Avviare un’attività significa fare un’attenta analisi dei costi da sostenere, durante tutta la vita dell’impresa. Le spese maggiori da considerare, oltre alle tasse e alle spese delle materie prime, sono sicuramente i contributi previdenziali, che ti assicurano per eventi particolari e per la pensione di vecchiaia.

In questa guida completa sulla riduzione INPS forfettari ti spiego cos’è e come funziona, ti faccio un esempio di calcolo contributi da pagare usufruendo dell’agevolazione, quali sono i requisiti per averne diritto, come presentare la domanda, entro quale scadenza, per quanti anni dura l’opzione, come revocarla e infine quali sono le condizioni previste per la Gestione Separata.

Cos’è e come funziona

Se hai una partita IVA in regime forfettario, lo stato ti riconosce una riduzione del 35% sui contributi INPS da versare. Questa riduzione non è automatica: devi inviare apposita istanza all’Agenzia delle Entrate.

Una volta inoltrata l’istanza, non devi più presentarla, la riduzione rimane attiva per sempre o comunque per tutta la vita della tua partita IVA. Tranne in questi due casi:

  • Revoca. Tu stesso, di spontanea volontà decidi di revocare l’agevolazione.
  • Fuoriuscita dal regime forfettario, per esempio per superamento del limite reddituale.

In questi due casi, si torna a pagare il 100% dei contributi INPS, senza riduzioni.

Esempio calcolo contributi

Supponiamo che tu sia iscritto all’INPS come commerciante. In tal caso, i contributi INPS da pagare sono i seguenti:

  • 3.850 euro annui fissi, a prescindere dal tuo reddito. Quindi anche se un anno fatturi zero, devi comunque pagare questi 3.850 euro.
  • Il 25% circa da calcolare sul reddito oltre 16.000 euro annui.

Facciamo un esempio di calcolo:

Anno X, fatturi 40.000 euro. Siccome sei nel regime forfettario, non puoi scaricare alcun costo (tranne appunto quello dei contributi INPS). Dunque, i contributi previdenziali da pagare sono pari a:

3.850 euro + 25% (40.000 – 16.000) =
3.850 + 25% di 24.000 (che sarebbe appunto la soglia oltre i 16.000 euro)=
3.850 + 6.000 = 9.850 euro sono i contributi INPS da pagare.

Siccome hai deciso di avvalerti della riduzione del 35%, hai diritto a uno sconto del 35% calcolati su 9.850, ossia di 3.447,5 euro. In conclusione quindi, pagherai solamente 6402,5 euro (9.850 – 3.447,5).

Le aliquote contributive INPS cambia un po’ tra le varie categorie (artigiani, commercianti) e in base all’età (per esempio l’aliquota è un po’ più bassa per i minori di 21 anni). A questa pagina dell’INPS trovi le precise aliquote previste per ogni categoria lavorativa.

Requisiti

Puoi usufruire della riduzione contributi INPS solo se:

  1. Possiedi una partita IVA in regime forfettario;
  2. Sei registrato alla Gestione Artigiani e Commercianti dell’INPS.

Ciò significa che la riduzione è accessibile solo ad artigiani e commercianti. I liberi professionisti iscritti alla Gestione Separata INPS oppure a casse previdenziali private, non beneficiano della riduzione.

Per sapere se hai diritto alla riduzione è semplice: se sei iscritto alla Camera di Commercio (si devono iscrivere tutti gli artigiani e i commercianti) allora puoi usufruire di questa riduzione. Se non sei iscritto allora significa che sei un libero professionista e non ne hai diritto.

Cause di esclusione

Anche se sei forfettario, artigiano o commerciante, sei escluso dall’agevolazione se possiedi partecipazioni in società

Gestione separata

La riduzione dei contributi INPS spetta solo ad artigiani e commercianti. Se quindi sei iscritto alla Gestione Separata INPS, oppure a una cassa previdenziale privata (essendo avvocato, medico, psicologo, ecc.), non hai diritto a questa riduzione.

Se quindi sei iscritto alla Gestione Separata INPS o ad altre casse previdenziali, devi calcolare i tuoi contributi normalmente, in base alle aliquote previste nel tuo caso, senza la suddetta riduzione.

