Andare in pensione è l’obiettivo finale di ogni onesto lavoratore uomo o donna che sia. Sicuramente anche il tuo. Purtroppo, non è facile raggiungerlo a causa dei continui cambiamenti dei requisiti INPS e del calcolo dell’età pensionabile: anche il 2016 è stato e sarà protagonista di nuove leggi e decreti in materia.

Questa guida nasce con l’obiettivo di spiegarti in modo chiaro e semplice cos’è la pensione di vecchiaia, come funziona, a chi spetta, quanti contributi devi aver versato per averla, come fare domanda dell’assegno sociale se sei senza contributi e come richiedere la pensione anticipata nel caso di malattia e invalidità.

Cos’è e come funziona

La pensione di vecchiaia è una prestazione che viene erogata dall’INPS ai lavoratori del settore privato e del pubblico impiego, che raggiungono i requisiti di età e di anzianità contributiva. Le ultime riforme hanno aumentato l’età minima pensionabile, adeguandola all’attuale speranza di vita e nei prossimi anni questa soglia verrà ancora aumentata.

Requisiti

A quanti anni puoi andare in pensione? Con quali requisiti minimi? Puoi andare in pensione se hai maturato almeno 20 anni di contributi e hai raggiunto l’età minima pensionabile. L’età minima pensionabile dipende dal momento in cui hai maturato i 20 anni minimi di contributi, se prima o dopo il 31/12/1995.

Nelle seguenti tabelle sono elencate le età minime per andare in pensione a seconda che tu sia un uomo oppure una donna, a seconda che tu abbia lavorato nel settore privato oppure in quello pubblico e, infine, a seconda che tu abbia lavorato come dipendente o autonomo.

Se al 31/12/1995 possedevi già 20 anni di contributi

Donne nel settore privato
Tipo lavoratriceEtàData pensionamento
Dipendente65 anni e 7 mesiFino al 31/12/2017
Dipendente66 anni e 7 mesiDal 2018
Autonoma66 anni e 1 meseFino al 31/12/2017
Autonoma66 anni e 7 mesiDal 2018

Quindi, se sei una lavoratrice dipendente e vai in pensione entro il 31/12/2017, devi avere almeno 65 anni e 7 mesi alla data del pensionamento; se vai in pensione dal 2018 in poi, devi avere almeno 66 anni e 7 mesi.

Se sei una lavoratrice autonoma (iscritta alla gestione separata INPS) e vai in pensione entro il 31/12/2017, devi avere almeno 66 anni e 1 mese alla data del pensionamento; se vai in pensione dal 2018 in poi, devi avere almeno 66 anni e 7 mesi.

Uomini nel settore privato
Tipo lavoratoreEtàData pensionamento
Dipendente66 anni e 7 mesiDal 2016
Autonomo66 anni e 7 mesiDal 2016

Quindi se sei un lavoratore dipendente del settore privato o un lavoratore autonomo, alla data del pensionamento devi avere almeno 66 anni e 7 mesi.

Uomini e donne nel pubblico impiego
Tipo lavoratoreEtàData pensionamento
Dipendente66 anni e 7 mesiDal 2016

Se sei un dipendente pubblico, uomo o donna, alla data del pensionamento devi avere almeno 66 anni e 7 mesi.

Attenzione

Dal 1° gennaio 2019, l’età pensionabile (che sarà di 66 anni e 7 mesi per tutti, uomini e donne del settore pubblico e privato), potrebbe essere ulteriormente innalzata, sempre in relazione all’aumento della speranza di vita.

Pensione anticipata per i nati nel 1951 e nel 1952

Se sei nato nel 1951 o nel 1952 e lavori nel settore privato, puoi andare in pensione a soli 64 anni purché tu abbia maturato al 31/12/2012:

  • Almeno 35 anni di contributi, se sei un uomo;
  • Almeno 20 anni di contributi, se sei una donna.

