Hai presentato la dichiarazione dei redditi e ora sei in attesa del rimborso che dovrebbe arrivare direttamente in busta paga (o sulla pensione se sei pensionato). Ti sei però reso conto che, rispetto agli altri anni, questo rimborso ritarda ad arrivare.

In questa guida completa sul rimborso 730 non arrivato ti spiego per quali motivazioni potrebbe tardare il rimborso IRPEF, quali sono le scadenze da tenere a mente, infine cosa fare se ritieni che il ritardo si stia prolungando troppo, come contattare l’Agenzia delle Entrate.

Quando viene pagato

Ogni anno, sull’IRPEF che hai versato all’Agenzia delle Entrate, potresti aver diritto a un rimborso. Questo avviene quando hai sostenuto delle spese detraibili, ad esempio spese scolastiche per i figli, spese mediche, veterinarie, funerarie, ecc.

Hai presentato il modello 730 e ora aspetti il rimborso sulla busta paga (se sei lavoratore dipendente) oppure sulla pensione (se sei un pensionato). Alcune persone che conosci, ti comunicano di aver già ricevuto il rimborso, mentre tu ancora non hai ricevuto nulla e quindi inizi a preoccuparti.

Solitamente, i tempi dipendono dalla data in cui hai presentato il 730 (vedi art. 16bis del D.L. n. 124/2019). Questo perché l’Agenzia delle Entrate non lavora i 730 tutti insieme, ma in ordine di arrivo. E una volta lavorati i vari 730 emette il prospetto di liquidazione, ossia quel documento che mostra l’importo di rimborso che ti spetta. Questo documento, lo mette a disposizione del tuo datore di lavoro, in modo che possa erogare il rimborso sulla tua busta paga.

Nello specifico, l’Agenzia delle Entrate pubblica il prospetto di liquidazione e lo rende disponibile ai datori di lavoro, alle seguenti date:

  • 15 giugno se ha presentato il 730 entro il 31 maggio;
  • 29 giugno se ha presentato il 730 tra il 1° e il 20 giugno;
  • 23 luglio se ha presentato il 730 tra il 21 giugno e il 15 luglio;
  • 15 settembre se ha presentato il 730 tra il 16 luglio e il 31 agosto;
  • 30 settembre se ha presentato il 730 tra il 1° e il 30 settembre.

Detto ciò, una volta che il datore di lavoro ha visionato il prospetto di liquidazione, emette al lavoratore il rimborso entro:

  • La busta paga del mese successivo, in caso di lavoratore dipendente;
  • La pensione del secondo mese successivo, in caso di pensionato.

Tradotto in date e parole semplici, ricevi il rimborso entro:

  • La busta paga di luglio se hai inviato il modello 730 entro maggio;
  • La busta paga di agosto se hai inviato il modello 730 entro giugno
  • La busta paga di settembre se hai inviato il modello 730 entro luglio;
  • La busta paga di novembre se hai inviato il modello 730 entro settembre;

Per i pensionati si parla di un mese in più, dunque se sei pensionato ricevi il rimborso entro:

  • La pensione di agosto se hai inviato il modello 730 entro maggio;
  • La pensione di settembre se hai inviato il modello 730 entro giugno
  • La pensione di ottobre se hai inviato il modello 730 entro luglio;
  • La pensione di dicembre se hai inviato il modello 730 entro settembre.

Vediamo ora cosa fare se non hai ricevuto il rimborso entro questi termini.

Attenzione

Queste tempistiche valgono per tutti i contribuenti, quindi a prescindere che tu abbia presentato il 730 tramite CAF, commercialista, tramite sostituto di imposta (ossia tramite il tuo datore di lavoro), oppure in modo autonomo.

Cosa fare

Se non hai ancora ricevuto il rimborso nonostante sia trascorso molto tempo, i motivi possono essere diversi. Spesso il ritardo è causato dai maggiori controlli che sta facendo l’Agenzia delle Entrate sul tuo 730.

Questo succede spesso nei seguenti casi, ad esempio:

  1. L’importo del rimborso che ti spetta è piuttosto alto, dai 4.000 euro in sù;
  2. La dichiarazione che hai presentato è molto difforme rispetto a quella precompilata;
  3. Sul 730 ci sono degli errori formali.

Ad ogni modo, qualunque sia il motivo del ritardo, la cosa migliore da fare è mettersi in contatto con l’Agenzia delle Entrate competente per la tua zona, tramite:

  • PEC. Prova a inviare un messaggio con la posta elettronica certificata. Vale come raccomandata.
  • Incontro di persona. Prenota un appuntamento con un funzionario. Dal sito dell’Agenzia delle Entrate è possibile prenotare un appuntamento. Insieme al funzionario potrai capire il perché del ritardo.