La fuga dei cervelli è un termine che indica l’emigrazione di soggetti verso nazioni che in genere offrono maggiori o più favorevoli opportunità professionali. Se è il tuo caso e hai deciso di rientrare in Italia, ci sono delle interessanti opportunità fiscali per te.

In questa guida completa sul rientro dei cervelli ti spiego cos’è e come funziona la tassazione agevolata, la normativa di riferimento in merito, i requisiti per avere diritto all’agevolazione, quando è possibile usufruirne senza laurea, in caso di acquisto casa, come richiederla e come applicarla sullo stipendio o sul reddito da lavoro autonomo, infine se si applica anche sui contributi INPS.

Come funziona

Per un certo periodo hai vissuto all’estero e ora stai pensando di tornare a lavorare in patria, la tua patria mai dimenticata: il Belpaese. senti che è giunto il momento di rientrare, avendo ricevuto un’offerta di lavoro interessante.

Lo stato italiano ti ha riservato una bella sorpresa: l’Italia, che è conosciuta come uno dei paesi dove la tassazione è più salata, a te che rientri dall’estero ha deciso di fare un interessantissimo “sconto”.

Normativa

Se dopo anni di lavoro o studio all’estero rientri in Italia, hai diritto a delle agevolazioni sulle tasse. Lo stato italiano, nello specifico prevede due agevolazioni:

  1. Agevolazione per il “rientro dei cervelli” (art. 44, D.L. n. 78/2010);
  2. Agevolazione per i “lavoratori impatriati”(art. 16, co. 1, D.Lgs. n. 147/2015).

Chi sono i cervelli che rientrano

Il rientro dei cervelli si riferisce a docenti e ricercatori. Se quindi hai svolto una di queste professioni all’estero e ora torni in Italia, ti spetta l’agevolazione a sostengo del “rientro dei cervelli”.

Chi sono i lavoratori impatriati

I lavoratori impatriati sono i lavoratori che non hanno avuto la residenza in Italia per almeno due annualità e intendono trasferirla per almeno le due annualità successive. Non occorre quindi possedere una laurea.

Ricapitolando

Le agevolazioni previste dallo stato italiano, sono due: una per i “cervelli rientrati” (docenti e ricercatori) e una per i lavoratori/studenti impatriati.

Attenzione, non è finita qui! Per accedere a ognuna di queste agevolazioni, lo stato italiano richiede il possesso di specifici requisiti. Vediamo quali.

Requisiti

Vediamo quali sono i requisiti richiesti dall’Agenzia delle Entrate per usufruire delle agevolazioni.

Requisiti per il Rientro dei cervelli (docenti e ricercatori che rientrano in Italia)

Devi possedere tutti i seguenti requisiti:

  1. Possiedi una laurea, titolo accademico o equiparato;
  2. Sei stato residente abituale all’estero;
  3. Hai lavorato come ricercatore o docente per almeno due anni di seguito, presso Facoltà universitarie oppure Enti di ricerca pubblici o privati;
  4. Prendi residenza in Italia.

Senza Iscrizione AIRE

Puoi accedere al beneficio anche se non sei iscritto all’AIRE, purché nei due anni precedenti il ritorno in Italia, tu abbia vissuto (come residente) in un Paese con cui l’Italia ha una convenzione contro la doppia tassazione sui redditi.

Requisiti per i lavoratori impatriati

Hai diritto all’agevolazione a sostegno dei lavoratori impatriati se possiedi entrambi i requisiti:

  1. Per due annualità non hai avuto la residenza in Italia e ti impegni a trasferirla (in Italia) per i prossimi due anni;
  2. La tua nuova attività è svolta prevalentemente su territorio italiano.

Senza iscrizione AIRE

Puoi accedere al beneficio anche se non sei iscritto all’AIRE, purché nei due anni precedenti il ritorno in Italia, tu abbia vissuto (come residente) in un Paese con cui l’Italia ha una convenzione contro la doppia tassazione sui redditi.

Tassazione

Ecco come funziona la tassazione per le due categorie.

Rientro dei cervelli

Per l’anno in cui ti torni in Italia e per i successivi cinque, paghi le tasse solo sul 10% dei tuoi emolumenti.

