Generalmente le aziende pagano il rimborso 730 direttamente in busta paga e in un’unica soluzione. Se quindi per esempio quest’anno ti spettano 1.500 euro di rimborso IRPEF, allora ricevi questi 1.500 euro tutti insieme nella busta paga di luglio o agosto. Ci sono però dei casi in cui il datore di lavoro può rateizzare il rimborso.
In questa guida completa sul rimborso 730 rateizzato dal datore di lavoro, ti spiego cosa succede se l’azienda è incapiente, entro quanto tempo deve rimborsarti, quali sono le regole e infine cosa succede se cessa il rapporto di lavoro prima che tu abbia ottenuto tutto quello che ti spetta.
Indice
Come funziona
Quando presenti il modello 730, dalla tua dichiarazione può scaturire un debito a tuo carico, oppure un credito a tuo favore. Tutto dipende dalla tua situazione reddituale e dalle spese che hai sostenuto lo scorso anno. Se hai sostenuto molte spese detraibili, quasi sicuramente ti spetta un rimborso IRPEF.
Rimborso che, se sei un lavoratore dipendente, ti arriva direttamente in busta paga, senza far nulla oltre al 730. In pratica è il datore di lavoro ad anticiparti il rimborso. Poi il datore di lavoro se la vede con l’Agenzia delle Entrate, ma tu non devi far nulla. Il rimborso arriva in un’unica soluzione, nei mesi di luglio o agosto.
A volte però, succede che il datore di lavoro sia incapiente, quindi non riesca a rimborsare tutto in un’unica soluzione. Se è il tuo caso, allora probabilmente il tuo datore di lavoro ti ha comunicato che ti restituirà il rimborso che ti spetta, a rate.
Incapienza
Il tuo datore di lavoro ti ha comunicato di essere incapiente e ti ha proposto la rateizzazione del rimborso IRPEF che ti spetta. È una proposta del tutto legale, ma il rimborso deve avvenire entro il mese di dicembre. Se quindi questa opzione ti ha lasciato perplesso, sappi che i datori di lavoro incapienti sono più di quanti immagini e dunque la proposta di rateizzazione è piuttosto diffusa.
Esempio
Supponiamo che tu abbia diritto a un rimborso di 1.500 euro. Il tuo datore di lavoro è incapiente. Ti propone allora si restituirti 300 euro al mese per cinque mesi, a partire da agosto e fino a dicembre.
Rimborso fino a dicembre e oltre
Il tuo datore di lavoro può rimborsare il tuo credito IREPF a rate mensili, anche di importo variabile. Quindi il rimborso che ottieni, non è detto che sia uguale ogni mese. Potrebbe variare ogni mese, purché entro il mese di dicembre abbia finito di versarti tutto.
In caso di tua incapienza IRPEF, ossia se l’IRPEF che devi versare ogni mese è minore rispetto a quella che ti spetta di rimborso, allora il datore di lavoro può erogarti il credito residuo anche nei mesi successivi, oltre dicembre.
Se a febbraio non hai ancora ricevuto tutto il rimborso, allora il datore di lavoro può inserirlo nella CU Certificazione Unica. In questo modo, puoi riportare l’importo spettante nel nuovo modello 730, qualificandolo come eccedenza dell’anno precedente. In questo modo puoi ottenere il rimborso nelle altre buste paga, oppure chiedere direttamente all’Agenzia delle Entrate ti rimborsarti.
Dichiarazione di incapienza del datore di lavoro
Per evitare di ricevere il tuo rimborso a rate, se vuoi risolvere subito la questione, puoi chiedere al datore di lavoro di rilasciarti un’apposita dichiarazione in cui appunto dichiara di essere incapiente. Con questa dichiarazione, puoi chiedere il rimborso all’Agenzia delle Entrate, tramite apposita istanza.
Attenzione
I tempi di rimborso in questo caso però, sono piuttosto lunghi.
Se cessa il rapporto di lavoro
Se presenti le dimissioni, oppure ti licenziano, hai comunque diritto di ricevere quello che ti spetta: il rimborso IRPEF non è perso. Se il rapporto di lavoro si chiude, allora il datore di lavoro deve erogarti la somma in un’unica soluzione, nell’ultimo cedolino.
Il presupposto della rateizzazione è infatti la sussistenza del rapporto di lavoro. Se lavori e ricevi mensilmente una busta paga, allora l’azienda può rimborsarti poco a poco, mensilmente. Ma se il rapporto di lavoro cessa, l’azienda deve darti quello che ti spetta, nell’ultima busta paga. Se quindi per esempio ti stava rimborsando 200 euro al mese e mancavano ancora 600 euro in totale, allora questi 600 euro deve darteli tutti insieme nell’ultimo cedolino.