Vorresti avviare un’attività in modo autonomo, ma ci stai pensando e ripensando, perché aprire la partita IVA non ti conviene (qui ti ho elencato i 10 motivi per cui non conviene aprire partita IVA). A conti fatti, i costi sono decisamente alti rispetto a quello che pensi di guadagnare e tutto ciò ti fa desistere dal cominciare. In realtà c’è una possibilità: le prestazioni occasionali.

In questa guida completa sulla prestazione occasionale senza partita IVA ti spiego cos’è e come funziona, chi la usa, i limiti previsti, come fatturare, ti fornisco un fac simile di ricevuta classica e un fac simile senza ritenuta d’acconto (per le prestazioni tra privati), quando pagare i contributi INPS e infine la tassazione applicata in fase di dichiarazione dei redditi.

Cos’è

Una prestazione occasionale è un lavoro svolto in maniera autonoma, senza subordinazione con l’azienda committente e che avviene saltuariamente (art. 2222 c.c.). Le caratteristiche principali di una prestazione occasionale quindi sono:

  • Autonomia. Il lavoratore svolge il suo lavoro in modo indipendente e libero;
  • Assenza di subordinazione. Il lavoratore non deve attenersi a regole e orari aziendali;
  • Saltuarietà. La prestazione avviene occasionalmente, non è un lavoro continuativo.

Le prestazioni occasionali sono disciplinate dal codice civile (a partire dall’articolo 2222) e dall’articolo 54 bis della Legge n. 96/2017.

La saltuarietà è molto importante ai fini dell’assenza di partita IVA:

  • Se il lavoro è abituale, stabile, allora serve la partita IVA: si tratta di un lavoro svolto in modo professionale e abituale.
  • Se invece il lavoro è saltuario, occasionale, la partita IVA non serve. Il lavoratore può operare senza dover aprire partita IVA.

Si tratta di una regola di buon senso che ha previsto il legislatore: inutile sobbarcare un lavoratore occasionale di tutti i costi e le incombenze di una partita IVA, per dei lavori occasionali. Per questo tipo di prestazioni ci sono altri modi per mettersi in regola, per pagare le tasse e presentare la dichiarazione dei redditi, come vedrai in questa guida.

Chi la usa

In genere, fanno uso delle prestazioni occasionali tutti quei lavoratori autonomi che svolgono lavori di tipo saltuario. Oppure persone che vogliono iniziare un’attività, iniziano (se possibile) in modo occasionale e poi se le cose iniziano ad andare bene allora aprono partita IVA.

Limiti

Per poter lavorare senza partita IVA, quindi con contratto di prestazione occasionale, occorre rispettare due limiti:

  1. La collaborazione con una stessa azienda non deve superare 30 giorni in un anno solare. Quindi se per esempio lavori 20 giorni a maggio per un’impresa, entro maggio dell’anno successivo puoi lavorare al massimo altri 10 giorni per quella stessa impresa. I 30 giorni quindi non si conteggiano dal 1 gennaio al 31 dicembre, ma appunto da quando parte la collaborazione. Se la collaborazione supera i 30 giorni non è più occasionale ma abituale;
  2. Il totale dei compensi percepiti da una stessa impresa non deve superare i 5000 euro lordi in un anno solare. Stesso ragionamento di prima: se per esempio lavori a maggio per un’impresa e guadagni 3000 euro, entro maggio dell’anno successivo puoi lavorare al massimo per altri 2000 euro per quella stessa impresa. Se i compensi occasionali superano i 5.000 euro lordi scatta l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata dell’Inps. A quel punto bisogna versare i contributi sull’eccedenza rispetto ai 5.000 euro. Quindi se per esempio da quel committente guadagni 8000 euro in un anno, allora sono dovuti contributi su 3000 euro.

Prestazione occasionale: limite 5000 euro lordi o netti

La risposta è già nei passi precedenti. Il limite di 5000 euro per committente si intende lordo.

Come fatturare

Se lavori con un contratto di prestazione occasionale, non devi emettere fattura, quindi il termine “fatturare” non è esatto. In qualche modo però devi attestare il compenso ricevuto, perché su quei soldi poi devi presentare la dichiarazione dei redditi e pagarci le tasse.

Se effettui una prestazione occasionale, al termine di ogni attività devi fare una cosa molto semplice: emettere una ricevuta per prestazione occasionale, a cui devi applicare il 20% di un’imposta, detta ritenuta d’acconto.

Nel prossimo paragrafo trovi alcuni modelli già pronti per l’uso.

Fac simile modello pdf

Di seguito trovi alcuni modelli da usare come ricevuta di prestazione occasionale.

1. Prestazione occasionale effettuata verso un’impresa

Se il tuo cliente è un’impresa, quindi ha partita IVA, allora al tuo compenso devi detrarre il 20% di imposta (detta ritenuta d’acconto). Il 20% lo tiene l’impresa e poi questi soldi li versa all’Agenzia delle Entrate per tuo nome e conto.

Se quindi il tuo compenso è di 500 euro, 400 l’impresa li consegna a te, 100 (ossia il 20%) li trattiene e li versa all’Agenzia. Ecco perché in questa ricevuta di esempio il compenso lordo è 500, quello netto è 400.

Scarica subito il modulo fac simile compilabile WORD da usare come ricevuta per la tua prestazione, inserendo la ritenuta d’acconto del 20%.

2. Prestazione occasionale effettuata verso privati

Se effettui la prestazione verso un privato, quest’ultimo non può farti da sostituto di imposta: non può versare per tuo nome e conto la ritenuta all’Agenzia delle Entrate. Dunque tu devi incassare i 500 euro complessivi (senza trattenute).

Sarai poi tu a versare le imposte, attraverso la dichiarazione dei redditi che farai l’anno successivo (ti aiuterà il tuo commercialista o altro consulente di fiducia). La ricevuta che devi emettere è quindi senza ritenuta d’acconto.

Scarica subito il modulo fac simile compilabile WORD per la ricevuta di prestazione occasionale tra privati, ossia senza ritenuta d’acconto

INPS e contributi

Se svolgi solo delle prestazioni occasionali, non hai obbligo di iscriverti all’INPS e versare i contributi previdenziali. Il tuo lavoro è saltuario, dunque non è prevista iscrizione all’INPS.

Se però superi i 5.000 euro di compensi (come scritto nei precedenti paragrafi) allora devi iscriverti alla Gestione Separata dell’INPS, ossia la gestione dedicata appunto ai lavoratori autonomi. In qualità di prestatore occasionale sei infatti un lavoratore autonomo.

Dichiarazione dei redditi e tassazione

I compensi che percepisci in qualità di prestazione occasionale devi dichiararli al fisco, attraverso la dichiarazione dei redditi (modello 730 o Unico) ai sensi dell’art. 67 del TUIR. Tali redditi vanno inseriti nella voce “Redditi diversi”.

Se i tuoi compensi totali non superano 4.800 euro lordi annui e non hai altri redditi oltre quelli da prestazione occasionale, non hai obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi. Ma ti conviene presentarla lo stesso, perché se sui compensi percepiti hai applicato la ritenuta d’acconto, hai diritto al rimborso della stessa (vale solo per chi ha redditi inferiori a 4.800 euro).