La dichiarazione dei redditi, presentata attraverso il 730 o il modello redditi PF, è il documento che ti permette di comunicare all’Agenzia delle Entrate quali sono stati i tuoi redditi e le spese detraibili e deducibili, in modo da ottenere, solitamente, un rimborso. Ci sono però alcuni redditi che non vanno inseriti nella dichiarazione, per una serie di motivi.

In questa guida completa ti spiego se il punto 465 su CU va indicato nel 730 (o modello redditi PF), che tipologia di redditi rientrano in questo punto, infine quali sono i redditi esenti da imposizione fiscale.

Non va indicato nel 730

Il nostro ordinamento, prevede particolari tipologie di reddito che, per vari motivi, non devi indicare nella dichiarazione dei redditi. Per fare qualche esempio, i redditi che sono tassati alla fonte (ossia già tassati da chi ti ha pagato), oppure i redditi esenti da imposta.

La legislazione fiscale italiana, prevede anche dei redditi solo parzialmente esenti da tassazione. Dunque, una parte di questi redditi è soggetta a tassazione, mentre la restante parte non viene tassata, non si pagano tasse su quell’importo.

Nello specifico, nel punto 465 della CU (Certificazione Unica), trovi l’importo del reddito esente, insieme al codice 21 indicato nel punto 464. Dunque, se per esempio hai percepito un reddito pari a 1.000 euro, di cui 600 euro soggetti a tassazione e 400 euro non soggetti a tassazione, questi 400 euro li trovi nel punto 465.

I 400 euro che trovi nel punto 465 non devi indicarli nel 730 o Redditi PF, sono redditi esenti, quindi non c’è bisogno di dichiararli, visto che non sono soggetti a imposte.

Redditi esclusi dalla dichiarazione dei redditi

Quali sono i redditi esclusi dalla dichiarazione dei redditi. Nella legislazione fiscale italiana, ci sono particolari tipologie di reddito che non occorre indicare nel modello 730 (o redditi PF). Ad esempio perché si tratta di un reddito già tassato alla fonte, oppure un reddito esente da imposta.

Di seguito trovi la lista dei redditi esenti da imposta e che non vanno indicati in dichiarazione dei redditi:

  • Attività di lavoro autonomo occasionale (se non supera determinato importo);
  • Rendite INAIL;
  • Voucher INPS relativi a prestazione occasionale accessoria;
  • TFR;
  • Pensioni, assegni e indennità di accompagnamento;
  • Assegni per ciechi, sordomuti;
  • Assegni erogati a hanseniani;
  • Pensione sociale;
  • Reddito di cittadinanza;
  • Pensione di cittadinanza;
  • Compensi derivanti da attività sportive dilettantistiche se non superano i 7.500 euro;
  • Pensioni sociali;
  • Indennità di mobilità di cui all’art. 7, co. 5, della L. n.223/1991 per la parte che viene spesa per costituire società cooperative;
  • Assegno di maternità per le donne disoccupate (L. n. 448/98);
  • Alcuni assegni di ricerca e alcune borse di studio.

Vediamo da vicino alcune di queste voci.

TFR

Anche il TFR, conosciuto come liquidazione, è escluso da tassazione. Il TFR infatti è soggetto a tassazione separata: lo tassa direttamente il datore di lavoro nel momento in cui te lo paga. Lo stesso vale per tutte le altre indennità erogate in seguito a cessazione del lavoro, quali ad esempio le indennità di preavviso, oppure le indennità per patto di non concorrenza. Questi importi dunque, essendo già stati tassati, non devono essere indicati nella dichiarazione dei redditi.

Voucher INPS

Tramite i voucher, chi presta collaborazioni di tipo occasionale, può ricevere un pagamento in regola. Classici esempi sono quelli di una baby sitter, oppure di un addetto alle pulizie, una colf, un commesso in un negozio. Purché si tratti di lavori autonomi e occasionali. Il compenso percepito da chi lavora e riceve il voucher, è che è esentasse: tale reddito è escluso da imposizione fiscale.

In qualità di prestatore di lavoro, puoi usare i voucher INPS se sussistono entrambi i seguenti requisiti:

  1. I tuoi guadagni tramite voucher non superano i 9.333 euro lordi annui;
  2. Per ogni committente (datore di lavoro) non superi i 2.693 euro lordi annui (Circ. Inps n. 149/15).

Se quindi hai per esempio due committenti, con ognuno di loro non puoi guadagnare più di 2.693 euro lordi annui. Se superi questa soglia, non puoi più usare i voucher per ricevere il compenso.

Alcune Borse Di Studio

Un’altra categoria di redditi esclusi da tassazione, è quella legata a specifiche borse di studio percepite. In generale, alle borse di studio si applica la stessa imposizione prevista per i redditi da lavoro dipendente (le borse di studio rappresentano “reddito assimilato”). Tuttavia, ci sono alcune borse di studio esenti (art. 4, Legge n. 476/1984):

  • Borse di studio erogate ai sensi della L. n. 398/1989;
  • Borse di studio erogate da Regioni o Province autonome di Trento e Bolzano, ai sensi della L. n. 390/1991.

In questo caso, essendo borse di studio che non concorrono alla formazione del reddito, non devi indicarle nella dichiarazione dei redditi.

Tutti questi importi quindi li trovi nella CU (Certificazione Unica), ma il fatto che siano presenti in CU non significa che vadano dichiarati necessariamente. Se si tratta di redditi esenti, non bisogna inserirli nel modello di dichiarazione. Se invece si tratta di redditi sottoposti a tassazione, allora bisogna indicarli.