Questa possibilità non è prevista per i lavoratori nel pubblico impiego.

Assegno sociale

Se non hai raggiunto la contribuzione minima prevista per andare in pensione, oppure sei completamente senza contributi, non hai diritto alla pensione di vecchiaia. Se ti trovi in condizioni particolarmente disagiate hai diritto a un aiuto da parte dello Stato: l’assegno sociale INPS di importo massimo pari a 448,52 euro.

Ne hai diritto se:

  • non hai alcun reddito o comunque non superiore a 5.830,76 euro annui;
  • hai la cittadinanza italiana;
  • risiedi stabilmente in Italia da almeno 10 anni;
  • hai la residenza in Italia (se sei uno straniero cittadino UE);
  • hai il permesso di soggiorno (se sei uno straniero cittadino extra UE).

Se non possiedi alcun reddito, l’assegno ti sarà erogato nella misura massima, quindi 448,52 euro per 13 mensilità (a dicembre hai la tredicesima). Se invece possiedi reddito, che comunque non supera i 5.824,91 euro annui, hai diritto all’assegno in misura ridotta.

Esempio

Se hai un reddito di 2.000 euro annui, hai diritto a un assegno sociale di 3.824,91 euro annui (5.824,91 – 2.000). Questa somma, divisa per 13, porta a 294,22 euro: l’importo mensile dell’assegno sociale a cui hai diritto.

Se sei sposato il limite di reddito per il diritto all’assegno sociale è moltiplicato per due, quindi è pari a euro 11.649,82, ma si riferisce al reddito totale dei coniugi. Quindi al tuo stipendio devi sommare anche lo stipendio del tuo coniuge.

Esempio

Se percepisci un reddito pari a 7.000 euro annui e il tuo coniuge non ha reddito, avete diritto a un assegno sociale di 4.649,82 euro annui (11.649,82 – 7.000).

Esempio

Se percepisci un reddito pari a 5.000 euro annui e il tuo coniuge percepisce un reddito pari a 4.000 euro annui, il vostro reddito complessivo familiare è pari a 9.000 euro annui. Avete diritto a un assegno sociale di 2.649,82 euro annui (11.649,82 – 9.000).

Esempio

Se né tu né il tuo coniuge avete alcun reddito, in questo caso avete diritto all’assegno sociale in misura massima: 11.649,82 euro annui complessivi.

Esempio

Se percepisci un reddito pari a 12.000 euro annui, mentre il tuo coniuge non ha reddito, il vostro reddito complessivo (12.000 euro) è maggiore di 11.649,82 euro, quindi non avete diritto all’assegno sociale.

Importo

A quanto ammonta la pensione di vecchiaia e come si calcola? Con 20 anni di contributi, che è l’anzianità contributiva minima, a che pensione hai diritto? Chiedilo direttamente all’INPS: l’istituto infatti, da alcuni anni ha messo a disposizione dei cittadini un simulatore online per il calcolo della pensione.

Usare il simulatore è molto semplice, basta inserire alcuni propri dati anagrafici e il sistema stesso, sulla base dei contributi presenti sul proprio database, è in grado di stimare non solo l’importo della pensione, ma anche l’età a cui potrai lasciare il lavoro.

Questo simulatore basa il calcolo sulla contribuzione versata all’INPS fino a quel momento e sulle variabili che incidono in futuro (aumento dello stipendio, aumento del costo della vita, etc.). Ovviamente il risultato non è un dato certo, perché la stima è fatta sui dati attuali e su stime presunte.

In futuro potresti per esempio perdere il lavoro, oppure trovarne uno con stipendio molto più importante e quindi la tua pensione potrebbe essere più bassa o più alta. Si tratta comunque di un buon indicatore, che permette a chiunque di farsi un’idea molto plausibile. Per usare il simulatore devi avere un PIN ordinario INPS.

