Hai ricevuto l’atto di accertamento catastale che, di fatto, modifica la tua classe catastale e quindi anche la rendita? Non sei assolutamente d’accordo e ritieni che la rendita catastale della tua abitazione debba essere molto più bassa? Il tuo era un immobile di lusso, ma ormai, causa passare del tempo e degrado, non appartiene più a questa categoria? Ritieni che ci siano stati degli errori?
Dal momento in cui ricevi questa lettera raccomandata, hai tempo 60 giorni per presentare ricorso per questo accertamento (art. 74, legge 342/2000).
Per presentare ricorso, prima di tutto, hai bisogno del supporto di una perizia di un professionista del settore, un ingegnere, un architetto o un geometra. La richiesta di variazione, se le ragioni sono fondate, passa quindi attraverso la presentazione, da parte del cittadino, supportato da un professionista, all’ufficio tecnico del comune di competenza.
Ricorso al giudice per la modifica
In caso di esito negativo da parte dell’ufficio competente, il proprietario dell’immobile può ricorrere al giudice tributario per la modifica della rendita. Lo stabilisce la sentenza n. 22557 della Corte di Cassazione, che richiamando l’art. 53 della Costituzione, sancisce quale diritto di un proprietario di immobile, la possibilità di chiedere una diversa classificazione catastale e, di conseguenza, una modifica della rendita, qualora sussistano tutti gli elementi.
E’ quindi molto importante farsi seguire da un professionista di fiducia del settore (architetto, geometra, etc.), che possa realmente identificare il classamento catastale a cui attribuire l’immobile, onde evitare inutili spese di tempo e denaro, in cause giudiziali inconcludenti.