Ai sensi del D.P.R. n. 633/72, le partite IVA in regime forfettario devono pagare l’imposta di bollo, pari a 2 euro, se la fattura supera l’importo di 77,47 euro. Questo obbligo vale per tutte le fatture, sia in formato cartaceo che in formato elettronico.

In questa guida completa su regime forfettario e marca da bollo ti spiego come funziona, come inserire l’imposta in fattura, chi la paga (se tu oppure il cliente), infine in quale caso fa reddito, fa ricavo, dunque rappresenta un importo da assoggettare a imposta sostitutiva.

Cosa fare

Ogni volta che emetti fattura, se l’importo della stessa è maggiore di 77,47 euro, allora devi apporre la marca da bollo. La marca da bollo devi apporla sia sulle fatture cartacee che su quelle in formato elettronico.

Per legge infatti, nelle tue fatture tu non applichi l’IVA, dunque ai sensi del D.P.R. n. 633/1972 devi apporre la marca da bollo. Vediamo come fare in entrambe le situazioni: sia in caso di fattura cartacea che in caso di fattura elettronica.

Cartacea

Se emetti una fattura cartacea, devi apporre la marca da bollo se l’importo è maggiore di 77,47 euro. La marca da bollo puoi trovarla presso una classica tabaccheria: basta chiedere una marca da bollo da 2 euro. Una volta acquistata, non devi far altro che incollarla sulla fattura.

Attenzione

Ricorda che la data di emissione della marca da bollo non può essere successiva a quella di emissione della fattura. Se quindi hai emesso una fattura, per esempio, il 15 giugno 2024, allora la marca da bollo deve avere una data di emissione precedente al 15 giugno o al massimo il 15 giugno. Se presenta una data successiva, anche di un solo giorno (per esempio il 16 giugno), rischi delle sanzioni amministrative.

Suggerimento

La cosa migliore da fare, è comprare un pacchetto di marche da bollo, per esempio 20 marche da bollo e tenerle sempre conservate. Così appena emetti fattura, hai già una marca disponibile e sai per certo che la data è precedente all’emissione.

Fatture elettroniche

La fattura elettronica è entrata in vigore ormai da anni e anche chi è in regime forfettario non ne è esente. Quando emetti una fattura elettronica, la questione è molto più semplice: se emetti la fattura tramite la piattaforma Fatture e Corrispettivi, allora nel momento in cui la compili devi semplicemente mettere la spunta su Bollo virtuale.

In questo modo la fattura è completa di imposta di bollo. Le regole sono le stesse che valgono per la fattura cartacea: la marca, pari a 2 euro, è necessaria nel momento in cui la fattura supera l’importo di 77,47 euro. Se è uguale a 77,47 euro o inferiore, l’imposta di bollo non devi pagarla.

Chi la paga

La marca da bollo è a carico di chi emette la fattura. Quindi tu, imprenditore o libero professionista, sei tenuto a versare l’imposta di bollo all’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, nulla ti vieta di addebitarla al tuo cliente finale. Ti faccio un esempio concreto.

Supponiamo che tu sia un traduttore e svolga una consulenza per un importo di 1.000 euro. Alla fattura non applichi né IVA né ritenuta d’acconto, essendo tu appunto in regime forfettario, quindi il cliente dovrebbe pagarti 1.000 euro tondi tondi.

Su questa fattura, essendo di importo superiore a 77,47 euro, devi pagare l’imposta di bollo. Hai due opzioni:

  • Pagarla tu, quindi fare una fattura di 1.000 euro, di cui 998 di prestazione professionale e 2 euro di bollo;
  • Addebitarla al cliente, quindi fare una fattura di 1.002 euro, di cui 1.000 di prestazione professionale e 2 euro di bollo.

Attenzione però, nel momento in cui fai pagare l’imposta di bollo al cliente, c’è da considerare che questa diventa reddito a tutti gli effetti. Chiariamo meglio questo aspetto nel prossimo paragrafo, considerando l’interpello 428/2022 con cui l’Agenzia delle Entrate ha chiarito ogni dubbio.

Fa reddito

Se addebiti l’imposta di bollo al cliente, allora l’imposta di bollo fa reddito. Quindi, nell’esempio precedente, quella fattura di 1.002 euro rappresenta reddito al 100%. Quando andrai a pagare le tasse, non le pagherai solo su 1.000 euro bensì su 1.002 euro.

L’Agenzia delle Entrate ha chiarito questo aspetto rispondendo all’interpello numero 428/2022: nel momento in cui un imprenditore o un lavoratore autonomo fa pagare il bollo al cliente, allora i 2 euro rappresentano un ricavo, fanno reddito.