Quella del procacciatore d’affari è una figura che opera nel commercio dei prodotti e dei servizi, in collaborazione con un’azienda detta “preponente” allo scopo di promuovere l’azienda e ottenere dei nuovi clienti. Il procacciatore dunque opera come intermediatore tra clienti e azienda.
In questa guida completa sul procacciatore d’affari ti spiego chi è e cosa fa, cosa dice la normativa in merito, quali sono i requisiti previsti, se esiste un albo a cui iscriversi, ti spiego quando si tratta di un’attività occasionale e quando continuativa ed infine ti fornisco un fac simile di contratto.
Chi è cosa fa
Il procacciatore d’affari è una persona che lavora per un’azienda allo scopo di trovare nuovi clienti. La caratteristica fondamentale di questa attività è l’assenza di un vincolo di stabilità con l’azienda per cui lavora.
È importante fare subito una differenza con l’agente di commercio. Innanzitutto, come già accennato la stabilità: un agente di commercio lavora sulla base di un contratto di agenzia, il procacciatore no. Può lavorare stabilmente per un’azienda, anche con un contratto (un contratto di procacciamento non di agenzia) nulla glielo vieta, ma ciò è deciso dalla sua libera volontà e ripetiamo, non da un contratto di agenzia, che comporta più precisi obblighi e vincoli.
Inoltre, il procacciatore d’affari ottiene un compenso solo nel momento in cui conclude la vendita, solitamente ottiene un fisso o una percentuale sul prezzo del bene/servizio venduto. L’agente di commercio invece, di solito matura il diritto alla ricompensa già nel momento in cui trova potenziali clienti, anche se poi la vendita non va a buon fine.
Normativa
L’attività di procacciatore, a differenza di quella di agente di commercio, non è regolamentata da norme di legge. Non ci sono quindi requisiti specifici né albi a cui iscriversi.
Il rapporto di procacciamento non ha vincoli di stabilità né di esclusività con l’azienda per cui lavora, ciò non toglie che un procacciatore possa comunque avere un contratto per lavorare per una stessa azienda per lungo tempo.
Ma tutto dipende dalla sua libera volontà e da un contratto che deve essere diverso da quello di agenzia, visto che un contratto di agenzia ha altre caratteristiche e vincoli precisi (Cassazione Civile Sez. Lavoro n. 7799/98; Cassazione Civile Sez. Lavoro n. 1441/05). Affinché si parli di procacciamento, non deve mai mancare la libera iniziativa del procacciatore.
In un rapporto di procacciamento quindi mancano i seguenti segni distintivi:
- Subordinazione;
- Obblighi di esclusiva;
- Accordi che vietano la concorrenza.
Questi sono tutti elementi che invece si trovano nel contratto di agenzia.
In conclusione, se un’azienda utilizza un lavoratore con contratto di procacciamento, ma poi questo assume i connotati e le caratteristiche di agenzia, allora non si tratta di procacciamento ma di agenzia, con tutti i doveri e gli obblighi che ne conseguono verso il lavoratore (pagamento contributi Enasarco, ecc.). Un contratto di procacciamento non deve essere usato per eludere un contratto di agenzia.
Requisiti
Non ci sono particolari requisiti che deve avere un procacciatore d’affari. L’attività di procacciamento, come detto poc’anzi, non è regolamentata dalla legge, dunque non sono previsti requisiti o iscrizioni ad albi particolari, né tanto meno il superamento di esami o corsi.
Mentre l’agente di commercio deve possedere determinati requisiti morali e professionali, per i procacciatori al momento non sono previsti requisiti precisi. C’è poi da dire che fino al 2017 gli agenti dovevano iscriversi al Ruolo degli Agenti e Rappresentati di commercio (una sorta di albo), mentre ora non sono più neanche obbligati.
Contratto
L’azienda il procacciatore stipulano un contratto, una lettera di incarico con cui da’ mandato per lo svolgimento dell’attività. La lettera di incarico deve contenere:
- I dati dell’azienda preponente;
- I dati del procacciatore;
- La descrizione dell’attività;
- La durata del mandato;
- Il compenso;
- Gli obblighi delle parti;
- Data e firma.
Di seguito trovi un fac simile di contratto lettera mandato procacciatore d’affari.
Scarica subito il modulo fac simile compilabile WORD della lettera di mandato tra azienda e procacciatore.
E ora passiamo a come inquadrare fiscalmente il procacciatore, se è obbligatorio aprire partiva IVA oppure no, quando e come.
Occasionale
Se il tuo lavoro è di tipo occasionale, allora non sei obbligato ad aprire partita IVA. Semplice. Ma la cosa diventa un po’ più complicata nel momento in cui ci si chiede: quando una collaborazione è occasionale e quando non lo è. Molti pensano che basti non superare i 5.000 euro annui per essere in regola con l’occasionalità. Invece non è così.
Basti pensare a un negozio, magari appena aperto, e fattura a malapena 5.000 euro annui. Allora non dovrebbe aprire partita IVA? Oppure uno psicologo che decide di aprire uno studio, non dovrebbe aprire partita IVA perché non supera i 5.000 euro annui? La questione è ben diversa e troppo spesso si fa confusione. Il limite di 5.000 euro annui non ha nulla a che vedere con l’apertura della partita IVA, ma con l’iscrizione all’INPS.
Il lavoro di procacciatore d’affari è di tipo occasionale, quindi, non occorre aprire la partita IVA, non ne sei obbligato. Puoi lavorare con una classica ricevuta a cui applicare la ritenuta d’acconto del 20%, su cui apporre una marca da bollo di 2 euro se l’importo è maggiore di 77 euro.
Se superi i 5.000 euro annui devi iscriverti alla Gestione Separata INPS, ma anche superando questo tetto non sei comunque obbligato ad aprire partita IVA, poiché il lavoro di procacciatore è, per definizione, occasionale e non professionale, dunque non obbliga ad aprire partita IVA.
Continuativo
Il fatto che in qualità di procacciatore tu non sia obbligato ad aprire partita IVA, ciò non significa che tu non possa farlo. Se lo ritieni opportuno puoi aprire partita IVA con codice Ateco specifico. Ci sono vari codice Ateco e devi scegliere in base alla tua attività. Per esempio il codice Ateco 46.19.02 si riferisce a “procacciatori d’affari di vari prodotti senza prevalenza di alcuno”, il codice Ateco 46.16.08 si riferisce a “procacciatori di affari di abbigliamento”. Il tuo commercialista saprà senz’altro consigliarti il codice Ateco giusto per la tua attività.
Avendo la partita IVA dovrai iscriverti all’INPS, non all’Enasarco perché l’Enasarco è dedicato agli agenti di commercio e come abbiamo spiegato all’inizio, agente e procacciatore sono due cose ben diverse. Dovrai quindi ogni anno pagare le tasse e i contributi INPS, come tutti i professionisti che hanno una partita IVA. Per risparmiare sulle tasse puoi aprire la partita IVA in regime forfettario.