Quando un debitore non paga, il creditore dispone di diversi strumenti per ottenere quello che gli spetta: a partire dai solleciti di pagamento, può arrivare a ottenere il pignoramento dei beni e la loro successiva vendita all’asta. E non solo beni: si possono pignorare anche lo stipendio o la pensione.

In questa guida completa ti spiego cos’è e come funziona il pignoramento pensione, i limiti, il minimo vitale impignorabile, quando si può pignorare una pensione già pignorata, infine quali tutele prevede la legge in caso di pensione di invalidità.

Cos’è e come funziona

Quando una persona ha un debito, il suo creditore spera che adempia al suo obbligo nei tempi stabiliti. Se il debitore ritarda con la restituzione del debito, il creditore ha questi mezzi a disposizione:

  1. Sollecito di pagamento. E’ l’invio di una o più lettere, per richiedere il pagamento entro termini precisi. Si tratta di un modo per risolvere la questione bonariamente;
  2. Decreto ingiuntivo. Se con i solleciti non ottiene nulla, può rivolgersi a un giudice, il quale, sulla base di una prova che il debito esiste veramente (per esempio un contratto scritto o una cambiale), emette una richiesta di adempiere al pagamento (appunto decreto ingiuntivo) entro 40 giorni. Se il debitore non paga entro questi 40 giorni, il creditore può notificare l’atto di precetto, che sarebbe appunto l’ultimo avviso, l’ultimo invito a pagare: se il debitore non paga entro 10 giorni, il creditore può passare all’ultimo strumento di tutela, ossia il pignoramento dei beni. E il pignoramento dei beni non è un avviso, ma direttamente l’espropriazione forzata dei beni.

Ricapitolando: solleciti, se il debitore non risponde, il creditore può rivolgersi al giudice e, tramite il decreto ingiuntivo e poi l’atto di precetto, può ottenere l’espropriazione forzata dei beni e la successiva vendita all’asta.

Oltre al pignoramento dei beni fisici, il creditore può ottenere anche il pignoramento dello stipendio o della pensione: si chiama pignoramento presso terzi, perché appunto la pensione/stipendio la erogano terze parti (l’INPS o il datore di lavoro). Il creditore, ottiene che il pagamento del denaro che gli spetta, lo esegua direttamente l’INPS o il datore di lavoro.

Dunque, se il debitore per esempio ha una busta paga di 1.500 euro netti e il creditore ottiene un pagamento di 200 euro al mese, l’INPS o il datore di lavoro pagheranno al lavoratore solo 1.300 euro netti. I mancanti 200 euro vanno al creditore, se un giudice ha decretato ciò. Questi 200 euro quindi, non entrano neanche nelle tasche del debitore: vanno subito dal creditore.

Quali pensioni possono essere pignorabili: tutte, tranne le pensioni assistenziali. Pensioni di invalidità e assegno sociale sono quindi intoccabili. E’ invece pignorabile la pensione di reversibilità.

Limiti

Il creditore non può pignorare tutta la pensione: tutti hanno il diritto di avere una vita dignitosa e non si può certo privare qualcuno dei mezzi vitali di sussistenza, anche se ha contratto un debito, importante o meno che sia.

Proprio per questa ragione, c’è un “minimo vitale” da rispettare: il creditore può pignorare solo oltre un determinato limite. Il minimo di pensione quindi, quel minimo vitale da permettere al debitore una vita dignitosa, il creditore non può toccarlo. Può pignorare solo la parte eccedente.

Minimo vitale

Il minimo vitale è quella parte di pensione impignorabile.

Dopo aver chiarito cosa significhi “minimo vitale”, passiamo ai numeri: dalla pensione, il creditore non può pignorare la parte pari a 1,5 volte l’assegno sociale. Questo importo, è intoccabile. In Italia l’assegno sociale è pari a 468,10 euro, quindi 468,10 * 1,5 = 702,15 euro è la parte impignorabile.

Attenzione

L’importo dell’assegno minimo è aggiornato al 2022. Ogni anno questo importo potrebbe cambiare di qualche euro.

Della restante pensione, il creditore non può pignorare tutto: può pignorare solo 1/5. Quindi, facciamo un esempio concreto: supponiamo una pensione di 1.300 euro mensili. Dunque 702,15 euro non si possono toccare perché rappresentano il minimo vitale. Dei restanti 597,85, il creditore può pignorare 1/5 (di 597.85) che è pari a 119,57 euro. Il creditore può quindi pignorare un importo mensile massimo pari a 119,57 euro. Non di più.

Se ci sono più creditori che ottengono il pignoramento, la percentuale sale a 2/5. Dunque è possibile pignorare fino a 2/5 di pensione. Nell’esempio precedente quindi, i creditori possono pignorare fino a 239,14 euro. Questo importo lo divideranno tra loro.

Per poter arrivare ai 2/5 però, i crediti devono essere diversi. Se sono uguali, allora la percentuale rimane 20% (ossia 1/5). Quindi se per esempio una banca e una finanziaria chiedono il pignoramento pensione di un loro cliente, si può pignorare al massimo 1/5 oltre il minimo vitale. I due crediti sono infatti della stessa natura: prestiti. Il soggetto che ha fatto per primo richiesta di pignoramento (o la banca o la finanziaria), riesce ad ottenerlo; il secondo non può avvalersene più, se ormai l’altro ha già pignorato il massimo pignorabile.

Già pignorata

Quante volte si può pignorare una pensione. Se sulla tua pensione grava già un pignoramento, un altro creditore può chiedere un ulteriore pignoramento a suo favore, ma solo se può vantare un credito diverso da quello che ha già attivato il primo pignoramento. Ti spiego meglio: ci sono diversi tipi di crediti. Ecco quali sono:

  • Crediti relativi a tasse e contributi previdenziali;
  • Crediti dovuti per assegni alimentari (per esempio gli assegni per il mantenimento dei figli, tra genitori separati);
  • Tutti gli altri crediti. Qui rientrano tutti i crediti non rientranti nelle prime due categorie. Quindi per esempio crediti vantati dalle banche, crediti vantati da un fornitore, ecc.

Supponiamo che tu abbia, sulla tua pensione, un pignoramento ottenuto da una banca, perché non pagavi le rate di un prestito. Se arriva un’altra banca o una finanziaria a chiedere un ulteriore pignoramento, non lo otterrà: é un credito dello stesso tipo. Se invece ti arriva una cartella fiscale di pagamento, il fisco può inserirsi nel pignoramento e farti pignorare un importo aggiuntivo. Crediti fiscali e crediti finanziari sono infatti crediti diversi tra loro.

Nel caso di creditori appartenenti ad una medesima categoria, invece, ottiene il pignoramento quello che lo chiede e ottiene per primo.

 Invalidità

La pensione di invalidità è impignorabile, così come l’indennità di accompagnamento. Questi assegni infatti sono contributi di assistenza a favore di persone che hanno dei problemi.

Dunque il legislatore ha deciso di escludere questa categoria di pensione dalla possibilità di pignoramento. Non ci sono limiti o minimo vitale: tutta la pensione di invalidità si considera vitale ed è impignorabile.