La salute è un bene prezioso che ti permette di vivere serenamente. A volte però, una malattia improvvisa e inaspettata può complicare tutto. Complicare al punto tale che non sei più in grado di lavorare e provvedere al tuo sostentamento. In questi casi lo Stato italiano ti aiuta con la pensione di inabilità civile (comunemente chiamata di invalidità).

In questa guida ti elenco tutti i requisiti per ottenere la pensione di invalidità, l’importo che ti spetta nel caso della pensione e dell’assegno di accompagnamento (per invalidità al 100 e meno), quali sono le malattie che ti danno diritto a questo aiuto economico e come fare la richiesta per ottenerlo. Ecco qui tutto quello che devi sapere.

Requisiti

Lo stato italiano ti considera invalido civile se sei affetto da malattie o minorazioni fisiche o psichiche che hanno ridotto la tua capacità lavorativa di almeno un terzo. Purtroppo, anche se sei invalido, non sempre hai diritto alla pensione di invalidità. Per ottenerla devi possedere determinati requisiti stabiliti direttamente dall’INPS.

Hai diritto alla pensione di inabilità (conosciuta anche come pensione di invalidità) solamente in questi casi:

  • sei invalido totale e permanente al 100%;
  • hai un’età inferiore a 65 anni e 7 mesi;
  • sei cittadino italiano e risiedi in Italia;
  • sei uno straniero comunitario o extracomunitario regolarmente residente in Italia.

Attenzione

Le regole esposte sopra non valgono per non vedenti e sordi, per i quali esiste uno specifico regolamento a parte.

Limiti reddituali

Oltre ai requisiti sopra esposti si aggiungono dei limiti reddituali. L’INPS prevede un reddito massimo di 16.982,49 euro annui per l’erogazione della pensione. Se superi questo limite, ne hai diritto ugualmente solo se sei ricoverato presso un istituto pubblico di cura (Legge 33/1980, articolo 14 septies).

Differenza tra assegno e pensione

Se la tua invalidità non raggiunge il 100%, sei un invalido parziale e quindi non hai diritto alla pensione di invalidità, ma l’INPS ti riconosce comunque un aiuto economico. Questo aiuto si chiama Assegno mensile di assistenza. Il punteggio minimo di invalidità per aver diritto all’assegno deve essere pari al 74%.

Hai diritto all’assegno mensile di assistenza se possiedi questi requisiti:

  • hai un’invalidità di almeno il 74%;
  • hai un’età massima di 65 anni e 7 mesi;
  • sei cittadino italiano e risiedi in Italia;
  • sei straniero (comunitario o extracomunitario) e risiedi regolarmente in Italia.

L’assegno ti spetta in misura intera se il tuo reddito non supera i 4.805,19 euro annui. L’INPS non tiene conto del reddito del tuo coniuge per l’assegno di assistenza riconosciuto agli invalidi parziali.

Attenzione

Per avere diritto all’assegno di assistenza, non devi svolgere alcun lavoro (ad eccezione di casi particolari previsti dall’INPS) e non devi aver versato nessun contributo INPS.

Suggerimento

Hai un’invalidità inferiore al 74%? Non hai diritto all’assegno mensile ma, se la tua invalidità supera il 46%, puoi chiedere di essere inserito nelle liste speciali di collocamento (categorie protette) ed ottenere quindi delle agevolazioni nella ricerca di lavoro.

Importo

Di seguito l’importo della pensione, anche alla luce degli ultimi aggiornamenti.

Attenzione

AGGIORNAMENTO: Al termine del paragrafo leggi le modifiche introdotte dal DL agosto 2020 (D.L. n. 104/2020) che ha innalzato l’importo della pensione.

L’INPS stabilisce ogni anno a quanto ammontano la pensione di invalidità per gli invalidi civili totali (con invalidità al 100%) e a quanto ammonta invece l’assegno di assistenza per gli invalidi parziali (con invalidità compresa tra il 74% al 99%).

L’importo attuale è pari a 286,81 euro corrisposto per 13 mensilità. A dicembre hai diritto alla tredicesima e quindi a un importo doppio. Non hai diritto alla quattordicesima. In particolari condizioni disagiate, può essere riconosciuta una maggiorazione e quindi l’indennità aumentata di una somma mensile stabilita dalla legge.

