Quante volte hai sentito dire da qualcuno che ha il “conto in rosso”! Forse mai, forse poco o tante volte. Non ci sono dubbi che si tratti di una situazione decisamente poco piacevole: avere dei debiti con una banca e non appianarli tempestivamente, può avere conseguenze da non sottovalutare.

In questa guida completa sullo sconfinamento bancario ti spiego cos’è e cosa significa, cosa si intende per sconfinamento bancario senza fido e con fido, la differenza tra i due, come funziona la segnalazione alla Centrale dei rischi in caso di mancato pagamento del debito, cosa rischi.

Cos’è e cosa significa

Definizione. Per sconfinamento bancario si intende il momento in cui un cliente di una banca, spende una somma maggiore rispetto a quello che ha sul conto, e la banca lo accetta. Si determina dunque quello che comunemente si chiama “conto in rosso”.

Esempio

Sei al ristorante e lo scontrino da pagare è pari a 300 euro. Sul tuo conto corrente hai solo 100 euro. In questo caso generi uno sconfinamento di 200 euro.

Per determinare uno sconfinamento dunque, è necessario che la banca offra questa possibilità. Perché ci sono banca o contratti che non la prevedono: permettono di spendere solo quello che hai sul conto, nulla di più.

Lo sconfinamento bancario può avvenire in due situazioni:

  1. Con fido. Quando la banca ti permette di spendere un importo maggiore rispetto al fido che ti ha concesso contrattualmente;
  2. Senza fido. Quando non hai stipulato alcun accordo di fido con la banca, ma essa ti concede comunque di spendere un importo maggiore rispetto al saldo che hai sul conto corrente.

Di fondamentale importanza è comprendere la differenza tra i due casi:

  1. Se hai un fido con la banca, significa che puoi già spendere di più rispetto al deposito che hai sul conto corrente. Per esempio: sul conto corrente hai 10.000 euro e la banca ti ha anche concesso un fido di 1.000 euro. Significa che se sul conto corrente arrivi a zero euro, hai comunque un margine di ulteriori 1.000 euro da spendere. In questo caso, lo sconfinamento si ha solo se superi questi 1.000 euro, se spendi oltre i 1.000 euro di fido.
  2. Se non hai un fido con la banca, lo sconfinamento si realizza subito, appena spendi un importo maggiore rispetto alla disponibilità che hai sul conto corrente. Per esempio, hai sul conto 2.000 euro, ma effettui un pagamento di 2.100 euro: c’è uno sconfinamento di 100 euro.

Importante: lo sconfinamento è possibile solo se la banca lo concede. Diverse banche infatti non permettono alcun tipo di sconfinamento, né con fido né senza fido. Dunque una condizione molto importante per lo sconfinamento è che la banca lo conceda, per contratto, oppure in caso di clienti particolarmente virtuosi, affidabili.

Senza fido

Generalmente, se hai un conto corrente senza fido, la banca non permette di spendere oltre la soglia depositata sul conto. Se per esempio sul conto hai 100 euro, ma effettui un pagamento bancomat di 120 euro, il POS rifiuta l’operazione, proprio per non farti andare in rosso.

Tuttavia, alcune banche adottano un atteggiamento di tolleranza soprattutto quando si tratta di clienti virtuosi: consentono uno sconfinamento, per poi richiamare il cliente a risanare il debito. Può succedere quindi che tu possa spendere più di quello che hai sul conto corrente: in questo caso si parla di sconfinamento senza fido.

A questo punto la banca ti inviterà a risanare il debito tempestivamente, per telefono, email, o tramite posta cartacea al tuo domicilio.

Segnalazione Centrale dei rischi

Il regolamento EBA (European Banking Authority), entrato in vigore a partire dal 2021, non vieta gli sconfinamenti. Ogni banca, può decidere autonomamente se permettere o no sconfinamenti, sia in caso di cliente con fido che in caso di cliente senza fido.

Tuttavia, in caso di sconfinamento, è importante sanare tempestivamente il debito con la banca, altrimenti, ai sensi del regolamento EBA, rischi una segnalazione alla Centrale dei Rischi, come cattivo pagatore. Nello specifico rischi la segnalazione se lo sconfinamento supera:

  1. I 100 euro per i privati, 500 euro per le imprese;
  2. L’1% dell’esposizione totale verso quella banca;
  3. I 90 giorni (che diventano 180 in caso di Pubblica Amministrazione).

Queste condizioni devono sussistere tutte e tre. Quindi, se per esempio generi uno sconfinamento di 300 euro ma risani il debito dopo 10 giorni, non rischi la segnalazione, perché appunto non si è verificata la terza condizione (ossia lo sconfinamento dura da più di 90 giorni).

Come appena visto quindi, superare la soglia di 100 euro, non è sufficiente per far partire la segnalazione: occorre che si verifichino le tre condizioni appena esposte.

Le conseguenze

Essere iscritto alla Centrale dei Rischi come cattivo pagatore, ha delle conseguenze da non sottovalutare. Le banche potrebbero non concederti più prestiti, nel caso avessi bisogno.

Esempio

Sei iscritto alla Centrale come cattivo pagatore. Ti trovi in un momento di difficoltà economica e chiedi a una banca un prestito di 3.000 euro. La banca, prima di concederti il finanziamento, effettua dei controlli sul tuo conto: ti chiede se hai delle garanzie (buste paga, garante, ecc.) e poi va a controllare se sei presente nella lista dei cattivi pagatori presso la Centrale dei rischi.

Se trova il tuo nominativo, puoi già immaginare cosa ti risponderà la banca alla richiesta del prestito: è molto improbabile che te lo conceda. L’iscrizione alla Centrale, non solo ti impedisce di accedere a finanziamenti, ma anche alla possibilità di avere una carta di credito.

E non solo: se un domani volessi fare da garante a qualcuno, non potresti. Supponiamo che tuo figlio abbia bisogno di un prestito e lo chieda a una banca. Tuo figlio non ha un lavoro stabile e quindi la banca gli chiede un garante. L’unica persona che può aiutarlo sei tu e ti offri da garante. Purtroppo però. essendo tu iscritto alla Centrale dei rischi, non vieni valutato come persona finanziariamente affidabile. Risultato: la banca non accetta la tua garanzia, e tuo figlio non ottiene il prestito.

Essere iscritto alla Centrale dei rischi, rappresenta dunque una situazione poco piacevole, soprattutto se sei una persona giovane che ancora non ha richiesto un mutuo: un domani, se risulti iscritto alla lista dei cattivi pagatori, potresti avere grandi difficoltà a ottenere un mutuo per comprare casa.