Se il comportamento di qualcuno ti fa angosciare, ti spaventa, ti mette a disagio e ti crea insicurezza, non va assolutamente bene, anche se si tratta di qualcuno che conosci (come un ex marito o un ex fidanzato). Hai tutto il diritto di cercare aiuto, supporto e di agire legalmente.

In questa guida completa sullo stalking ti spiego cos’è e il significato attribuito a questa parola, quando è reato, quando si configura, quanti episodi occorrono, ti faccio alcuni esempi di atti persecutori, ti spiego quando si parla di stalking condominiale, giudiziario, telefonico, sul lavoro, quanti anni di carcere prevede la legge per lo stalker, la quantificazione del risarcimento del danno che spetta alla vittima e infine i termini di prescrizione per questo reato.

Significato

Cos’è e cosa vuol dire. Stalking è un termine inglese che indica una serie di comportamenti persecutori che una persona tiene nei confronti di un’altra persona. Affinché si parli di stalking, i comportamenti persecutori devono avere due caratteristiche:

  1. Ripetuti. Gli atti persecutori devono essere più di uno, devono essere ripetuti. Se c’è un solo atto persecutorio, non si può parlare di stalking;
  2. Intrusivi. Gli atti persecutori devono essere fastidiosi, molesti, spiacevoli.

Atti persecutori esempi

Ecco alcuni esempi di stalking:

  1. Minacce ripetute;
  2. Pedinamenti;
  3. Appostamenti sotto casa o sul posto di lavoro;
  4. Molestie;
  5. Telefonate continue allo scopo di infastidire;
  6. Attenzioni indesiderate perpetrate nel tempo;
  7. Tutti quei comportamenti ripetuti, indesiderati e molesti subiti da una persona.

Facciamo un esempio concreto, purtroppo non raro. Due persone si lasciano: l’ex marito inizia a perseguitare la moglie. La segue in macchina, si apposta sotto il luogo di lavoro, le invia messaggi minacciosi. In questo caso è chiaro che l’ex moglie non riesce a vivere tranquilla, perché sente continuamente il peso oppressivo della minaccia.

Quando è reato

Il codice penale disciplina il reato di stalking all’art. 612-bis, parlando di “atti persecutori”.

L’articolo prevede che, chiunque commette atti persecutori al punto da generare nella vittima ansia, paura per sé o i propri cari o la costringe a cambiare abitudini di vita allo scopo di sfuggire alle persecuzioni, rischia la reclusione.

Anni di carcere

Con lo stalking non si scherza affatto: l’art. 612-bis prevede, per chi commette stalking, da sei mesi a cinque anni di carcere. A seconda della gravità dei fatti quindi, lo stalker può passare mesi o anni in galera. Tutto dipende dalla gravità degli atti persecutori.

Non solo, sempre lo stesso articolo prevede un aumento della pena nei seguenti casi:

  • Se a commettere le persecuzioni è il coniuge o ex coniuge;
  • Se la vittima è un minorenne;
  • Se la vittima è incinta;
  • Se la vittima è una persona disabile.

Quando si configura

Il reato di stalking si configura quando ci sono tutti questi elementi:

  1. La vittima subisce atti persecutori, ossia comportamenti invadenti, fastidiosi e molesti;
  2. Gli atti sono reiterati nel tempo. Non basta dunque un solo atto per configurare il reato di stalking;
  3. Tali atti fanno sorgere nella vittima una paura, un’ansia, al punto tale da compromettere la serenità della vittima, o da farle temere per la sua vita o quella dei suoi cari.

Quanti episodi

Un solo episodio non basta. Abbiamo chiarito in alto che non basta un solo atto persecutorio perché si possa parlare di stalking. Dunque sicuramente ti stai chiedendo quanti episodi siano necessari affinché si configuri il reato.

Bastano due condotte, compiute in un breve arco temporale, affinché si configuri il reato di stalking (Cassazione, sentenza n. 11450/2019). Se quindi una persona subisce una minaccia oggi e una fra una settimana, si può già parlare di stalking. Più difficile parlare di stalking se la minaccia avviene oggi e un’altra fra due anni. L’arco di tempo è molto ampio.

Numero antistalking

Purtroppo le persone che subiscono stalking sono tante, più di quante si possa immaginare. E’ importante che la vittima trovi l’aiuto necessario per fronteggiare la situazione: a volte la solitudine e la paura non permettono alla vittima di reagire.

La Presidenza del Consiglio dei Ministri, attraverso il dipartimento delle Pari Opportunità, ha attivato un numero verde, il 1522, disponibile per tutti coloro che ritengono di subire stalking. Se è il tuo caso, puoi chiamare questo numero a qualsiasi ora del giorno o della notte e chiedere l’aiuto necessario.

Condominiale tra vicini di casa

Andare d’accordo tra vicini di casa è la situazione ideale per chiunque, ma purtroppo non è sempre così. Litigi, discussioni, divergenze di opinioni, ma anche molestie e atti persecutori sono più diffusi di quanto si pensi, anche tra vicini di casa.

In questo caso si parla di stalking condominiale. Se pensi possa essere il tuo caso, leggi questa guida sullo stalking condominiale per capire cosa fare e come agire.

Giudiziario

Sebbene a primo impatto possa sembrare paradossale, a volte lo stalking si configura proprio nelle aule di tribunale: quando una delle parti (o entrambe) mette in atto una vera e propria guerra giudiziaria. Tipicamente avviene tra ex coniugi, ma anche tra fratelli, per esempio per questioni sull’eredità.

Lo stalking può avvenire inventando situazioni, denunciando circostanze non reali, insomma infastidendo continuamente la controparte con dichiarazioni e comportamenti molesti, al punto da caricare inutilmente lo stesso procedimento giudiziario.

