Hai partita IVA in regime forfettario ed emetti fatture verso l’estero, verso clienti dell’Unione Europea. Come comportarsi in questo caso? Hai sentito parlare del reverse charge, di triangolazione, di IVA da versare in un Paese piuttosto che in un altro, ma ancora non ti è del tutto chiaro come operare.

In questa guida completa sul reverse charge in regime forfettario, ti spiego in maniera semplice cos’è e come funziona questo meccanismo, cosa significa integrare le fattura con l’IVA vigente in Italia, in quali casi devi integrarle, le scadenze da rispettare per il versamento dell’IVA al fisco e infine cos’è il modello INTRASTAT.

Cos’è e come funziona

Il reverse charge è un tipo di fatturazione adoperato nei rapporti tra Paesi esteri. Spieghiamo in maniera molto semplice: quando tu emetti fattura verso un cliente italiano, inserisci anche l’IVA. L’IVA la paga il cliente (il consumatore finale), la paga a te e poi la versi tu allo stato, all’Agenzia delle Entrate.

Essendo tu in regime forfettario, questo non devi farlo: le tue fatture sono tutte senza IVA. Sia quelle emesse verso clienti italiani che quelle emesse verso clienti esteri.

Cosa cambia se ricevi tu una fattura dall’estero

Se ricevi una fattura da un fornitore che si trova in Unione Europa, quella fattura è senza IVA (indipendentemente dal regime del tuo fornitore, che a te non riguarda) e indica la dicitura “reverse charge“. Una volta ricevuta la fattura, devi poi integrarla con l’IVA e versarla poi al fisco entro il giorno 16 del mese successivo.

 

Esempio

Supponiamo che oggi 20 aprile compri una scrivania dalla Germania. Il fornitore emette una fattura per 100 euro, indicante la dicitura “reverse charge”. A questo punto, devi integrare la fattura con l’IVA valida in Italia (proprio così, devi integrarla con l’aliquota IVA vigente in Italia) e, entro il 16 maggio, versare l’IVA all’Agenzia delle Entrate. IVA pari al 22%. Devi quindi versare 22 euro entro il giorno 16 maggio.

Lo stesso vale se ricevi prestazioni di servizi da un paese dell’Unione Europea: la fattura che ricevi è sempre in reverse charge e devi sempre integrarla con l’aliquota IVA vigente in Italia. Entro il giorno 16 del mese successivo puoi versare l’IVA all’Agenzia delle Entrate.

Ora, forse, ti stai chiedendo, come mai tu debba versare l’IVA al fisco, visto che sei in forfettario e lo sanno anche i muri che i forfettari non pagano e non versano l’IVA. Questo è vero, ma fino a un certo punto: se compri dall’estero infatti, devi integrare tu le fatture e versare l’IVA al fisco italiano. Lo stesso devono fare i tuoi eventuali clienti esteri: tu emetti fattura a loro, senza IVA, poi loro la integrano con l’IVA vigente nella loro nazione e la versano al fisco.

In definitiva, quando emetti fatture, siano essere verso l’Italia o verso un Paese europeo, non devi mai inserire l’IVA. Devi però ricordarti di inserire, nelle fatture verso clienti UE, la dicitura “reverse charge”. In questo modo comunichi a tuoi clienti che devono integrare quella fattura. Tu non devi fare altro che non inserire questa dicitura.

Questo è il meccanismo del reverse charge: in parole povere, nei rapporti tra partite IVA comunitarie, non deve inserire l’IVA il soggetto che emette la fattura, ma chi la riceve. Questo è il reverse charge. Ricorda quindi:

  1. Quando emetti fatture, sia verso clienti italiani che europei, non devi mai inserire l’IVA essendo tu un forfettario. Nelle fattura verso clienti UE, ricorda però di inserire la dicitura “reverse charge”.
  2. Quando ricevi una fattura da un cliente UE, devi ricordarti di integrarla con l’aliquota IVA vigente in Italia, poi entro il 16 del mese successivo a quello di emissione della fattura, devi versare l’IVA (che appunto hai inserito in fattura) all’Agenzia delle Entrate.

In conclusione, la partita IVA in regime forfettario non versa l’IVA se la sua operatività si limita al contesto italiano. Ma se inizia a effettuare acquisti da paesi UE, allora deve integrare le fattura con l’IVA vigente in Italia.

Obbligo INTRASTAT

Finito tutto qui? A livello di fatturazione sì, ma non a livello di adempimenti. Se infatti poni in essere operazioni con paesi UE, devi presentare periodicamente il modello Intrastat.

Il tuo commercialista ti aiuterà in questo, ma se vuoi già saperne di più ti consiglio di leggere questa guida sul modello INTRASTAT: cos’è e come funziona.