Quando un soggetto inventa, crea o organizza qualcosa di successo, è bene che ne sia riconosciuta la paternità, anche in senso economico. Questo è il senso delle royalties: pagare il proprietario di un marchio o di un brevetto, per poterlo utilizzare a tua volta.

In questa guida completa sulle royalties ti spiego cosa sono e come funzionano, il significato di questo termine usato soprattutto per il franchising (ma non solo), come si calcolano, infine la tassazione prevista per i guadagni derivanti da royalties, sia per le persone fisiche che giuridiche.

Cosa sono e come funzionano

Le royalties sono pagamenti dovuti al proprietario di un marchio, di un brevetto, di una proprietà intellettuale. Tipico esempio è quello di un franchising. Supponiamo che tu decida di aprire un negozio facente parte di una famosa catena, che si chiama “Mangiadigusto” (nome di fantasia).

Per poter aprire questo negozio e usare il marchio, devi contattare l’azienda madre, chiedere la concessione del marchio e quindi pagare per usarlo. Dunque, da una parte la casa madre ti concede l’utilizzo del marchio, di permette di proporre un prodotto già conosciuto (e probabilmente anche stimato) sul mercato; da parte tua paghi per tutto questo.

Significato

Le royalties sono pagamenti con cui acquisti il diritto di usare la proprietà di qualcun altro: pagando le royalties hai il diritto di possedere, produrre o commercializzare qualcosa che un altro soggetto ha creato o possiede.

Le royalties compaiono in molti settori, ma hanno uno scopo simile: concedono ad altri di utilizzare la proprietà, mentre il proprietario ottiene un reddito in cambio.

Volendo trovare una traduzione della parola royalties, potremmo definirle come “commissioni“, anche se non si tratta di una traduzione letterale, ma di significato. Una casa madre può impostare le commissioni per le royalty in vari modi:

  • In percentuale fissa sulle vendite;
  • In percentuale variabile sulle vendite;
  • Impostando una royalty minima e poi a crescere con le vendite.

Il contratto di uso del marchio (del brevetto o della proprietà intellettuale) include:

  • La descrizione dettagliata della proprietà concessa in uso (un marchio, un prodotto, una formula, un servizio, ecc.);
  • Ambito e limiti d’uso della proprietà;
  • Modalità di pagamento, tempi, eventuali anticipi.

Tassazione

Se percepisci royalties non hai l’obbligo di aprire partita IVA, a meno che le percepisci nell’ambito di un’attività di impresa. Supponiamo che tu abbia inventato la formula per una nuova gustosa bibita, decidi di venderla, ma tu non hai alcuna impresa: guadagni solo dalle royalties. In questo caso non stai svolgendo attività imprenditoriale o autonoma, quindi non sei tenuto ad aprire partita IVA.

Come vengono tassate le royalties

Il TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) non prevede una specifica tassazione delle royalties, dunque, per esclusione si ritiene che il guadagno che una persona fisica (senza partita IVA) incassa grazie alla vendita del proprio marchio rientri tra i “redditi diversi”.

Se quindi sei una persona fisica senza partita IVA e vendi il tuo marchio, sulle royalties devi pagare l’IRPEF. Non essendo impresa non devi pagare:

  • IVA;
  • Contributi INPS/INAIL.

Royalties: tassazione persona fisica

In caso di persona fisica dunque, sul reddito derivante dalle royalties si paga l’IRPEF. Non spaventarti: il settore gode di una tassazione agevolata, che consiste in una importante deduzione fiscale IRPEF pari:

  • Al 40% sei hai meno di 35 anni;
  • 25% se hai 35 o più anni.

Esempio 1

Supponiamo che tu abbia 40 anni e percepisca 100.000 euro di royalties in un anno. L’IRPEF devi calcolarla non su 100.000 euro ma su 75.000 euro (ossia 100.000 – 25%).

Esempio 2

Supponiamo che tu abbia 20 anni e percepisca 10.000 euro di royalties in un anno. L’IRPEF devi calcolarla non su 10.000 euro ma su 6.000 euro (ossia 10.000 – 40%).

Royalties: tassazione persona giuridica

Anche una persona giuridica (per esempio una società), può percepire royalties. In tal caso, le royalties diventano reddito imponibile su cui pagare IRAP e IRES.

Le persone giuridiche possono, facoltativamente, optare per il regime fiscale del “patent box”, ossia un regime agevolato sui redditi incassati dall’uso di beni immateriali e che permette una parziale detassazione ai fini iRAP e IRES.

Franchising

Se hai passato un po’ di tempo a cercare opportunità di investimento, a modi per creare impresa, avrai già sentito parlare di franchising. Anche nel franchising si pagano spesso le royalties: ossia una percentuale che l’utilizzatore del marchio (detto affiliato) paga alla casa madre (detta franchisor), per poterlo utilizzare.

Per fare un esempio, la royalty è come una quota associativa continua che paghi per poter continuare a far parte del franchising. Un franchisor coscienzioso impiega molto tempo per studiare e capire quale sia l’equa percentuale a cui fissare la royalty. Non bisogna infatti dimenticare che, una royalty troppo alta può rappresentare un disincentivo per chi desidera investire.

Al contrario quindi, il franchisor deve considerare che l’affiliato intende portare a casa un ragionevole guadagno, al netto delle spese. Dunque è di vitale importanza trovare un equilibrio tra il far prosperare il franchising e tenere contento l’affiliato, in modo che tutti realizzino un sano profitto.

Il franchising attualmente rappresenta una interessante forma di investimento se desideri fare impresa: ti “agganci” a un marchio già conosciuto, con una sua storia, una sua fama, ne sfrutti la diffusione e la stima del pubblico e quindi avvii la tua attività con una certa fiducia.

Dunque è vero che da una parte devi pagare le royalties, ma se non sei ancora espertissimo del settore, affidarti a un franchising può essere un trampolino di lancio, per spiccare il volo in modo indipendente in un futuro non troppo lontano.

Come si calcolano

Non esiste una formula specifica per il calcolo delle royalties, in quanto la percentuale che si andrà ad applicare al fatturato, alle vendite, è frutto di una trattativa privata tra le parti, ossia tra la casa madre e l’utilizzatore.

Quindi, se per esempio in un franchising, si prevede il pagamento del 5% di royalties sul fatturato, allora bisognerà calcolare questa percentuale alle vendite realizzate.

Il contratto può prevedere anche l’applicazione della percentuale non sul fatturato, ma sul guadagno (ossia sulle vendite – costi). Tutto dipende da come si accordano le parti.