Secondo l’attuale disciplina prevista dall’Agenzia delle Entrate, quando un contribuente effettua una compensazione, deve sempre compilare e presentare il modello F24, anche se il modello ha un saldo pari a zero. Se non lo fa, si ravvisa un’omessa presentazione del modello F24.
Trattandosi di omissione, sono applicate delle sanzioni, seppur minime, da pagare sempre tramite modello F24, per chi si avvale del ravvedimento operoso, istituto utile a tutti quei contribuenti che desiderano regolarizzare la propria posizione contributiva con l’Agenzia delle Entrate. Vediamo di seguito come compilare il modello e i codici tributo da indicare.
Sanzione e codice tributo
Il ravvedimento operoso è una possibilità prevista anche per i contribuenti che omettono di inviare i modelli F24 a zero: i modelli F24 nei quali non sono indicate somme concrete da versare, ma che servono solo per specificare che, un determinato debito, è stato compensato tramite il credito vantato su altre imposte (per esempio contributi INPS o altri tributi).
La presentazione del modello F24 con saldo a zero infatti, anche se non indica un pagamento concreto, ha il preciso scopo di comunicare agli Enti coinvolti i versamenti e le compensazioni operate. In questo modo l’Agenzia delle Entrate può agevolmente assegnare gli importi spettanti a ognuno di questi Enti.
L’omissione può essere regolarizzata come segue: è sufficiente presentare un modello F24, entro la scadenza per la presentazione della dichiarazione anno in cui c’è stata l’omissione. In questo modello, occorre indicare il codice tributo 8911 nella sezione “Erario” e versare quindi una unica somma, che rappresenta la sanzione, che è pari a:
- 6 euro (1/8 di 51 euro), se il ritardo non supera i 5 giorni;
- 19 euro (1/8 di € 154), se il ritardo é superiore a 5 giorni.
Ovviamente, ricordiamo sempre di conservare le ricevute di versamento, nel caso in cui il fisco dovesse ravvisarci l’omissione, avremo la ricevuta del suddetto F24 pagato.