L’idea di andare in pensione al termine della tua carriera ti fa paura? Credi che i contributi che già il tuo datore di lavoro ti versa non basteranno? Temi che la tua pensione sarà troppo bassa rispetto al costo della vita? C’è una cosa che puoi fare: crearti una pensione integrativa presso una compagnia privata.

In questo articolo ti spiego che cos’è la pensione integrativa, ti spiegherò se conviene nel tuo caso, ti offrirò un esempio di calcolo con le Poste Italiane, ti mostrerò le agevolazioni sulla tassazione come la deducibilità IRPEF e, infine, ti elencherò le migliori pensioni integrative tra cui scegliere la soluzione più adatta a te.

Cos’è

La pensione integrativa é una forma di previdenza privata che ti assicura una rendita mensile in aggiunta alla tua pensione erogata dall’INPS (o da altra cassa previdenziale). Proprio per questo motivo viene chiamata “previdenza complementare”.

Come funziona? Ogni mese devi versare una quota a una compagnia privata (Poste italiane, banche o assicurazioni) nello stesso modo con cui il tuo datore di lavoro versa i tuoi contributi all’INPS. L’unica differenza è che tu stesso li versi per te.

L’importo della quota è quasi direttamente proporzionale alla pensione che riceverai: una quota alta ti permetterà di ottenere una somma integrativa altrettanto alta. Ad ogni modo non ti preoccupare, le compagnie offrono soluzioni adatte a tutti, esistono anche soluzioni che richiedono solo un minimo di 50 euro al mese.

Quando raggiungerai i requisiti per la pensione INPS (o di altra cassa previdenziale) dovrai fare la domanda di pensione integrativa anche alla compagnia privata che hai scelto. In questo modo otterrai la somma aggiuntiva che ti spetta ogni mese e per tutta la durata della tua vita, insieme alla pensione INPS.

Convenienza

Molti sono i vantaggi offerti dalla sottoscrizione di un piano di pensione integrativa e riguardano sopratutto agevolazioni fiscali su tasse e imposte. Qui di seguito ti elenco quelli principali, ecco quali sono:

  • I versamenti sono deducibili dal reddito entro il limite di 5.164,57 euro annui. Il risparmio fiscale che ottieni sui versamenti effettuati è di almeno il 23%, che rappresenta la più bassa aliquota IRPEF (vale anche se versi contributi previdenziali privati per tuoi familiari a carico);
  • L’importo massimo deducibile sale a partire dal sesto anno di adesione al piano di previdenza privata, da 5.164,57 euro a 7.746,86 euro se la tua prima occupazione è successiva al 1° gennaio 2007.
  • I rendimenti sono sottoposti a una tassazione dell’11%, una percentuale inferiore rispetto a quella del 12,50% prevista per altre forme di investimento.

Purtroppo, come tutte le cose, la sottoscrizione di un piano di pensione integrativa ha i suoi svantaggi che riguardano la possibilità di riscattare i tuoi soldi e di perderli:

  • Il tuo denaro rimane bloccato;
  • In caso di difficoltà puoi chiedere un anticipo o il riscatto totale solo al verificarsi di determinate condizioni (che ti spiegherò dopo nella sezione Riscatto);
  • Il tuo denaro viene investito (anche in Borsa), con tutti i rischi che ne possono derivare. Non sempre viene custodito come in una cassaforte.

Dopo aver compreso i vantaggi e gli svantaggi che ti ho elencato ti starai sicuramente domandando: conviene davvero? Su internet puoi leggere molte opinioni e consigli sull’argomento ma nulla è meglio di un esempio concreto per ottenere una risposta.

Esempio Poste Italiane

L’esempio che ti propongo è quello delle Poste Italiane con il prodotto di previdenza complementare Postaprevidenza Valore. Poste Italiane mette a disposizione un calcolatore per scoprire subito indicativamente quanto devi versare nel caso in cui:

  • Sei un uomo di 49 anni;
  • Recepisci una una retribuzione lorda di 30.000 euro l’anno;
  • Inizi a versare contributi privati dal prossimo mese;
  • Andrai in pensione a 65 anni nel 2032;
  • Vuoi una pensione di 5000 euro l’anno;
  • Vuoi una rendita vitalizia immediata.

pensione-integrativa-poste

Inserendo i dati nel simulatore di calcolo, i contributi privati che devi versare ammontano a 6.011 euro annui. Ma non sono effettivi perché devi prendere in considerazione la deducibilità fiscale a cui hai diritto (i premi versati per la previdenza complementare sono deducibili come ti ho detto precedentemente).

Grazie alla deducibilità fiscale di questi 6.011 euro ottieni, dichiarandoli nel 730 annuale, 2.350 di risparmio fiscale. Hai quindi pagato una somma effettiva pari a 3.661 euro (6.011 – 2.350 euro). Uno sconto importante.

In conclusione, per ottenere 5.000 euro di pensione integrativa (ossia 416,66 euro al mese) devi versare 3.661 euro (305 euro al mese) per i prossimi 16 anni. Facendo il calcolo completo, verserai alle Poste Italiane 58.576 euro fino ai tuoi 65 anni.

Conviene questo esempio?

Ci sono alcuni aspetti che devi prendere in considerazione, alcuni molto palesi altri meno a cui dedicare ancora più attenzione. Ecco qui di seguito i principali:

Investire diversamente

58.576 euro sono molti soldi. Sei sicuro che non potresti investire questa somma di denaro in un modo diverso? Conservare questi soldi fino alla pensione non equivale ad assicurarsi una piccola pensione integrativa “fai da te”? Non è meglio avere questi soldi sempre disponibili anche in caso di malattia o problemi economici?

