Gestire la contabilità di un’azienda non è semplice, soprattutto quando il numero di clienti e fornitori da gestire è elevato. Può capitare infatti di fatturare degli importi errati, inviare fatture per servizi che non erano più attivi o semplicemente creare due volte la stessa fattura. In tutti questi casi si può rimediare tramite lo storno della fattura.

In questa guida ti spiego come funziona lo storno della fattura, come gestire i vari importi di pagamento ed IVA errati, come devi comportarti nel caso di una fattura registrata due volte e come comportarti con le fatture sbagliate negli anni precedenti. Non ti preoccupare, c’è una soluzione per ogni caso. Eccola qui.

Cos’è

Hai emesso una fattura sbagliata a un tuo acquirente oppure hai registrato due volte una fattura di acquisto? Se ti sei accorto di un’errata fatturazione sei ancora in tempo per correre ai ripari e correggere l’errore: per ogni svista commessa c’è una specifica soluzione che ti eviterà l’applicazione delle sanzioni previste.

Come funziona e come si fa

Prima di vedere come correggere ogni tipologia di errore, occorre individuare la fase in cui ti trovi:

  • Hai emesso la fattura errata ma é ancora in tuo possesso: quindi non l’hai consegnata al tuo cliente, puoi semplicemente strapparla e compilarne una nuova;
  • Hai già inviato la fattura: puoi provare a chiamare il tuo cliente e chiedergli se ha provveduto già a pagarti o a registrarla. Se la risposta é negativa puoi chiedere al tuo cliente di cestinare la fattura poiché ne emetterai subito un’altra, scusandoti per l’errore commesso;
  • Il cliente ha già ricevuto la fattura e non può stralciarla: allora devi comportarti diversamente a seconda dell’errore commesso;
  • Il cliente sei tu e hai erroneamente registrato la fattura due volte: puoi stornare la fattura doppia.

Importo ed errata IVA

Come sancito dall’articolo 26 comma 4 del DPR 644/1972, i caso di errori di registrazione, l’impresa può usare delle annotazioni di rettifica per variare gli importi. Se il tuo errore riguarda importi e l’imputazione dell’IVA, per stornare la somma errata devi emettere verso il cliente una “nota di variazione”, che nello specifico può essere:

  • Una nota di credito: quando l’importo della fattura era più alto del dovuto (per esempio 300 euro al posto di 100) e quindi per variarne l’importo in diminuzione; Grazie alla nota di credito puoi stornare l’importo e l’IVA erroneamente applicata in fattura;
  • Una nota di debito: quando l’importo della fattura era più basso del dovuto (per esempio 100 euro al posto di 300) e quindi per variarne l’importo in amento. Grazie alla nota di debito puoi imputare al tuo cliente l’importo ancora dovuto e la relativa IVA.

La nota di variazione (di debito o di credito) ha le medesime caratteristiche di una fattura, quindi riporta data, numero progressivo e i dati dei contraenti.

Inoltre deve contenere il riferimento alla fattura sbagliata (per esempio la dicitura “per importo errato su fattura XXX” o “per errata applicazione dell’aliquota Iva su fattura XXX”) e quindi presentare il relativo importo in più oppure l’abbuono o lo sconto.

Dopo averla consegnata al cliente, la nota va registrata nei Registri IVA e nel Libro Giornale osservando le stesse regole previste per le classiche fatture.

Fattura registrata due volte

L’articolo 26 comma 4 del DPR 633/72, consente la rettifica del calcolo o di registrazione nella compilazione dei registri IVA o nell’effettuazione delle liquidazioni periodiche tramite annotazioni da fare sugli stessi registri. In caso di fattura registrata due volte si può quindi procedere a stornare la fattura in più in questo modo:

  1. Registrando innanzitutto una nota di credito nel registro IVA acquisti;
  2. Successivamente registrando l’annullamento anche in contabilità generale, dove sorgerà una “sopravvenienza attiva” poichè, essendo registrata due volte una fattura di acquisto, occorre annullarne il costo e per annullarlo ai fini contabili occorre considerare una sopravvenienza attiva.

Quanto tempo

Cosa fare se l’errore é stato commesso oltre un anno o in anni precedenti. L’articolo 26 del D.P.R 633/72 chiarisce entro quanto tempo é possibile eseguire la rettifica:

  • Le note di debito rappresentano un aumento di imposta e quindi l’impresa é obbligata ad emetterle. Per il fisco é un entrata tributaria e quindi non sono stati previsti limiti di tempo;
  • Quando invece é stata emessa una fattura con importo superiore a quello dovuto, tali fatture non recano alcun danno all’erario: ne consegue che per il fisco non é neanche obbligatorio la nota di credito.

Tale facoltà però, se esercitata, deve seguire i dettami del 2° e 3° comma del suddetto articolo 26: di solito non sono previsti limiti temporali, ma se lo storno deriva da un nuovo accordo sopravvenuto tra le parti, la nota di credito deve essere emessa entro un anno.