Secondo la legge italiana, le pene hanno carattere punitivo e rieducativo, ma se trascorre troppo tempo dal reato, la persona può essere cambiata, diversa: un ladruncolo può per esempio essere diventato un padre integerrimo che non ruba più nulla. Inoltre, se il tempo trascorso dal reato è tanto, per l’imputato può essere anche difficile dimostrare la propria innocenza. Per queste ragioni (e non solo) la legge prevede la prescrizione dei reati.
In questa guida completa sulla prescrizione reati ti spiego cos’è e come funziona, cosa prevede il codice penale, quali sono i termini di prescrizione dei reati, dei reati fiscali, tributari, ambientali, edilizi, fallimentari, sessuali, degli illeciti amministrativi, infine i tempi di prescrizione per chiedere il risarcimento danni legati a un illecito civile.
Indice
Cos’è e come funziona
Cosa significa. La prescrizione di un reato è la sua “scadenza”, ossia un termine oltre il quale lo stato non punisce più il colpevole. Per esempio, ci sono alcuni reati che si prescrivono entro 5 anni: significa che se commetti quel reato, lo stato ha tempo 5 anni per condannarti, trascorso tale tempo non può più perseguirti. Lo stesso vale per esempio per i reati tributari: anche in questo caso, se trascorre tot tempo (che vedremo nei paragrafi successivi) l’Agenzia delle Entrate non può più perseguirti.
La prescrizione risponde a un principio di civiltà giuridica, per farti un esempio: non ha senso punire una persona se sono trascorsi troppi anni e non ha più commesso quel reato. Chiaramente, ci sono alcuni reati che non hanno una prescrizione, perché sono troppo gravi: sono quei reati che prevedono l’ergastolo: per questi non c’è alcuna prescrizione (art. 157 codice penale).
Penali
Il diritto penale italiano prevede due tipi di prescrizione:
- Del reato, ossia non ha più senso perseguire un reato se è trascorso tot tempo;
- Della pena, ossia non ha più senso punire una persona che il tribunale aveva condannato, se sono trascorsi troppi anni. In altre parole, se dalla sentenza di condanna del giudice il colpevole si è sottratto alla pena (per esempio si è dato latitante..) e sono trascorsi tot anni, lo stato non ha più interesse a perseguirlo. Probabilmente stai storcendo il naso, ma questa è la legge.
In conclusione la prescrizione estingue il reato: per lo stato è come se non l’avessi commesso, non può più perseguirti.
Dopo quanto tempo si prescrive un reato
Molti si fanno questa domanda. Innanzitutto bisogna chiarire una cosa: la dicitura “reato penale” è sbagliata, perché un reato è sempre penale, in quanto non esiste il reato penale e il reato amministrativo.
Per meglio capirci: esistono gli illeciti, un illecito può essere civile, amministrativo, penale. E quando un illecito è di tipo penale, allora si chiama reato. Quindi non serve dire “reato penale”, basta dire “reato, perché un reato è sempre penale. Fatta questa importante precisazione, vediamo qual è la prescrizione dei reati.
I reati hanno una prescrizione pari alla pena massima prevista. Quindi se per un reato il codice penale prevede una pena massima di 8 anni, allora il suo termine di prescrizione è di 8 anni. Ogni reato infatti ha una sua pena, che può essere di un anno di reclusione, di due anni, di tre anni, di 10 anni. Quindi, per sapere qual è la prescrizione di un determinato reato, devi conoscere prima di tutto la pena prevista del codice civile.
Attenzione
I reati hanno una prescrizione minima di 6 anni se si tratta di delitto e di 4 anni se si tratta di sanzione amministrativa (multa). Quindi, se per esempio un reato prevede una pena di due anni, non si prescrive entro 2 anni, ma entro 6.
Attenzione
Se per quel reato il codice penale prevede l’ergastolo, non si prescrive mai.
