Con la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, il dipendente e l’azienda si accordano per chiudere il rapporto. Possono regolare l’accordo come meglio credono, purché entrambi siano concordi. Non è richiesta neanche una particolare forma, anche se sicuramente un atto scritto è consigliabile.

In questa guida completa sulla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro ti spiego cos’è e come funziona, cosa fare in caso di contratto a tempo determinato, indeterminato, a progetto, la procedura prevista, come richiedere la Naspi, la differenza con le dimissioni volontarie ed infine ti fornisco un modello fac simile lettera di risoluzione contrattuale.

Cos’è e come funziona

Significato

La risoluzione consensuale di un contratto di lavoro è uno dei motivi di interruzione della prestazione lavorativa. Significa che tu e il datore di lavoro siete d’accordo per estinguere il contratto. Si tratta dunque di una situazione molto diversa rispetto alle dimissioni o al licenziamento: le parti si sono accordate nei minimi dettagli per chiudere il rapporto.

La legge non prevede una particolare forma per mettere in atto la risoluzione consensuale. La cosa migliore da fare è sicuramente quella di mettere tutto per iscritto, in modo che in futuro le parti non abbiano nulla a che pretendere l’una dall’altra.

Contratto

A tempo determinato

Nel contratto a tempo determinato, il rapporto si chiude direttamente alla scadenza del termine previsto (salvo proroga). Questa tipologia di contratto si può chiudere solo per i seguenti motivi (art.2119 codice civile):

  1. Giusta causa, quindi la prosecuzione del rapporto di lavoro è impossibile, anche momentanea;
  2. Risoluzione consensuale tra le parti.

Nel contratto a tempo determinato non sono quindi ammessi:

  1. Dimissioni volontarie per motivi diversi dalla giusta causa;
  2. Licenziamento per motivi diversi dalla giusta causa.

In questi casi la parte lesa può persino fare causa all’altra e ottenere un rimborso per i danni subìti: nel contratto a tempo determinato infatti, le parti si impegnano a rispettare il contratto fino alla scadenza e non è possibile chiuderlo prima, se non per motivi gravi o per risoluzione consensuale.

Il modo più soft per interrompere il rapporto, è quindi la risoluzione consensuale.

A tempo indeterminato

Un rapporto a tempo indeterminato rappresenta un contratto senza scadenza. Tuttavia, le parti possono accordarsi per chiuderlo consensualmente. Le aziende adottano la risoluzione consensuale in varie situazioni, che possono essere le più disparate:

  • Riorganizzazione aziendale;
  • Ristrutturazione;
  • Taglio dei costi del personale;
  • Chiusura di un ramo d’azienda;
  • Ecc.

Solitamente l’azienda offre al dipendente un contributo economico, oltre chiaramente al TFR e alle varie spettanze. Inoltre, le parti possono accordarsi per rispettare il periodo di preavviso oppure no: tutto è rilasciato all’accordo tra i due soggetti.

La convalida

Per combattere il fenomeno delle cosiddette “dimissioni in bianco”, l’articolo 26 del D.Lgs. 151/2015 ha introdotto l’obbligo di convalida non solo per le dimissioni, ma anche per la risoluzione consensuale. Se quindi tu e il tuo datore di lavoro chiudete il rapporto in modo consensuale, devi occuparti di compilare l’apposito modulo online sul sito del Ministero del lavoro.

Eccezione

Non sono soggette ad obbligo di convalida le risoluzioni consensuali raggiunte in conciliazione (art. 2113 c.c.).

A progetto

La legge n. 92/2012 prevede l’obbligo di convalida per le risoluzioni consensuali e il Decreto occupazione n. 76/2013 amplia l’obbligo anche ai titolari di rapporto di lavoro co.co.pro. e agli associati in partecipazione).

La procedura di convalida è la stessa prevista per i lavoratori subordinati ed è indicata di seguito.

Procedura

Per convalidare la risoluzione consensuale devi rispettare i seguenti adempimenti:

  1. Devi chiedere il codice PIN INPS dispositivo (se ancora non lo hai) e registrarti al sito cliclavoro.gov.it;
  2. Nella pagina dedicata compilare il modulo di risoluzione consensuale e quindi trasmetterlo online;
  3. Il modulo a questo punto viene inviato sia al datore di lavoro che alla DTL competente (Direzione territoriale del Lavoro).

Suggerimento

Se non possiedi il PIN INPS, puoi recarti presso un CAF o patronato e chiedere a loro di aiutarti a convalidare le dimissioni. Faranno tutto loro e per te sarà tutto più semplice.

Modello

Fac simile

Non è prevista una particolare forma per la risoluzione contrattuale: l’accordo quindi può essere preso anche verbalmente oppure evincersi da fatti concludenti. Tuttavia, per una maggiore tutela delle parti, è opportuna la forma scritta. Di seguito puoi scaricare un esempio di lettera di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, in cui indicare:

  • Dati del datore di lavoro;
  • Dati del dipendente;
  • Caratteristiche dell’accordo preso;
  • Data di ultimo giorno di lavoro;
  • Altre eventuali clausole

Scarica subito il modulo fac simile compilabile WORD della risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.

Naspi

In caso di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, generalmente non hai diritto all’indennità di disoccupazione, meglio conosciuta come Naspi. Ci sono però delle eccezioni che te ne danno diritto. I casi sono i seguenti:

  • Se la risoluzione è avvenuta durante un procedimento di conciliazione presso la DTL;
  • Se sei stato licenziato ma hai accettato l’offerta di conciliazione rinunciando a impugnare il licenziamento;
  • Se la risoluzione avviene perché la sede di lavoro è stata spostata a più di 50 km dal tuo domicilio o a oltre 80 minuti di percorrenza con i mezzi pubblici.

In tutti questi casi hai diritto alla Naspi anche in caso di risoluzione consensuale.

Dimissioni

Differenza tra dimissioni volontarie e risoluzione consensuale

La differenza è molto importante: con le dimissioni volontarie sei soltanto tu, unilateralmente, che decidi di chiudere il rapporto di lavoro. In questo caso devi rispettare i termini di preavviso contrattuali oppure, se non li rispetti, devi rinunciare all’indennità di preavviso e comunque metterti d’accordo con il datore di lavoro in modo da non creare disaggio con il tuo abbandono improvviso.

Con la risoluzione consensuale invece, non sei solo tu a voler chiudere il rapporto, ma anche l’azienda e questo accordo va messo per iscritto. In questo caso l’impresa può anche prevedere un contributo economico (cosiddetto “incentivo all’esodo”) per favorire la dimissione del dipendente.