L’art. 36 della Costituzione e l’art. 2099 del Codice Civile sanciscono l’importanza del diritto alla retribuzione per il lavoratore dipendente (che sia di un’azienda privata o di una PA) e impongono al datore di lavoro, il rispetto dei vincoli contrattuali, quindi anche relativamente alle tempistiche di pagamento dello stipendio.
L’impegno contrattuale deve essere rispettato sempre: che si tratti di un lavoratore con contratto a tempo indeterminato, determinato o a progetto. Il mancato pagamento dello stipendio inoltre, rappresenta anche giusta causa di dimissioni.
Ecco una guida per sapere cosa fare in questi casi per tutelare i propri interessi.
Come comportarsi
La prima cosa da fare, è sicuramente quella di parlare con il tuo datore di lavoro o con l’ufficio paghe e chiedere risposte esaustive, oltre che l’assunzione di impegni e termini precisi. Se l’azienda versa in uno stato di crisi, potreste venirvi incontro e parlare per esempio di un piano di pagamento rateizzato degli stipendi arretrati. La cosa migliore da fare è quella di formalizzare per iscritto l’accordo a cui siete giunti durante la conversazione.
Siccome il ritardo del pagamento dello stipendio, comporta, per il dipendente, il ritardo di pagamento dei suoi creditori (per esempio delle bollette, della rata del mutuo), i quali spesso applicano un interesse di mora, allora anche il datore di lavoro dovrà pagare lo stipendio arretrato + gli interessi di mora. Il Ministero dell’Economia con il decreto del 12/12/2007 ha stabilito che il tasso di interesse di mora da applicare in questo caso è pari al 3%.
Risarcimento dei danni morali
Il dipendente che viene pagato in ritardo può anche chiedere il risarcimento dei danni morali causati dalla situazione di malessere ed insicurezza derivanti dalla mancanza dello stipendio.
Dimissioni per giusta causa
Il protratto mancato pagamento degli stipendi, porta sicuramente il dipendente a uno stato di disagio molto profondo. Per questa ragione, il mancato pagamento dello stipendio rappresenta una situazione di dimissioni per giusta causa (art. 2119 cod. civile).
“Dopo quanti stipendi non pagati posso licenziarmi?” Il Tribunale di Milano con la pronuncia del 10/05/2014 ha sottolineato che un periodo di oltre quattro mesi rappresenta giusta causa di licenziamento. Il lavoratore che si licenzia per giusta causa, non ha l’obbligo di rispettare i tempi di preavviso (ma ha diritto a ricevere l’indennità di preavviso) e ha diritto a percepire l’indennità di disoccupazione ASpI.
Se l’azienda, nonostante i solleciti, non provvede al pagamento, hai varie possibilità:
– rivolgerti alla Direzione Territoriale del Lavoro (DTL) per provare un tentativo di conciliazione con il datore di lavoro. Il DTL fisserà un giorno in cui vi incontrerete in sede tu e il tuo datore di lavoro e in cui sarete incitati a trovare un accordo. Alla fine dell’incontro, la commissione rilascerà un verbale. In questa fase non hai bisogno di un avvocato ed inoltre, il tentativo di conciliazione è gratuito e facoltativo.
– chiedere l’intervento dell’Ispettorato del lavoro. Se la conciliazione tramite DTL è fallita oppure decidi direttamente di mettere in atto un’azione più decisiva, puoi rivolgerti alla Direzione Territoriale del Lavoro per tentare una “conciliazione monocratica“. Si tratta di un procedimento simile a quello precendente (presso il DTL) ma con una differenza importante. Se il tentativo di conciliazione fallisce, gli ispettori del lavoro faranno partire una verifica presso la sede dell’azienda per controllare che non siano state violate norme lavoristiche e sui contributi. In caso affermativo, il datore di lavoro andrà incontro a importanti sanzioni. Anche questa conciliazione è facoltativa, gratuita e non è necessario un avvocato.
– Avviare un ricorso per decreto ingiuntivo. Si tratta di un procedimento più veloce e meno costoso rispetto alla causa ordinaria. In questo caso occorre rivolgersi a un avvocato, che presenterà un ricorso per decreto ingiuntivo. In pratica tu e il tuo datore di lavoro sarete chiamati dinanzi a un giudice, senza avviare una causa ordinaria. Questo procedimento, che si conclude entro 3/6 mesi, ti permetterà di ottenere dal giudice un ordine di pagamento.