Attenzione

L’importo di 286,81 euro è relativo al 2020. negli anni successivi l’importo potrebbe essere modificato dall’INPS, in considerazione dell’inflazione e quindi dell’aumento dei prezzi.

D.L. Agosto e aumento pensioni

Il D.L. agosto ha stabilito l’aumento della pensione da 286 fino a un massimo di 651,51 euro (per tredici mensilità), ma solo in questi casi:

  • Se non sei coniugato, il tuo reddito non deve superare 8.469,63 euro lordi annui;
  • Se sei coniugato, il vostro reddito complessivo non deve superare 14.447,42 euro lordi annui.

Come scritto poc’anzi, l’incremento arriva fino a 651,51 euro, come sottolineato “fino a”. In poche parole significa che, nella pratica, solo se hai zero reddito accedi alla pensione di invalidità pari a 651,51 euro. Se hai altri redditi (per esempio da lavoro part time, da pensione di reversibilità, ecc.) l’importo viene riproporzionato e scende fino ad azzerarsi.

Suggerimento

Trovi il meccanismo di ricalcolo nella Tabella M5 dell’Allegato 2 della Circolare INPS n. 147/2019 (trovi la tabella a partire da pagina 36).

Malattie che danno diritto

Hai diritto alla pensione di invalidità o all’assegno di assistenza, se soffri di malattie o menomazioni fisiche o mentali, permanenti e croniche, che hanno ridotto la tua capacità lavorativa di almeno un terzo. Può quindi succedere che due persone, affette dalla stessa malattia, a uno sia riconosciuto un aiuto economico e all’altro no.

Esempio

Un diabetico che soffre di una forma lieve di diabete non ha diritto alla pensione di invalidità se la malattia non riduce la sua capacità lavorativa, . Al contrario, un altro diabetico affetto da forma grave che comporta una riduzione della capacità lavorativa di almeno un terzo, ne ha diritto.

Quindi, malattie rare, cardiache, depressione, artrite reumatoide, tumore, disturbo bipolare, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, epilessia, morbo di Chron, HIV, sono malattie che ti danno diritto alla pensione INPS o all’assegno di assistenza, nel momento in cui diventano invalidanti al lavoro per almeno un terzo della tua capacità lavorativa.

Ovviamente ci sono malattie che comportano immediatamente e palesemente uno stato invalidante; per altre malattie invece l’accertamento è più complesso. L’INPS si occupa proprio di accertare il tuo stato invalidante quando riceve la tua domanda di invalidità.

Se la tua malattia peggiora (inizialmente non ti dava problemi o comunque ti riconosceva solo una percentuale di invalidità) puoi inviare la domanda di aggravamento. In questo modo potrai ottenere il riconoscimento della tua nuova condizione peggiorata e ottenere dunque il diritto ad altri aiuti economici.

Scarica il PDF con le linee guida complete dell’INPS per l’accertamento degli stati invalidanti.

Accompagnamento

Se ti è stata riconosciuta un’invalidità totale e permanente del 100% e non riesci a muoverti o a compiere i gesti della vita quotidiana senza l’aiuto di qualcuno, hai diritto all’indennità di accompagnamento, indipendentemente dal tuo reddito.

Non hai diritto all’indennità se sei ricoverato gratuitamente presso una casa di cura. A tal proposito, ogni anno (entro il 31 marzo), devi inviare all’INPS una dichiarazione di responsabilità (ICRIC) in cui attesti il ricovero o meno presso un istituto e se questo ricovero è a spese tue o dello stato.

Se sei un invalido civile al 100% non è detto quindi che tu abbia diritto all’indennità di accompagnamento: ti spetta solo se hai difficoltà a deambulare o compiere atti di vita quotidiana. La differenza tra invalidità e accompagnamento è questa: puoi aver diritto alla prima ma non alla seconda; se hai diritto alla seconda hai anche diritto alla prima.

Come richiedere

Per la richiesta della pensione di invalidità o dell’assegno mensile di assistenza, devi innanzitutto rivolgerti al tuo medico di famiglia. Lui provvede a inviare all’INPS un certificato introduttivo e te ne rilascia anche una copia cartacea dove è indicato un codice identificativo. A questo punto devi inviare la domanda tramite:

  • Sito INPS: per inviare la domanda online ti occorre il PIN INPS. Se non lo hai devi semplicemente richiederlo.
  • Patronati o associazioni di categoria dei disabili: se non hai la possibilità o non sei in grado di inviare la domanda tramite internet.

