Hai scoperto che hai diritto ad ereditare alcuni beni immobili e mobili ma il tuo parente stretto aveva molti debiti accumulati? In questo caso devi fare un’attenta valutazione, perché se l’ammontare dei debiti supera di gran lunga quello dell’eredità finirai per non ottenere nulla e, anzi, rimetterci direttamente di tasca tua.

In questa guida alla rinuncia dell’eredità ti spiego come funziona e quali sono gli effetti diretti, cosa succede nei debiti accumulati e se sei tenuto a pagarli, cosa devi fare per rinunciare e quali sono i documenti che ti servono, quali sono i tempi e i costi (sia che tu lo faccia con o senza notaio) e cosa succede nei caso dei minori.

Cos’è

La rinuncia è una dichiarazione di volontà con cui il designato erede non accetta l’eredità lasciatagli dal defunto. Si tratta di una pratica usuale quando i debiti superano i crediti e il valore di beni mobili e immobili e quindi non conviene più. Con l’accettazione dell’eredità infatti, l’erede si fa carico non solo dei beni ereditati, ma anche dei debiti del defunto.

Come funziona ed effetti

La rinuncia all’eredità va fatta entro il termine di dieci anni conteggiato dalla morte del defunto. La dichiarazione di rinunzia va fatta presso:

  • Notaio;
  • Cancelleria del Tribunale dell’ultimo domicilio del defunto. La dichiarazione verrà conservata in un apposito registro del Tribunale.

Se decidi di rivolgerti al notaio ovviamente i costi aumentano, perché oltre a pagare i bolli e i bollettini per il tribunale dovrai anche pagare l’onorario del professionista.

Con la dichiarazione di rinuncia l’erede è come se non esistesse e non fosse stato mai chiamato: la rinuncia è infatti retroattiva (articolo 521 c.c.) e parte dal giorno della morte del defunto e non dal giorno della rinuncia.

Al contrario dell’accettazione dell’eredità la rinuncia può essere revocata, ma solo se nel frattempo l’eredità non è già stata acquisita da altri eredi i cui diritti restano quindi salvi (articolo 525 c.c.).

Attenzione

Se l’erede nasconde, sottrae o trattiene beni, perde il diritto a rinunciare all’eredità.

Debiti

I chiamati spesso decidono di rinunciare all’eredità quando il defunto aveva talmente tanti debiti da superare il valore dei beni che lascia in eredità. Con la rinuncia infatti, l’erede è come se non esistesse e quindi non si fa carico né dei beni di qualsiasi valore né dei debiti e questo vale anche per le cartelle esattoriali di Equitalia.

Con la rinuncia dell’eredità l’erede non deve pagare i debiti Equitalia intestati al defunto, come stabilito dalla Corte di Cassazione ord. n. 27093 del 03/12/2013. Se quindi l’erede nonostante la rinuncia dovesse ricevere una cartelle di Equitalia, può a contattare l’ente e chiarire che ha rinunciato all’eredità: non dovrà quindi pagare alcun debito, né imposta, interessi o sanzioni.

Procedura

La dichiarazione di rinuncia va fatta dai chiamati eredi (se l’erede è minorenne o interdetto va fatta da chi li rappresenta) presso la cancelleria del Tribunale. L’erede può:

  1. Rivolgerti a un notaio, che si occuperà di tutta la parte burocratica;
  2. Andare direttamente in Tribunale e fare la dichiarazione alla presenza del cancelliere.

Documenti necessari

Per la redazione dell’atto di rinuncia occorrono i seguenti documenti:

  • Certificato di morte del defunto o auto-dichiarazione;
  • Copia conforme dell’eventuale testamento;
  • Documento di riconoscimento e codice fiscale (se si tratta di un minorenne occorrono anche i documenti di entrambi i genitori);
  • Nota di iscrizione a ruolo;
  • Marca da bollo di 16 euro;
  • Versamento tramite F23 di un importo di circa 200 euro;
  • In caso di erede minorenne o interdetto o inabilitato a cui stata affiancata un’amministrazione di sostegno, occorre anche una copia conforme dell’autorizzazione del Giudice Tutelare.

Suggerimento

Prima di recarti in Tribunale telefona la cancelleria o vai sul sito internet del tribunale di competenza, perché questo elenco è solo dimostrativo e ogni regione potrebbe aggiungerne ulteriori, avere dei modelli fac simile propri o prevedere pagamenti leggermente diversi.

Minorenni

I chiamati all’eredità devono presentare personalmente la dichiarazione di rinuncia. Se l’erede è un minorenne, i genitori (entrambi) possono decidere per lui se si rendono conto che l’accettazione dell’eredità non è conveniente a causa dei debiti del defunto.

In tal caso i genitori si devono presentare entrambi presso la cancelleria del tribunale (o presso il notaio). I genitori però non possono agire del tutto liberamente. Prima di procedere on la rinuncia infatti, devono rivolgersi al Giudice Tutelare della residenza del figlio e chiedere l’autorizzazione per la rinuncia.

Solo quando avranno ottenuto questa autorizzazione potranno procedere con la dichiarazione di rinuncia, che ovviamente sarà retroattiva (partirà direttamente dal giorno della morte del defunto).

Tempi

Il codice civile, all’articolo 480 stabilisce un termine prescrizionale di 10 anni a partire dalla morte del defunto. Tale termine di prescrizione può essere abbreviato in un particolare caso: chiunque vi abbia interesse può chiedere al tribunale che venga fissato un termine entro il quale i chiamati eredi sono obbligati a dichiarare l’accettazione o la rinuncia dell’eredità.

Questa pratica viene chiamata “interrogatoria” (art. 481 del codice civile) e può essere richiesta al tribunale da chiunque vi abbia interesse. Particolarmente noto è il caso dei creditori del defunto, che ovviamente hanno interesse (e tutto il diritto) di sapere se la successione ereditaria viene accettata o meno e vedere al più presto soddisfatti i loro debiti.

Attenzione

Se il chiamato all’eredità non si presenta a chiarire rinuncia o accettazione, perde ogni diritto ad accettare o rinunciare all’eredità.

È opportuno effettuare la rinuncia prima della presentazione della denuncia di successione o comunque prima di dividere l’eredità. La rinuncia all’eredità non può essere sottoposta ad una condizione o ad un termine, né può essere limitata solo ad una quota parte dell’eredità stessa.

Costi

Ci sono due modi per provvedere alla dichiarazione di rinuncia dell’eredità:

  • In maniera autonoma, recandosi presso la cancelleria del tribunale, con un costo di soli 200 euro circa.
  • Rivolgendosi a un notaio. In tal caso ai costi della pratica, quindi ai 200 euro, vanno ad aggiungersi i costi della parcella del notaio, che vanno dai 500 ai 1.000 euro a salire.

Scrittura privata

Mentre l’accettazione dell’eredità può essere fatta anche con una scrittura privata (autenticata o meno a seconda dei casi), nella rinuncia non è possibile: la dichiarazione di rinuncia va fatta obbligatoriamente presso un notaio oppure direttamente presso la cancelleria del Tribunale.