Da quando decorre. La prescrizione decorre dal giorno in cui il reato è commesso o si considera commesso. Se quindi hai commesso un reato il 10 dicembre 2019 e tale reato prevede una pena di 5 anni, il reato si prescrive il 10 dicembre 2024. Nel caso di prescrizione della pena, il termine decorre dal giorno della condanna irrevocabile sentenziata dal giudice, oppure dal giorno in cui il colpevole si sottrae alla pena.
Atti interruttivi
Se durante questi anni ci sono degli specifici atti, la prescrizione si interrompe: ecco perché si parla di atti interruttivi. Se per esempio il giudice dispone un interrogatorio, allora la prescrizione si interrompe, perché in questo caso significa che lo stato si sta interessando a quel reato e alla ricerca del colpevole.
Tuttavia, considerando gli atti interruttivi, il termine di prescrizione può aumentare al massimo di un quarto. Quindi se per esempio un reato ha una prescrizione di 8 anni, a causa degli atti interruttivi la prescrizione può aumentare di massimo altri due anni, per un totale di dieci anni.
Tributari
Un illecito tributario, se assume dei contorni molto gravi, si trasforma in reato (ossia illecito penale). Con il tempo, il legislatore ha deciso di aumentare i termini di prescrizione per questo tipo di reati. Per i reati commessi dal 2011, i termini di prescrizione dei reati tributari sono i seguenti:
- 6 anni, per i reati di omesso versamento ritenute, IVA, oppure compensazione non spettante e sottrazione fraudolenta. In caso di atti interruttivi, la prescrizione arriva entro massimo 7 anni e mezzo;
- 8 anni, per i reati di dichiarazione dolosa, omessa presentazione dichiarazione, scritture contabili nascoste o distrutte, false fatture. In caso di atti interruttivi, la prescrizione arriva entro massimo 10 anni.
La sentenza Taricco ha previsto termini interruttivi più forti: in pratica la prescrizione si interrompe e riparte da zero più facilmente rispetto al passato. Per esempio, in caso di gravi reati IVA la prescrizione si interrompe e ricomincia da zero con qualunque atto interruttivo.
Amministrativi
Quando va in prescrizione un illecito amministrativo? Innanzitutto chiariamo che stiamo parlando di illeciti, quindi non di reati di natura penale, ma illeciti che determinano il pagamento di una sanzione/multa.
Nelle sanzioni amministrative rientrano:
- Le multe stradali;
- Le sanzioni tributarie, per non aver pagato le tasse.
Vediamole entrambe.
1. Prescrizione multe stradali
Innanzitutto le autorità devono notificarti la multa entro 90 giorni dalla tua violazione. Se te la notificano oltre questo limite, non è valida. Se ricevi la multa nei termini giusti, ossia entro 90 giorni, i tempi di prescrizione sono pari a cinque anni con decorrenza dal giorno in cui hai commesso l’infrazione (art. 28 L. n. 689/81). Quindi se il giorno 15 marzo 2020 hai parcheggiato in divieto di sosta e poi hai ricevuto una multa, essa si prescrive entro il 14 marzo 2025.
In conclusione, se le autorità non ti mandano alcun sollecito di pagamento, dopo 5 anni sei “liberato”. Se durante questi 5 anni ti mandano un sollecito di pagamento, allora i 5 anni si conteggiano dal giorno del sollecito di pagamento.
Esempio
Il giorno 15 marzo 2020 hai parcheggiato in divieto di sosta e poi hai ricevuto una multa, essa si prescrive entro il 14 marzo 2025. Il 10 febbraio 2024 però, ricevi un sollecito di pagamento: il tempo finora trascorso si azzerra e il nuovo termine di prescrizione è il 9 febbraio 2029.
2. Prescrizione sanzioni tributarie
Come spiegato nei paragrafi precedenti, se l’importo di tasse non pagate è molto alto e di una certa gravità, allora l’illecito amministrativo diventa reato, ossia illecito penale. Negli altri casi, se non paghi le tasse, commetti un illecito amministrativo e l’Agenzia delle Entrate ti invia una cartella, una richiesta di pagamento e le relative sanzioni.