Come richiedere

Fare richiesta per ottenere la pensione di vecchiaia è molto semplice. Basta presentare la domanda direttamente all’INPS, attraverso uno di questi metodi:

  • Online sul sito INPS. Per accedere al servizio devi possedere il PIN ordinario INPS di cui ti ho parlato prima;
  • Call center al numero 803164. La telefonata è gratis se chiami da telefono fisso. Se chiami da cellulare, il numero di riferimento è lo 06164164 e la chiamata è a pagamento, secondo il proprio profilo tariffario;
  • CAF e patronati. Puoi rivolgerti a questi centri della tua zona per chiedere assistenza nell’invio della domanda.

Decorrenza

Da quando puoi ricevere la pensione? A partire dal mese successivo a quello in cui hai raggiunto l’età pensionabile. La domanda ovviamente occorre farla prima, in modo da ricevere la prima pensione già dal mese successivo a quello della domanda.

Se la pensione tarda ad arrivare non preoccuparti. Potrebbero esserci alcuni problemi tecnici oppure l’INPS ha bisogno che tu consegni ulteriori documenti relativi alla tua attività lavorativa. Non preoccuparti nemmeno riguardo gli arretrati che accumuli: ti saranno corrisposti con il primo assegno/bonifico.

Attenzione

Se sei un lavoratore dipendente, per prendere la pensione è necessario che tu cessi la tua attività. Se invece sei un lavoratore autonomo, puoi chiedere la pensione se hai maturato già il diritto e, allo stesso tempo, puoi anche continuare a svolgere il tuo lavoro autonomo.

Invalidità

Se sei malato e ti è stata riconosciuta dagli uffici dell’INPS un’inabilità al lavoro di almeno l’80%, ai sensi del Decreto Lgs 503/92 hai diritto alla pensione di vecchiaia anticipata secondo le seguenti fasce di età:

  • 55 anni se sei donna;
  • 60 anni se sei uomo.

Attenzione

Come detto sopra, l’invalidità all’80% deve essere riconosciuta dall’INPS. Quindi se hai già un’invalidità civile riconosciuta dall’ASL, non è detto che l’INPS confermi la stessa percentuale: le invalidità civili non sono vincolanti per la Commissione Sanitaria dell’INPS e devi comunque sostenere una nuova visita medica presso gli uffici INPS.

La procedura per ottenere questo tipo di pensione non è affatto veloce e lineare, in quanto ai 55 anni (o 60) occorre aggiungere 3 mesi di aumento dell’aspettativa di vita e 12 mesi di finestra d’accesso. Ciò significa che tutti i requisiti vengono soddisfatti a 56 anni e 3 mesi (o 61 anni e 3 mesi).

Suggerimento

La cosa migliore che puoi fare per non perdere tempo, è presentare la domanda a 55 anni e 3 mesi (o 60 anni e 3 mesi) e quindi ricevere la prima pensione, se la domanda viene accettata, un anno dopo. La domanda deve essere presentata sempre tramite i metodi tradizionali di cui ti ho parlato prima.

Pensione supplementare

Se sei già titolare di una pensione presso un’altra cassa previdenziale (per esempio quella degli avvocati, dei medici, etc,) e durante la tua vita lavorativa hai versato contributi anche all’INPS, allora pur non raggiungendo l’anzianità contributiva minima, hai comunque diritto alla pensione supplementare.

Si tratta di un assegno che ti viene erogato dall’INPS in aggiunta alla pensione che già percepisci da un altro fondo pensione. In questo modo, i contributi che hai versato all’INPS non vanno perduti, ma ti permettono di chiedere un assegno aggiuntivo rispetto alla pensione principale già percepita.

Come hai capito, il requisito indispensabile per ottenere la pensione supplementare è essere già titolare di un’altra pensione. Purtroppo, questa possibilità è prevista solo per i lavoratori dipendenti e non per gli autonomi e i liberi professionisti.

