Quanto dura una prestazione occasionale? Tanti di noi conoscono questa formula, molto utilizzata da chi effettua lavori saltuari, per esempio studenti o giovani appena laureati che si inseriscono nel mondo del lavoro, inizialmente attraverso delle piccole collaborazioni. Una prestazione occasionale quanto può durare?
La prestazione occasionale, prima di tutto, é una collaborazione non subordinata, attraverso il quale il collaboratore presta il proprio lavoro in maniera autonoma, non vincolata da orari predeterminati e rigidi. Inoltre, affinchè la prestazione possa essere ritenuta occasionale e quindi per le cui attività possa essere emessa una nota con ritenuta d’acconto, occorre non superare determinati limiti, temporali e di reddito. Vediamoli insieme.
Il rapporto di prestazione occasionale é regolato dall’art. 61 del D.Lgs. 276/2003 e l’art. 4 della legge 30, i quali sottolineano che per prestazioni occasionali si intendono i rapporti di lavoro con una durata totale non superiore a 30 giorni nell’arco di un anno solare (ossia da gennaio a dicembre).
Inoltre, affinchè la prestazione possa essere ritenuta occasionale, occorre non superare il limite di 5000 euro netti pe rla totalità dei committenti. Possiamo quindi avere più committenti, ma il reddito totale derivante dalle prestazioni occasionali non deve superare i 5000 euro netti. Non possiamo quindi avere un lavoro occasionale che rende per esempio 5000 euro da un committente e altri 4000 euro da un altro committente.
Se si superano questi limiti la prestazione non é più occasionale e occorre l’iscrizione all’INPS per il versamento dei contributi previdenziali.