Se ti sei trasferito nel 2020 o negli anni successivi, la detassazione sale a:

  • Otto anni se hai un figlio minorenne o a carico oppure compri casa in Italia dopo il trasferimento (entro 18 mesi) o prima (nei 12 mesi prima);
  • Undici anni se hai almeno due figli minorenni o a carico;
  • Tredici anni se hai almeno tre figli minorenni o a carico.

Lavoratori impatriati

Per l’anno in cui ti torni in Italia e per i successivi quattro, paghi le tasse solo sul 30% del tuo reddito (che sia da dipendente, assimilato o autonomo). Se ti trasferisci in una regione del centro sud (nello specifico in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna o Sicilia) paghi le tasse solo sul 10% del reddito prodotto.

In pratica quindi, il 70% del tuo reddito (oppure il 90% se ti trasferisci in una specifica regione) è esentasse, non concorre alla formazione dell’imponibile!

Acquisto casa e o figli

In qualità di lavoratore impatriato, hai diritto a ulteriori cinque anni di sconto (50%). Ecco in quali casi:

  1. Se hai un figlio minorenne o a carico;
  2. Oppure compri casa in Italia dopo il trasferimento (entro 18 mesi) o prima (o nei 12 mesi precedenti).

In questi casi hai diritto a uno sconto per altri cinque anni! Nello specifico, in questi altri cinque anni paghi le tasse solo sul 50% del reddito.

Se infine hai tre o più figli minori o a carico, paghi le tasse solo sul 10% del reddito!

Come richiedere e applicare

Vediamo come ottenere l’agevolazione, per le due categorie, rientro dei cervelli (docenti e ricercatori) e lavoratori impatriati.

1. Rientro dei cervelli (docenti e ricercatori)

Per usufruire del regime fiscale agevolato, ecco cosa fare:

  • Se in Italia vieni assunto come dipendente, devi consegnare una domanda all’azienda che ti assume (precisamente un’autocertificazione in cui comunichi di possedere i requisiti). Sarà quest’ultima, a partire dalla busta paga successiva, ad applicare l’agevolazione. In alternativa puoi evitare di fare domanda all’azienda e fruirne direttamente nella dichiarazione dei redditi;
  • Se apri una tua attività autonoma, puoi applicare il regime fiscale agevolato direttamente nella dichiarazione dei redditi.

Di seguito puoi scaricare un fac simile domanda da presentare al datore di lavoro:

Scarica subito il modulo fac simile Word, in formato compilabile da consegnare al datore di lavoro.

2. Lavoratori impatriati

Per usufruire del regime fiscale agevolato, ecco cosa fare:

  • Se in Italia vieni assunto come dipendente, devi consegnare una domanda all’azienda che ti assume (autocertificazione). Sarà quest’ultima, a partire dalla busta paga successiva, ad applicare l’agevolazione. In alternativa, se non presenti la domanda all’azienda, puoi fruirne direttamente nella dichiarazione dei redditi;
  • Se apri una tua attività autonoma, puoi usufruire delle agevolazioni direttamente nella dichiarazione dei redditi.

Di seguito puoi scaricare un fac simile domanda da presentare al datore di lavoro:

Scarica subito il modulo fac simile Word, in formato compilabile da consegnare al datore di lavoro.

Contributi INPS

Sullo stipendio lordo pesano non solo le tasse, ma anche i contributi INPS (sia in caso di lavoro dipendente che autonomo). Quindi probabilmente ti stai chiedendo se anche sulla ritenuta INPS si applica l’agevolazione.

L’INPS non ha chiarito nulla al riguardo, dunque in assenza di indicazioni di prassi da parte dell’istituto, si ritiene di calcolare i contributi previdenziali in misura intera, secondo le classiche aliquote e regole. Questa soluzione prudenziale è sicuramente quella più adeguata, in assenza di chiarimenti da parte dell’INPS.

Senza laurea

La normativa sui lavoratori impatriati si applica anche ai lavoratori che rientrano in Italia e non possiedono una laurea. La nuova legge non ha requisiti di istruzione minima, dunque anche chi non ha la laurea può accedere alle agevolazioni.

L’importante è che tu non abbia avuto la residenza in Italia per almeno due annualità e che rientri in Italia con un’offerta di lavoro.