L’azione revocatoria é un atto del curatore fallimentare dell’azienda, che consiste nella ricostituzione del patrimonio del fallito. Quali strumenti usa per raggiungere quest’obiettivo? In pratica il curatore può rendere inefficaci i pagamenti e le garanzie poste in essere dall’imprenditore fino a un anno o fino a 6 mesi prima del fallimento.
Entro questi termini infatti, denominati come “periodo sospetto”, il curatore può imporre ai terzi che hanno ottenuto pagamenti di restituire quanto ricevuto. Condizione necessaria affinchè l’azione revocatoria fallimentare sia accolta, é che il terzo, al momento dell’atto (ricezione del pagamento o garanzia), fosse a conoscenza dello stato di insolvenza della controparte.
L’azione revocatoria deve essere esercitata entro dei termini precisi, altrimenti subentra la prescrizione: entro 3 anni dalla dichiarazione di fallimento e comunque entro 5 anni dalla data dell’atto.
La legge in questo modo tutela il patrimonio d’azienda, cercando di ricostituirlo, ma anche i creditori, perchè può succedere che l’imprenditore conscio dell’imminente fallimento, decida di pagare alcuni creditori piuttosto che altri, o di spostare il denaro d’impresa altrove, per non restituire i debiti. D’altra parte però, la normativa deve tutelare anche i soggetti in buona fede: ci sono infatti numerosi casi che non possono essere colpiti dalla revocatoria (esenzioni), ad esempio, la vendita a giusto prezzo di un appartamento destinato ad abitazione principale dell’acquirente o gli stipendi ai dipendenti.