre 2023 prende il nome di MIA (Misura di Inclusione Attiva). Il governo Meloni ha deciso di apportare dei cambiamenti all’assegno.
MIA rimane sempre un aiuto economico erogato a favore delle famiglie in difficoltà, il cui importo viene erogato su una carta ricaricabile (detta appunto carta MIA). Cambiano però alcune cose rispetto al passato. Vediamo quali.
Requisiti
I requisiti per avere diritto alla carta MIA sono i seguenti:
- Cittadinanza italiana o europea. Possono richiedere la MIA anche i familiari di cittadini europei purché in possesso di permesso di soggiorno;
- Residenza in Italia per almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo;
- ISEE familiare non maggiore di 7.200 euro;
- Reddito familiare non maggiore di 6.000 euro annui, da moltiplicare la per scala di equivalenze (quindi se la famiglia è numerosa, questo limite aumenta, in modo da venire incontro alle famiglie più numerose);
- Patrimonio immobiliare diverso dalla prima casa (di abitazione) non maggiore di 30.000 euro;
- Patrimonio relativo alla prima casa (di abitazione) non maggiore di 150.000 euro ai fini IMU;
- Patrimonio mobiliare non maggiore di 6.000 euro, aumentabile in base al numero dei figli e in base all’eventuale presenza di disabili.
Importi
Il nuovo reddito di cittadinanza, così come il vecchio, non prevede un importo fisso mensile: tutto dipende dal numero dei componenti del nucleo familiare, dalla presenza o meno di minori, di disabili e di disabili gravi o non autosufficienti.
Giusto per avere un’idea, gli importi vanno da un minimo di 375 euro mensili per una famiglia composta da una sola persona, non disabile e non anziana. E possono salire oltre i 1.000 euro al mese, per le famiglie più numerose e/o in presenza di disabili.
Cosa cambia
Facendo un confronto tra la nuova MIA e il vecchio reddito di cittadinanza, ci sono cambiamenti importanti:
- Hai diritto alla MIA solo se il tuo ISEE familiare non supera i 7.200 euro (con il RdC il limite era più alto: 9.360 euro);
- Il patrimonio relativo alla casa di abitazione non deve superare i 150.000 euro (ai fini IMU). Questo requisiti non era presente nel vecchio reddito di cittadinanza.
Cambiamenti anche per quanto riguarda gli importi mensili, che diminuiscono: si passa da un minimo di 375 euro al mese (che prima erano 500) per un single e si arriva a oltre 1.000 euro per le famiglie più numerose. Gli importi tutti sono ridotti di circa 50/100 euro rispetto al RdC, a parità di condizioni.
Durata
Altra cosa che cambia è la durata della MIA: il reddito di cittadinanza spettava per 18 mesi, rinnovabile per altri 18. Per la MIA il discorso cambia, vediamo come.
Con la MIA bisogna distinguere tra:
- Famiglie con disabile o minorenne o persona di almeno 60 anni: la MIA spetta per 18 mesi rinnovabile di 12 mesi, previo uno stop di un mese. Quindi se prendi la MIA per 18 mesi e vuoi rinnovarla, per un mese non percepisci nulla, puoi riprenderla dopo un mese.
- Famiglie senza disabile o minorenne o persona di almeno 60 anni: la MIA spetta per 12 mesi rinnovabile di 6 mesi, previo uno stop di un mese. Quindi se prendi la MIA per 12 mesi e vuoi rinnovarla, per un mese non percepisci nulla, puoi riprenderla dopo un mese.
Decadenza
Il reddito di cittadinanza si perde se rifiuti un lavoro per la seconda volta. Se quindi il Centro per l’Impiego propone un lavoro, tu puoi rifiutarlo e non perdi il RdC. Se te ne propone un altro e lo rifiuti, allora perdi il RdC. Con la MIA la situazione cambia.
Perdi la MIA già al primo rifiuto: che si tratti di un lavoro a tempo indeterminato, determinato o in somministrazione di durata di almeno tre mesi ed entro 80 km dalla tua residenza, il lavoro devi accettarlo. Se non lo accetti, perdi la MIA.
Una volta decaduta la MIA, puoi ripresentare la domanda, ma solo dopo 18 mesi. Lo scopo di questa misura quindi, è quello di incentivare i percettori ad accettare il lavoro proposto, sin da subito. Non è più concesso il primo rifiuto e se lo fai, per 18 mesi poi non puoi più ricevere l’aiuto.
ATTENZIONE: al momento, la MIA non ha ancora sostituito il reddito di cittadinanza, è solo una bozza di decreto. Appena il governo varerà la nuova misura MIA definitivamente, pubblicheremo un post al riguardo.