Grazie alla dichiarazione dei redditi (presentata tramite modello 730 o modello Unico – RPF), puoi detrarre le spese sanitarie e ottenere un rimborso IRPEF, direttamente in busta paga, sulla pensione, oppure usare il credito in compensazione se hai la partita IVA. Per ottenere il rimborso, devi indicare queste spese nella dichiarazione.
Ci sono però alcune spese sanitarie, per le quali non ti spetta il rimborso e che non vanno indicate. In questa guida completa ti spiego se il punto 441 su CU va indicato nel 730 (o Unico) e la differenza tra gli importi inseriti nel punto 441 e nel punto 442 (che sono correlati tra loro).
Va indicato nel 730 e Unico
Quando presenti la dichiarazione dei redditi, puoi detrarre le spese e ottenere un rimborso del 19%, considerando una franchigia di 129,11 euro.
- Nel 730 le spese sanitarie devi indicarle: nel quadro E – Oneri e spese, dal rigo E1 a E4, puoi indicare le spese sanitarie che hai sostenuto durante lo scorso anno.
- Nel’Unico (Redditi PF) le spese sanitarie devi indicarle: nel quadro RP, dal rigo RP1 a RP6, puoi indicare le spese sanitarie che hai sostenuto durante lo scorso anno.
Ci sono delle specifiche spese sanitarie, che non vanno indicate nella dichiarazione dei redditi perché non sono detraibili. Nello specifico, non deve indicare le spese sanitarie che sono state rimborsate, ad esempio:
- Le spese risarcite dal responsabile di un danno, per danni provocati alla persona da terzi;
- Le spese risarcite da altre persone diverse dal responsabile ma a nome de responsabile, per danni provocati alla persona da terzi;
- Le spese sanitarie rimborsate a grazie a contributi per assistenza sanitaria pagati dall’azienda datrice di lavoro o dall’INPS o da casse assistenziali o da te stesso. Questi contributi li trovi al punto 441 della CU (Certificazione Unica), per il limite fino a 3.615,20 euro.
Vediamo più da vicino come trattare le spese sanitarie rimborsate, appena accennate al punto 3.
- Nel punto 441 della CU trovi le spese sanitarie rimborsate, fino al limite di 3.615,20 euro. Queste spese non rappresentano reddito e non vanno inserite nel 730 né nell’Unico.
- Nel punto 442 della CU trovi la quota di spese sanitarie maggiore di 3.615,20 euro, che fa reddito, e va inserita in dichiarazione, in proporzione a tale quota. Per determinare tale proporzione, devi considerare anche gli importi che eventualmente trovi nel punto 575 e/o 595 della CU.
Spese che puoi rateizzare
Una volta che hai compilato i righi da E1 a E3, se il totale di questi tre punti supera 15.493,71 euro, puoi optare per la rateizzazione della detrazione. Significa che al posto di ricevere il rimborso tutto insieme, decidi di riceverne poco alla volta. Nello specifico puoi optare per la rateizzazione in quattro quote annuali.
Esempio
Supponiamo che ti spettino 4.000 euro di rimborso per spese sanitarie. Puoi ottenere i 4.000 euro tutti in un anno, oppure 1.000 euro all’anno.
A che scopo chiedere la rateizzazione? A primo impatto può sembrare poco vantaggioso, inutile, chiedere di ricevere il rimborso a rate. Di solito sono i pagamenti che si preferiscono pagare a rate. Ma un rimborso, meglio tutto e subito.
La motivazione in realtà c’è: per esempio in caso di incapienza. Per incapienza si intende quando il rimborso a cui hai diritto è maggiore delle tasse versate durante l’anno. In caso di incapienza, in genere non hai diritto a un rimborso. Facciamo un esempio concreto per comprendere meglio il concetto di incapienza.
Supponiamo che tu lo scorso anno abbia versato 2.000 euro di imposte risultanti dalla CU (Certificazione Unica). In base alle spese che hai effettuato e che puoi detrarre, hai diritto a 2.500 euro di rimborso. Di questi 2.500 euro, 500 euro risultano incapienti, perché maggiori delle imposte versate.
Quindi ottieni un rimborso di soli 2.000 euro, perché quello è il limite di imposte versate. L’Agenzia delle Entrate non può restituirti/rimborsati qualcosa che non hai versato: il rimborso spettante è nel limite delle imposte che hai versato.
E torniamo dunque alla possibilità di rateizzazione. Ecco perché può essere conveniente. Per non perdere i 500 euro dell’esempio, potresti chiedere la rateizzazione del rimborso in quattro rate, pari a circa 630 euro all’anno per quattro anni. In questo modo ottieni tutto il rimborso di 2.500 euro, non perdi i 500 euro.
Spese sanitarie
Vediamo ora in generale, quale trattamento spetta alle spese sanitarie che hai sostenuto. L’ordinamento fiscale italiano prevede un rimborso pari al 19% delle spese sostenute, considerando una franchigia di 129,11 euro. Dunque supponiamo che tu abbia speso 1.000 euro di costi sanitari.
Di questi 1.000 euro ti spetta un rimborso pari a:
1.000 – 129,11 = 870,89 euro
19% di 870,89 euro => 165,46 euro è il rimborso che ti spetta.
Il rimborso lo ottieni direttamente in busta paga: te lo versa il datore di lavoro. Non devi fare alcuna richiesta particolare, è l’Agenzia delle Entrate che lo avvisa. Se invece sei pensionato, il rimborso lo ricevi sulla pensione.
Puoi portare in detrazione sia le spese che hai sostenuto per te stesso, sia quelle per i familiari a carico dunque per esempio il coniuge o i figli.