Hai subito una bocciatura scolastica che ritieni ingiusta, oppure ritieni che a fianco alla tua proprietà ci sia un abuso edilizio che ti danneggia, o ancora hai presentato una richiesta di accesso agli atti e hai ricevuto il diniego. In questi e tanti altri casi, puoi presentare ricorso al TAR.

In questa guida completa sul ricorso al TAR ti spiego cos’è e cosa significa, quali sono i costi previsti, il contributo unificato, la parcella dell’avvocato, i termini di presentazione del ricorso, i tempi di risposta del tribunale, chi paga le tasse e le spese, cosa succede se si perde e, al contrario, cosa succede se si vince.

Cos’è e cosa significa

TAR significa Tribunale Amministrativo Regionale. Dunque, come hai capito dal nome, il TAR è un tribunale che si trova in ogni regione: ciascuna regione ha un TAR, un tribunale proprio. La caratteristica principale di questo tribunale, è che puoi rivolgerti per risolvere le “liti” che hai con la Pubblica Amministrazione.

Non risolve quindi le controversie tra privati, ma solo tra privato e Pubblica Amministrazione. Se quindi hai un contenzioso con il tuo vicino, il tuo ex coniuge o amante, il TAR non fa per te, non è sua competenza aiutarti.

Per esempio: ti hanno bocciato a scuola e quindi hai un contenzioso con l’istituto scolastico; oppure hai ricevuto un’ordinanza di demolizione di un immobile (con cui non sei d’accordo) dal Comune e quindi hai un contenzioso con il Comune, oppure hai partecipato a un concorso pubblico e ritieni che non abbiano rispettato le graduatorie, ecc..

Puoi ricorrere al TAR per due motivi:

  1. Chiedere l’annullamento dell’atto della Pubblica Amministrazione (ad esempio chiedi l’annullamento della bocciatura a scuola, l’annullamento dell’istanza di demolizione del Comune, ecc.);
  2. Ottenere il risarcimento del danno, qualora sussista un danno causato dall’atto della Pubblica Amministrazione.

Il TAR concede due gradi di giudizio: il secondo grado spetta al Consiglio di Stato. Quindi, se per esempio perdi la prima causa, puoi tentare con il secondo grado, ossia far esaminare il caso ai giudici del Consiglio di Stato, i quali emettono la sentenza definitiva.

In Italia ci sono venti TAR, ossia uno per ogni regione. Ogni TAR è composto da:

  1. Presidente;
  2. Cinque giudici amministrativi.

Costi

Non pensare che un ricorso al TAR sa economico. Non si possono fare stime precise perché tutto dipende dalla complessità del caso e quindi dalla parcella dell’avvocato. I costi che devi affrontare infatti sono due:

  1. Costo del contributo unificato, che è un’imposta che versi al TAR. Il costo è variabile: dipende dal tipo di procedimento, dal grado (primo o secondo grado/Consiglio di Stato), dall’ammontare del ricorso. Parte da 43 fino a 6.000 euro, in base a questi parametri che ti ho appena menzionato.
  2. Costo dell’avvocato. Non c’è alcun vincolo e l’avvocato può decidere l’ammontare della sua parcella. Solitamente i costi dipendono dalla zona, dall’ammontare del ricorso.

Giusto per fare una media, in genere per un ricorso al TAR si spendono sui 5.000/6.000 euro tra contributo unificato e parcella dell’avvocato. Ma i costi possono variare di molto: se si tratta di un contenzioso relativo a 1.000 euro, i costi saranno molto bassi; se si tratta di un contenzioso da centinaia di migliaia di euro, i costi salgono.

Se hai un reddito minore di 11.528,41 euro, hai diritto al gratuito patrocinio, ossia all’assistenza di un avvocato pagata dallo stato.

Tempi di risposta sentenza

In Italia i ricorsi al TAR durano in media due anni. Si tratta comunque di una media: se il TAR a cui ti rivolgi ha meno carico di lavoro, potrebbe analizzare il tuo caso con maggiore velocità ed emettere sentenza prima dei due anni.

La giustizia italiana purtroppo, non è certo conosciuta per la sua velocità, non spicca per celerità delle sentenze.

Termini

Se hai intenzione di presentare un ricorso al TAR, devi farlo entro specifici termini:

  • Entro 60 giorni dalla notifica o pubblicazione dell’atto amministrativo che ritieni ingiusto;
  • Entro 30 giorni dalla notifica o pubblicazione di un provvedimento relativo ad appalti;
  • Entro 120 giorni dalla notifica o pubblicazione dell’atto se vuoi chiedere solo il risarcimento danni. Il risarcimento del danno puoi chiederlo anche durante la causa stessa e perfino entro 120 giorni dalla sua conclusione).

Procedura

Ti riassumo la procedura del ricorso al TAR, per darti un’idea dell’iter:

  1. Presentazione della richiesta. Il procedimento inizia con la richiesta, da parte tua, di annullare, modificare o ritirare un atto della Pubblica Amministrazione. In questo frangente avrai bisogno dell’assistenza di un avvocato, soprattutto per la stesura della richiesta e l’invio della stessa (puoi presentare un ricorso in proprio, ossia senza avvocato, solo nei casi previsti per il Mini URP).
  2. Notifica. Dopo aver ricevuto gli atti, il TAR li notifica alla Pubblica Amministrazione che tu hai chiamato il causa (il Comune, la scuola, ecc.);
  3. Avvio del contraddittorio. A questo punto, tu e la controparte, potete comunicare al TAR memorie, scritti, prove, difese, testimonianze. Il TAR in ogni momento può chiedere chiarimenti e documenti aggiuntivi alle parti.
  4. Udienza. Durante l’udienza dinanzi al giudice, le parti possono discutere la questione.
  5. Delibera. Una volta chiara la situazione, i giudici si riuniscono in Camera di Consiglio, per emettere la sentenza.

Chi paga le tasse e le spese

Se hai presentato ricorso al TAR, sei tu a dover pagare le spese, il contributo unificato, la parcella dell’avvocato che ti assiste. E come hai potuto leggere nei passi precedenti, il costo non è propriamente irrisorio.

Ma c’è una buona notizia: una volta terminato il processo, chi perde la causa deve risarcire all’altra tutti i costi.

Cosa succede se si perde

Il ricorso al TAR rappresenta una causa vera e propria dinanzi ai giudici, dove tu chiedi l’annullamento, la modifica o la revoca di un atto della Pubblica Amministrazione.

Chi perde la causa, deve pagare alla controparte le spese legali e il risarcimento dei danni. Dunque, pensaci bene prima di presentare ricorso: fallo solo se sei sicuro delle tue ragioni, altrimenti dovrai pagare le spese legali della controparte (e non sono propriamente irrisorie) e riconoscere anche l’eventuale risarcimento dei danni.

Cosa succede se si vince

Hai vinto il ricorso al TAR? La tua controparte (che in questo caso è un organo o un ente della Pubblica Amministrazione), deve:

  1. Annullare, modificare o revocare l’atto per cui tu hai fatto ricorso;
  2. Restituirti le spese legali;
  3. Risarcirti l’eventuale danno.