Per quanti anni

Scadenza. Una volta che aderisci a questa riduzione, non c’è una scadenza, hai diritto alla riduzione dei contributi INPS per tutta la durata della tua attività, purché chiaramente tu rimanga nel regime forfettario.

In ogni momento inoltre, puoi decidere di revocare la tua scelta, cioè di rinunciare alla riduzione dei contributi INPS. A primo impatto si può pensare che sia una scelta scellerata quella di rinunciarvi, ma non è così. Ci sono casi in cui conviene avere la riduzione e altri in cui conviene meno. Vediamoli.

Conviene

Conseguenze dell’adesione all’agevolazione. La scelta di usufruire di questa riduzione del 35%, va valutata con cognizione di causa, perché l’adesione determina l’esclusione dalle seguenti riduzioni ordinarie:

  • Coadiuvanti e coadiutori di età che non hanno più di 21 anni;
  • Titolare dell’attività o familiari collaboratori che percepiscono già la pensione e hanno superato i 65 anni di età.

Se invece sei un imprenditore che lavora da solo, oppure che ha pochi collaboratori tutti di età superiore a 21 anni e inferiore a 65 anni, allora probabilmente aderire a questa riduzione è la scelta più conveniente: ti permette di pagare il 35% in meno dei tuoi contributi.

Aderire alla riduzione quindi, è sempre una scelta: non è obbligatoria ma è solo una facoltà dell’imprenditore.

Domanda

L’adesione alla riduzione contributi INPS non è automatica: devi inviare apposita domanda all’INPS. La domanda puoi inviarla al momento dell’apertura della tua partita IVA, oppure successivamente. La domanda puoi inviarla tu online attraverso questa pagina INPS, oppure tramite il tuo commercialista.

Sappi però che ci sono delle scadenze da rispettare: se quindi invii la domanda oltre tale scadenza, beneficerai della riduzione solo dall’anno successivo, non da subito. Vediamo insieme quali sono queste scadenze da rispettare.

Scadenza

Solitamente, la domanda all’INPS va inviata entro fine febbraio (controlla costantemente il sito dell’INPS per essere sempre aggiornato sulla data precisa). Quindi, se invii la domanda prima di questa scadenza, allora la riduzione si applica sin da gennaio (ossia sin dal mese prima).

Se invece invii la domanda oltre scadenza, allora la riduzione si applica a partire dall’anno successivo.

Esempio 1

Invii la domanda il 1 febbraio 2021. Hai diritto alla riduzione sin da subito, anche per il mese di gennaio appena trascorso.

Esempio 2

Invii la domanda il 5 aprile 2021. Sei andato oltre la scadenza (che supponiamo fosse a febbraio) e quindi beneficerai della riduzione INPS solo a partire dal 2022.

Suggerimento

Se hai inviato la domanda oltre la scadenza, non rispettando i termini, ti consigliamo vivamente di inviare comunque una seconda istanza entro fine febbraio dell’anno successivo (o altra scadenza prevista dall’Agenzia delle Entrate).

Revoca

Come sottolineato nei paragrafi precedenti, aderire al regime contributivo agevolato è facoltativo. Puoi sempre decidere di rinunciare e quindi tornare alla contribuzione ordinaria, senza riduzioni.

Anche la revoca, così come la domanda, ha una scadenza di presentazione, solitamente entro fine febbraio. Quindi, se invii la comunicazione di revoca prima di questa scadenza, allora sin da gennaio si conteggia già il regime contributivo ordinario (ossia sin dal mese prima).

Se invece invii la domanda oltre scadenza, allora la revoca non parte subito, ma si applica a partire dall’anno successivo.

Esempio 1

Invii la comunicazione di revoca il 4 febbraio 2021. Torni al regime contributivo ordinario sin da subito, anche per il mese di gennaio appena trascorso.

Esempio 2

Invii la comunicazione il 3 maggio 2021. Sei andato oltre la scadenza (che supponiamo fosse a febbraio) e quindi tornerai al regime ordinario INPS solo a partire dal 2022.

Suggerimento

Se hai inviato la comunicazione oltre la scadenza, non rispettando i termini, ti consigliamo vivamente di inviare comunque una seconda istanza entro fine febbraio dell’anno successivo (o altra scadenza prevista dall’Agenzia delle Entrate).