Se hai ricevuto una sanzione amministrativa per mancato o ritardato pagamento di un’imposta, bisogna prima di tutto fare una differenza tra importo da versare a titolo di imposta evasa e importo da versare a titolo di sanzione.
Esempio
Ricevi una cartella di pagamento di importo pari a 2.000 euro, di cui 1.600 euro di imposta evasa e 400 euro di sanzione.
La prescrizione della:
- Sanzione, è pari a 5 anni (art. 28 L. n. 689/81);
- Imposta evasa, dipende dalla tipologia di imposta (per esempio, se si tratta di IVA, allora la prescrizione è di 10 anni; per la TARI la prescrizione è di 5 anni).
Civili
L’art. 2947 del codice civile stabilisce che, se a causa di un illecito hai subito dei danni, puoi chiedere il risarcimento entro 5 anni, termine che decorre dal giorno in cui hanno commesso l’illecito.
Se si tratta di danni causati da circolazione di veicoli, il diritto al risarcimento danni ha un termine di prescrizione di due anni. Se il fatto costituisce reato e per tale reato il codice penale stabilisce una prescrizione più lunga, allora lo stesso termine si applica anche alla richiesta di risarcimento danni.
Edilizi
L’abuso edilizio è un lavoro eseguito:
- Senza autorizzazione urbanistica;
- Senza segnalazione di inizio attività;
- Su terreno non fabbricabile.
Una costruzione abusiva ha due caratteristiche:
- È un reato di abuso edilizio;
- È un illecito amministrativo.
Le due cose sono molto diverse, perché il reato ha una prescrizione (pari a 4 anni), ma l’illecito no, in quanto il comune in qualunque momento può ordinare la demolizione della costruzione, anche se il reato si è prescritto.
Come detto poc’anzi, il reato di abuso edilizio ha una prescrizione di 4 anni, che salgono a 5 in caso di atto interruttivo (per esempio un decreto di citazione a giudizio).
Fallimentari
In caso di bancarotta fraudolenta, il termine di prescrizione è di 10 anni. Tale termine decorre non dal giorno della compimento del reato né tanto meno dalla presentazione del concordato preventivo: il termine di 10 anni decorre dalla sentenza di fallimento (Cass. pen. n. 15062/2011).
Affinché si configuri il reato di bancarotta fraudolenta infatti, occorre una sentenza del giudice, prima di tale sentenza, il fallimento non è ancora stato dichiarato.
Ambientali
In caso di reati ambientali, il termine di prescrizione è di 5 anni, dunque, dal momento del compimento del reato (Legge n. 103/2017). Quindi, in caso di processo dinanzi al giudice, se le sentenze dei tre gradi di giudizio (Primo Grado, Appello e Cassazione) arrivano dopo 5 anni, il reato è prescritto. La sentenza dei tre gradi di giudizio dunque, deve arrivare entro 5 anni.
Alcuni esempi di reati ambientali:
- Appiccamento di incendio a un bosco (423 bis c.p.);
- Versamento di veleni nelle acque (439 c.p.);
- Uccisione di animali (544 bis c.p) o maltrattamento (544 ter c.p.);
- Combattimenti tra animali (544 quinquies c.p);
- Deterioramento del patrimonio storico, artistico pubblico (733 c.p.).
Sessuali
Denunciare una violenza dopo anni, a cosa può portare? Il colpevole può pagare oppure il suo reato è prescritto? E’ questa la prima domanda che si pone chi ha subito abusi sessuali.
L’art. 609-septies del codice penale sottolinea che la vittima di abuso sessuale ha sei mesi di tempo per querelare, trascorsi questi sei mesi il reato non è perseguibile. Se la vittima presenta querela, entro i sei mesi, il reato può comunque andare in prescrizione, entro 15 anni (art. 157. c.p.).