Se hai un lavoro dipendente e lo perdi (per licenziamento o dimissioni per giusta causa) hai diritto alla NASpI. La NASpI non è altro che un aiuto economico mensile, erogato dall’INPS, per sostenerti durante il periodo di disoccupazione. Generalmente l’INPS eroga l’importo ogni mese ma, volendo e a determinate condizioni, puoi ottenere quello che ti spetta tutto insieme, una tantum.
In questa guida completa sulla restituzione NASpI anticipata ti spiego quando l’INPS può chiedertela indietro, i casi di restituzione per incasso indebito, dunque come evitarla, se è possibile restituirla a rate e infine i termini di prescrizione previsti.
Come funziona
Vediamo come funziona la NASpI anticipata, in quali casi spetta e in quali casi perdi il diritto.
Condizioni per chiedere la NASpI anticipata
Puoi chiedere la NASpI anticipata se si verifica almeno una di queste condizioni:
- Dopo aver perso il lavoro, decidi di aprire partita IVA, come libero professionista oppure come ditta individuale;
- Conferisci una quota di capitale in una cooperativa con scopi mutualistici;
- Mentre avevi il lavoro dipendente avevi già la partita IVA, ora che lo hai perso hai deciso di dedicarti a tempo pieno alla tua attività autonoma (come libero professionista oppure come ditta individuale).
A conti fatti quindi, se una volta perso il lavoro decidi di dedicarti all’auto imprenditorialità, allora puoi chiedere la NASpI anticipata. Puoi chiederla anche se avevi già la partita IVA attiva al momento della fine del lavoro subordinato. Se la tua partita IVA era inattiva oppure attiva poco importa: ora che hai perso il lavoro subordinato hai deciso di dedicarti a tempo pieno. Hai diritto alla NASpI anticipata.
Attenzione
La NASpI anticipata è un diritto, ma non un obbligo. Se vuoi puoi richiederla, ma se non vuoi, puoi percepire la NASpI nel modo classico, ossia un certo importo ogni mese. Per ottenere la NASpI anticipata infatti, devi fare un’apposita richiesta all’INPS.
Quando possono chiederti la restituzione
Quando percepisci la NASpI nel modo classico (ossia ogni mese), nel momento in cui ne perdi il diritto, semplicemente l’INPS non te la eroga più. Con la NASpI anticipata invece, c’è un piccolo problema: siccome la hai percepita tutta insieme, nel momento in cui perdi il diritto (vedremo di seguito in quali casi, ti tocca restituire quella che hai percepito in maniera indebita. Vediamo in quali casi ti tocca restituire la NASpI (tutta o parte).
Casi decadenza NASpI anticipata
Perdi la NASpI anticipata se trovi un lavoro da dipendente prima del termine entro il quale avresti corrisposto la NASpI in modo classico, ossia mensile. Mi spiego meglio con un esempio. La NASpI spetta per un numero di mesi pari a metà rispetto ai contributi che hai versato negli ultimi quattro anni.
Se quindi per esempio, negli ultimi quattro anni hai lavorato per quattro anni, hai diritto a una NASpI per due anni. Se negli ultimi quattro anni hai lavorato per tre anni, hai diritto a una NASpI per un anno e mezzo. Se negli ultimi quattro anni hai lavorato per un anno, hai diritto a una NASpI per sei mesi. E così via. Insomma, sempre la metà delle settimane contributive che hai maturato.
Supponiamo che ti spettino 1.000 euro di NASpI al mese per un anno, chiedi l’anticipata, ottieni quindi 12.000 euro di NASpI anticipata. Se dopo cinque mesi ti assumono come dipendente, allora tu hai percepito anticipatamente e indebitamente sette mesi di NASpI.
I primi cinque mesi, sono ok, perché eri considerato disoccupato, ma dopo cinque mesi, avendo trovato lavoro subordinato non sei più considerato disoccupato, quindi devi restituire la NASpI percepita, ossia gli altri sette mesi (visto che ne avevi percepita per un anno, allora 12 mesi – 5 di NASpI percepita regolarmente = 7 mesi di NASpI anticipata e indebita).
Attenzione
Dalla restituzione, va escluso il rapporto di lavoro che si instaura dall’entrata come socio in una cooperativa. Se quindi lavori in una cooperativa come socio, allora questo non si considera rapporto di lavoro subordinato e non devi restituire la NASpI.
La legge non prevede espressamente altri casi di decadenza della NASpI anticipata. Quindi, se per esempio con la tua partita IVA superi i 5.000 euro annui circa, non devi restituirla. Cosa che invece avviene a chi chiede la NASpI in modo classico mensile: se il reddito da partita IVA supera un certo limite, deve restituire la NASpI. Avendo tu chiesto la NASpI anticipata, non ci sono limiti di reddito per la restituzione.
A rate
Al momento la legge non prevede la restituzione a rate della NASpI anticipata e percepita in modo indebito. Se quindi per esempio hai percepito 12.000 euro di NASpI anticipata, hai trovato lavoro e quindi devi restituirne 7.000 euro (come nell’esempio in alto), allora questi 7.000 euro devi restituirli tutti insieme.
Attenzione
La NASpI anticipata devi restituirla anche se trovi un lavoro da dipendente di brevissima durata (Corte costituzionale, sent. n. 194/2021). Per la Corte Costituzionale infatti, non conta la durata del rapporto di lavoro subordinato: nel momento in cui si instaura perdi il diritto alla NASpI.
Prescrizione
Il termine di prescrizione della richiesta restituzione NASpI, non essendoci specifiche in merito, è quello ordinario: quindi il termine di prescrizione è pari a 10 anni.
Significa che se stai percependo la NASpI, in forma anticipata, l’INPS ha tempo dieci anni a partire dal giorno dell’erogazione per chiederti indietro l’importo.