Alla domanda devi allegare il codice identificato presente nel certificato medico introduttivo. Compilata la richiesta online, o tramite patronati, ti viene subito comunicata la data per la visita medica di accertamento della tua patologia. Se non è disponibile una data, ti sarà comunicata successivamente.

La visita è presso la ASL di competenza della tua zona, alla presenza di un medico INPS. Dovrai recarti con un documento d’identità valido, il certificato medico e tutti i documenti medici che hai a disposizione. Se lo desideri, puoi anche farti accompagnare da un tuo medico di fiducia.

Se sei invalido e non puoi essere trasportato, il medico di famiglia deve inviare all’INPS una richiesta di visita domiciliare, almeno 5 giorni prima della data fissata per la visita, .

Dopo la visita ti sarà inviato l’esito, con la percentuale di inabilità attribuita e il diritto o meno alla pensione di inabilità o all’assegno mensile di assistenza. Se hai diritto a un aiuto economico, devi compilare la domanda definitiva per ottenerlo.

Se la tua invalidità è stata riconosciuta inferiore al 74% non preoccuparti, perché hai comunque diritto ad altre agevolazioni fiscali e lavorative. Eccole riassunte all’interno della seguente tabella:

Agevolazioni fiscali
InvaliditàAiuti non economici
fino al 33%Nessuna agevolazione
dal 46%Inserimento nelle categorie protette nei Centri per l’Impiego
dal 33 al 73%Assistenza sanitaria e agevolazioni fiscali
dal 66%Esenzione dal pagamento del ticket sanitario

Ricorso

La commissione tecnica che trovi presso la tua ASL, insieme al medico INPS, esprime la sua valutazione in merito al tuo stato invalidante. Se la tua domanda viene rifiutata o ritieni che la percentuale di invalidità sia stata sottostimata, puoi presentare ricorso giudiziario, entro 6 mesi dalla notifica del verbale sanitario.

Se la tua domanda è stata rifiutata per motivi non di malattia, ma solo amministrativi (per esempio risulta che non possiedi la cittadinanza, la residenza, etc.), puoi fare un ricorso amministrativo direttamente all’INPS, tramite il sito ufficiale oppure rivolgendoti ai patronati o alle associazioni di categoria degli invalidi.

Trasformazione in pensione di vecchiaia

Se hai più di 65 anni e 7 mesi, non puoi più chiedere la pensione di invalidità o l’assegno mensile di assistenza ma, se non superi un determinato reddito (oppure sei completamente senza reddito e senza contributi), puoi chiedere l’assegno sociale.

Allo stesso modo, se percepivi la pensione di inabilità oppure l’assegno di assistenza, al compimento di 65 anni e 7 mesi, l’INPS adegua automaticamente la somma all’importo dell’assegno sociale. In pratica è come se smettessi di percepire l’aiuto per l’inabilità al lavoro e iniziassi a prendere l’assegno sociale.

Gli assegni sociali sostitutivi di invalidità civile sono compatibili con l’indennità di accompagnamento, se quindi lo percepivi prima dei 65 anni e 7 mesi, continuerai a percepirlo anche dopo senza ulteriori cambiamenti.

Tassazione

Il Tuir (Dpr 917/1986) sancisce che le indennità erogate in sostituzione del reddito, devono essere tassate. In questo caso, nonostante la pensione di inabilità e l’assegno di assistenza siano fornite in sostituzione della mancata attività lavorativa che l’invalido non può svolgere, esse sono esenti da tassazione.

Queste indennità non sono considerate reddito e difatti non sono gestite con emissione di CUD. Infine, non rientrano neanche nei 2.840 euro per essere considerati fiscalmente a carico. Se quindi hai un figlio o un familiare invalido e che percepisce solo le suddette indennità, rimane comunque fiscalmente a tuo carico.

Reversibilità

La pensione di inabilità, l’assegno mensile di assistenza e l’indennità di accompagnamento, non sono reversibili al coniuge e agli altri superstiti.