Allo scopo di contrastare l’evasione e l’elusione fiscale, lo Stato, insieme all’Agenzia delle Entrate, mette in atto una serie di metodi per scoprire coloro che evadono il fisco: dal redditometro agli studi di settore, dallo spesometro fino addirittura al controllo dei conti correnti bancari e postali.

Ovviamente, per l’Agenzia delle Entrate, non tutti gli illeciti fiscali hanno la stessa rilevanza: le sanzioni partono da modiche somme amministrative fino ad arrivare alla detenzione, per i reati fiscali importanti. Vediamo in questa guida quando un reato è penale, le sanzioni e le pene applicate per danno erariale rilevante e i tempi di prescrizione.

Decreto ingiuntivo

Soglia: è un reato penale

Il fisco ha previsto nuovi reati tributari tramite un abbassamento della “soglia penale” di alcuni illeciti fiscali. Questa soglia é di tipo quantitativo, nel senso che la gravità del reato aumenta all’aumentare della soglia di tasse evase.

Ciò significa che, chiaramente, se un cittadino dimentica di fare la dichiarazione dei redditi e non paga 1000 euro di IRPEF, sarà tenuto solo al pagamento di una sanzione amministrativa + interessi di mora, ma non rischierà di certo il carcere.

I nuovi reati tributari: pene

Un illecito fiscale diventa reato penale (e quindi, oltre alla sanzione amministrativa è prevista anche la detenzione) solo nei seguenti casi (Dlgs 74/2000, come modificato dal Dl 138/2011):

1. Dichiarazione fraudolenta: consistente in una falsificazione delle dichiarazioni dei redditi o Iva tramite false fatture o alterazione delle scritture contabili. Il reato assume natura penale solo se si superano questi limiti:
– l’imposta evasa è maggiore di 30mila euro;
– i redditi non dichiarati sono superiori 5% del totale o ammontano almeno a 1 milione di euro.

Pena prevista: reclusione da 1 anno e 6 mesi fino a 6 anni.

2. Dichiarazione infedele: in questo caso non ci sono false fatture (come nel caso precedente, ma ci sono comunque delle dichiarazioni non veritiere fatte in maniera consapevole allo scopo di evadere le tasse. Il reato assume natura penale solo se si superano questi limiti:
– l’imposta evasa è maggiore di 50mila euro;
– i redditi non dichiarati sono maggiori del 10% del totale o ammontano almeno a 2 milioni di euro.

Pena prevista: reclusione da 1 fino a 3 anni.

3. Dichiarazione omessa: consiste nella mancata presentazione delle dichiarazioni dei redditi o Iva, quando non veng0ono presentate entro 90 giorni dalla scadenza. Il reato assume natura penale solo se se l’imposta evasa è maggiore di 30mila euro

Pena prevista: reclusione da 1 a 3 anni.

4. Emissione di fatture false: chi emette fatture false al fine di agevolare a terzi l’evasione di imposte sui redditi o IVA (vedi sopra reato 1. Dichiarazione fraudolenta), indipendentemente dall’importo, rischia una reclusione da da 1 anno e 6 mesi fino a 6 anni.

4. Occultamento o distruzione di documenti contabili: chi distrugge o occulta scritture contabili o altri documenti che devono obbligatoriamente essere conservati, al fine di non permettere la ricostruzione del reddito, è punito con la reclusione da 6 mesi a 5 anni.

Per tutti i reati penali di cui sopra non si applica la sospensione condizionale della pena se le tasse evase sono superiori al 30% del volume d’affari o comunque superiori ai 3 milioni di euro.

Prescrizione

Prescrizione significa che, oltre un determinato periodo di tempo, il reato, seppur commesso, non è più perseguibile. Il reato quindi non potrà più essere contestato e non potranno essere applicate relative sanzioni e pene.

Prima delle riforma i tempi di prescrizione dei reati penali erano di sei anni. Con l’ultima riforma sono passati a 8 anni.