Investire in modo sicuro

I prodotti finanziari legati alla previdenza complementare non conservano i tuoi soldi sotto il materasso. I tuoi soldi vengono investiti, per generare un rendimento alla compagnia privata. Spesso gli investimenti non sono in titoli di stato o altri prodotti sicuri.

Per essere precisi: nel migliore dei casi, parte dei tuoi risparmi viene investita in prodotti sicuri (come appunto i titoli di stato), ma un’altra parte viene investita in prodotti rischiosi come le azioni dove esiste la possibilità di perdere.

Ecco perché devi informarti, carta alla mano, di come e in cosa verranno investiti i tuoi soldi. A volte le compagnie private affidano la vendita di questi prodotti a consulenti troppo poco esperti che, di fronte a clienti altrettanto poco esperti, chiudono la faccenda con un <<non si preoccupi signore/a, i suoi soldi sono garantiti al 100%!>>.

Nel caso tu fossi esperto, potrebbero perfino confermare e dire: <<Sì è vero, una parte del denaro viene investita in Borsa, ma abbiamo un comparto tecnico competente e in grado di generare fior di utili nella gestione del denaro in Borsa. Inoltre, tenga presente che si tratta di un capitale 100% garantito, quindi anche qualora l’investimento in Borsa non andasse bene, sarà il nostro istituto a pagarle la somma garantita!>>.

Può essere vero come non lo può essere. Tu non fidarti mai di quello che ti dicono, ma fatti sempre dimostrare su carta tutto ciò che ti viene detto a voce. Gli investimenti nella previdenza complementare infatti, vengono troppo spesso spacciati per semplici e sicuri quando in realtà non lo sono.

Deducibile fino a quando?

Altro tasto su cui i consulenti fanno spesso leva è la deducibilità fiscale: <<Signore/a, lei pagherà 6.000 euro annui ma poi otterrà un rimborso IRPEF di 2.000 euro, quindi in realtà ha pagato solo 4.000 euro annui per la pensione integrativa!>>.

Sicuramente la deducibilità fiscale rappresenta un vantaggio e un incentivo, ma ricorda che non è detto che questa deducibilità duri per sempre e, se anche fosse, fai i tuoi calcoli pensando alle altre variabili e non solo al rimborso IRPEF che otterrai.

Se hai bisogno dei soldi?

Se dovessi averne bisogno potrai ottenere il tuo denaro indietro? Sì, ma a particolari condizioni, non quando lo decidi tu. Le condizioni principali per riottenerlo sono:

  • aver investito nel fondo per almeno tot anni (ad esempio 8 anni);
  • trovarsi in particolari condizioni economiche e sanitarie avverse;

Tutto questo non succederebbe nel caso che tu abbia risparmiato in banca i tuoi soldi oppure abbia investito in soluzioni più sicure, in entrambi questi scenari puoi riottenere subito il tuo denaro indietro per farne quel che vuoi.

Riscatto

Di solito la previdenza integrativa è abbastanza flessibile: puoi aumentare o diminuire il versamento mensile in funzione delle tue disponibilità economiche, puoi sospenderli e riprenderli in un secondo momento se ti trovi in particolare difficoltà.

In determinate specifiche situazioni, specificate nel contratto, puoi anche chiedere una somma a titolo di anticipo. Questo anticipo si chiama tecnicamente “riscatto”.

Di seguito ti propongo un elenco riepilogativo degli eventi per i quali è prevista la possibilità di riscatto. In base ai casi, è possibile riscattare dal 50 al 100% della somma versata (riscatto parziale o totale):

  • Disoccupazione che dura da più di 12 mesi e meno di 48 mesi: 50%;
  • Disoccupazione che dura da più di 48 mesi: 100%;
  • Mobilità o cassa integrazione guadagni: 50%;
  • Invalidità 100%;
  • Morte 100%

Tieni presente che queste sono regole generali e ogni contratto potrebbe contenere clausole differenti. Inoltre, in alcuni casi, è possibile chiedere il riscatto solo dopo tot anni di permanenza nel fondo, sempre previsti nel contratto.

Tassazione

Potrai scaricare nel 730 i versamenti che fai alla compagnia privata. Quando fai la dichiarazione dei redditi, devi inserire l’importo pagato annualmente a titolo di previdenza complementare. Questa somma viene dedotta dal tuo reddito imponibile, quindi riduce le tasse che devi allo stato e ti da diritto ad un rimborso IRPEF.

E’ possibile dedurre dal reddito imponibile un massimo di versamenti pari a 5.164,57 euro annui. Sono deducibili inoltre anche i versamenti che effettui per i tuoi figli o per un altro familiare a tuo carico.

Esempio

Se spendi 7.000 euro annui per un fondo pensione, puoi dedurre dal reddito, nel 730, solo 5.164,57 euro. Se spendi 4.500 euro puoi invece dedurre interamente la somma.

Attenzione

Non confondere deduzione con detrazione. La prima va a diminuire il reddito imponibile, ossia l’importo su cui si calcolano le tasse; la seconda invece va a ridurre le tasse (IRPEF) già calcolate. Nel caso della previdenza complementare, i versamenti sono deducibili, non detraibili.