Differenza tra vecchiaia e anzianità

Spesso è facile fare confusione tra la pensione di vecchiaia e la pensione di anzianità, quando in realtà si tratta di due prestazioni diverse. La pensione principale è quella di vecchiaia e si ottiene al raggiungimento dell’età e dell’anzianità contributiva.

La pensione di anzianità invece, era una pensione prevista in passato e dedicata a chi aveva maturato 36 anni di contributi e 60 anni di età, oppure 40 anni di contributi indipendentemente dall’età. La pensione di anzianità non può più essere richiesta.

Casi particolari

In questa sezione voglio spiegarti come ottenere la pensione di vecchiaia in alcuni casi particolari tra cui: quello dei lavoratori in mobilità la cui età è prossima a quella pensionabile, quello degli esodati e quello degli stranieri che lavorano in Italia.

Mobilità

Se al termine della mobilità ordinaria, l’azienda non è ancora in grado di inserirti al lavoro, la legge 223/91, ha stabilito la cosiddetta “mobilità lunga“, ossia la mobilità che si prolunga oltre la scadenza di quella ordinaria, in modo da permettere al lavoratore più anziano di maturare il diritto alla pensione di vecchiaia.

La procedura: il datore di lavoro comunica al Ministero del Lavoro i nomi dei lavoratori licenziati, ai quali pagherà il costo della mobilità lunga, oltre la data di scadenza di quella ordinaria. Appena poi si raggiungono i requisiti per la pensione, la mobilità cessa e puoi finalmente fare domanda di pensione.

La mobilità lunga spetta alle seguenti categorie di lavoratori licenziati da:

  • Imprese del Sud Italia;
  • Imprese che operano in zone con disoccupazione oltre la media nazionale;
  • Imprese chimiche, tessili, oppure che lavorano nell’abbigliamento o nel settore delle calzature.

Esodati

Sono stati definiti “esodati” tutti quei lavoratori che erano stati espulsi dal lavoro perché prossimi alla pensione ma, siccome proprio in quel periodo la Legge Fornero ha aumentato l’età pensionabile, questi lavoratori si sono ritrovati senza lavoro ed anche senza più poter chiedere la pensione.

Il Governo in questi anni ha emanato una serie di provvedimenti (rientranti nel progetto “clausola di salvaguardia”) per consentire agli esodati di andare in pensione con i vecchi requisiti precedenti alla riforma Fornero del 2011. Ogni anno il governo disciplina le modalità e le scadenze di invio della domanda pensionistica per questa categoria di lavoratori.

Stranieri

Gli stranieri che lavorano in Italia e versano regolarmente i contributi, hanno diritto alla pensione di vecchiaia come gli italiani. Sono previsti gli stessi requisiti di accesso e le stesse modalità di invio della domanda. Non occorre neanche avere la cittadinanza italiana: è solo necessario aver versato i contributi e aver raggiunto l’età pensionabile.

Se hai lavorato in diversi Stati e quindi hai versato i contributi in diversi Paesi, non preoccuparti, perché non vanno assolutamente persi: nella nazione in cui risiedi puoi chiedere il “cumulo” dei periodi assicurativi. Basta presentare la domanda di cumulo allo Stato in cui risiedi attualmente.

Esempio

Hai lavorato 14 anni in Germania e 6 anni in Italia. Ora sei residente in Italia e hai raggiunto sia la contribuzione minima per aver diritto alla pensione (14+6 = 20 anni), sia l’età minima pensionabile. Puoi chiedere la pensione in Italia: l’INPS si occuperà del cumulo con i contributi versati nel Paese estero.

Attenzione

Siccome l’età e l’anzianità contributiva possono essere diversi da Paese a Paese, potrebbero esserci conseguenze sull’importo della pensione erogata. Ti consiglio quindi di chiedere sempre informazioni precise all’INPS, in base alla tua specifica situazione e ai Paesi in cui hai lavorato.