Purtroppo lo stalking giudiziario non è specificatamente regolato da un’apposita norma, ma si tratta di una condotta molto grave, soprattutto se avvallata da giudici corrotti che ricevono denaro in cambio di decisioni sentenze a favore di una o dell’altra parte.

Telefonico

Quante volte a settimana, al giorno, ricevi telefonate da call center di telemarketing… e in certe occasioni diventa una vera e propria scocciatura.  In questi casi, se preferisci non essere più contattato, ti conviene iscriverti al Registro delle Opposizioni.

Ci sono poi dei casi più “pesanti”. Pensiamo ad esempio a una persona che ha chiesto un prestito e non riesce più a restituirlo. La società di recupero crediti telefona per chiedere la restituzione del denaro.

Stalking finanziario: recupero crediti

L’operatore crediti sta facendo il suo lavoro, soprattutto se si limit a prospettare le classiche e legittime procedure esecutive che potrebbero seguire (avvocati, decreto ingiuntivo, pignoramento, aste…).

Se invece inizia a prospettare scenari non previsti dalla legge (per esempio “domani viene l’ufficiale a casa tua e ti prende tutto ciò che hai”), in questo caso si tratta di una minaccia vera e propria, passibile di denuncia.

Se il call center chiama il debitore ad orari e cadenza ragionevoli, non c’è stalking: è legittimo incentivare la persona a pagare. Se invece attua un comportamento tale da portare il debitore all’esasperazione (più chiamate al giorno senza motivo, a qualsiasi ora, sempre per dire la stessa cosa, oppure con minacce) allora questo comportamento è passibile di denuncia per molestia (art. 660 c.p.; Cassazione, sent. n. 14997/2012).

Sul lavoro

Sul posto di lavoro, non bisogna confondere lo stalking con il mobbing. Si tratta di due comportamenti differenti, ma entrambi mortificanti per la vittima.

Differenza tra mobbing e stalking

Nel mobbing i comportamenti persecutori hanno lo scopo di discriminare e isolare la vittima, condurla alle dimissioni. Nello stalking invece potrebbe non esserci una finalità e potrebbe anche non essere rilevante. Quello che è invece rilevante sono gli effetti sulla vittima: stato di ansia, paura e angoscia.

Procedibilità

La procedibilità del reato è su querela della vittima. Per far partire la macchina della giustizia, la vittima deve procedere con una querela. Dunque deve recarsi presso una stazione dei carabinieri o un comando di polizia e presentare regolare querela. Questo deve farlo entro sei mesi dall’ultimo atto persecutorio subito.

La procedibilità è d’ufficio nei seguenti casi: stalking compiuti su un minorenne o un disabile, oppure quando il fatto è collegato a un altro fatto procedibile d’ufficio.

Denuncia

Cosa fare in caso di stalking. Se pensi di essere vittima di stalking e desideri tutelarti, devi recarti presso una caserma dei carabinieri oppure un comando della polizia e querelare la persona che ti stalkera.

Divieto di avvicinamento

Verrà avviato un processo giudiziario a carico di quella persona. Inoltre, il PM (Pubblico Ministero) che si occuperà del tuo caso potrebbe chiedere per lo stalker agli arresti domiciliari o di applicargli il divieto di avvicinamento a te e i tuoi familiari.

Ammonimento

Purtroppo, essendoci confusione sull’argomento, la vittima delle volte non è sicura di esserlo e tentenna a sporgere denuncia. Se questo è il tuo caso, puoi procedere con la richiesta di un ammonimento.

Intervento della Questura

Recati presso la Questura più vicina a te ed esponi il caso nel dettaglio, comunica quello che stai subendo. Sulla base del tuo racconto, la polizia inizierà a svolgere delle indagini e se opportuno provvederà a inviare un ammonimento allo stalker.

L’ammonimento non è una querela, ma un invito allo stalker a cessare la sua condotta. L’ammonimento inoltre, non ti preclude dal fare una querela, quindi in futuro puoi sempre procedere se gli atti persecutori continuano.

Risarcimento danni quantificazione

Per la legge italiana, ogni persona che subisce un reato ha diritto a un risarcimento. Dunque, essendo lo stalking un reato, la vittima può ottenere un risarcimento dei danni. Per ottenerlo deve costituirsi parte civile nel processo.

Costituirsi parte civile significa che, all’interno del processo penale (per stalking) decide di esercitare anche l’azione civile, per ottenere un risarcimento in denaro. Somma in denaro che sarà il giudice a quantificare.

Non c’è una normativa precisa in merito alla quantificazione dello stalking: è chiaro che se lo stalker ha distrutto l’auto della vittima, il risarcimento è più o meno quantificabile. Ma a questo si aggiunge il danno esistenziale, causato dalla paura, dall’angoscia. E questo non è facilmente quantificabile.

Non esiste una normativa che indichi criteri specifici per la quantificazione del danno. Dunque il giudice, discrezionalmente e in base al singolo caso, probabilmente si troverà a considerare i seguenti elementi:

  1. Durata della condotta lesiva;
  2. Intensità dell’angoscia generata nella vittima;
  3. Cambiamento delle abitudini di vita causate dallo stalking.

Un caso di liquidazione del danno per stalking è avvenuto presso il Tribunale di Firenze, che con la sentenza 23 giugno 2014 ha imposto un pagamento di 20 mila euro allo stalker, come risarcimento del danno subito.

Prescrizione

Il reato di stalking è soggetto a prescrizione, ossia un termine trascorso il quale il reato non è più perseguibile.

Nel caso dello stalking, la prescrizione è pari a sei anni, aumentati a sette anni e mezzo in caso di interruzione causata da atti processuali.