Quando una persona cara muore, ci sono delle incombenze burocratiche da portare a termine. Tra queste, seppur senza troppa fretta, rientra la gestione dell’eredità. Può essere che il defunto avesse un conto, delle azioni, dei titoli di stato, degli immobili.
In questa guida completa sulla successione conto corrente ti spiego cosa e come fare alla morte di un caro, cosa succede se il conto è cointestato o non cointestato, la dichiarazione di successione da fare, quando è obbligatoria e quando è previsto l’esonero, le tasse da pagare e infine cosa fare se il defunto risiedeva all’estero.
Indice
Cos’è e come funziona
Quando una persona ci lascia, bisogna occuparsi delle questioni burocratiche. Tra queste rientra la successione del conto corrente. Se il defunto aveva un conto corrente, postale o bancario, dei titoli, bisogna provvedere a chiedere il passaggio agli eredi.
La successione comporta una serie di passaggi e, se prevista, il pagamento della cosiddetta tassa di successione. Vediamo come fare in ogni caso.
Come fare
Quando una persona muore, bisogna procedere con la successione dei suoi beni. Tra questi rientra anche il conto corrente ed eventuali titoli posseduti. Ecco come sbloccare il conto corrente del parente defunto.
La procedura è diversa a seconda che si tratti di:
- Conto corrente intestato al solo defunto;
- Conto corrente cointestato.
Vediamo entrambe le situazioni.
Cointestato
Se il conto corrente è cointestato possono esserci due casi:
- Conto corrente con firma congiunta. Quando per fare operazioni occorre la firma di tutti i cointestatari;
- Conto corrente con firma disgiunta. Quando per fare operazioni basta la firma di un solo cointestatario.
1. Conto corrente cointestato con firma congiunta
Se il conto corrente è intestato a due o più persone (per esempio marito e moglie), in caso di morte di uno dei titolari, la banca blocca il conto. L’altro cointestatario non può più operare su quel conto corrente, è tutto bloccato. Per sbloccarlo, cointestatario ed eredi devono recarsi in banca e consegnare il certificato di morte in modo da sbloccare il conto.
2. Conto corrente cointestato con firma disgiunta
Se il conto è a firma disgiunta, il cointestatario che rimane può subito disporre della sua quota: la banca blocca solo metà quota, l’altra la lascia libera in modo che il superstite possa disporne come ritiene opportuno.
La parte bloccata invece, viene divisa tra gli eredi. Tra i quali può esserci anche lo stesso cointestatario: ad esempio supponiamo che il conto era cointestato con firma disgiunta a moglie e marito. Metà quota va subito alla moglie, l’altra metà viene divisa tra gli eredi e la moglie (poiché anche la moglie è un erede).
Ricapitolando: il cointestatario può disporre subito della sua quota. Mentre per la restante parte devono attivarsi tutti gli eredi, dunque presentare alla banca i seguenti documenti:
- Certificato di morte;
- Copia della dichiarazione di successione presentata presso l’Agenzia delle Entrate, la quale serve per individuare gli eredi effettivi.
La dichiarazione di successione dovete presentarla entro 12 mesi dalla morte del titolare del conto.
Non cointestato
Adesso vediamo un altro caso: conto corrente non cointestato, quindi intestato solo al defunto. Per accedere al conto corrente, gli eredi devono presentare alla banca i seguenti documenti:
- Certificato di morte;
- Copia della dichiarazione di successione presentata presso l’Agenzia delle Entrate.
La banca infatti, per sbloccare il conto ha bisogno di sapere che il titolare è morto (e per questo c’è il conto corrente) e chi sono gli eredi effettivi (e per questo serve la dichiarazione di successione).
La dichiarazione di successione dovete presentarla all’Agenzia delle Entrate entro 12 mesi dalla morte del defunto. Potete farvi aiutare da un CAF o da un commercialista. A questa pagina dell’Agenzia delle Entrate tutte le informazioni sulla dichiarazione di successione.
Attenzione
Gli eredi devono presentare alla banca anche tutti gli strumenti legati al conto: carte di credito, prepagate, bancomat. Se non le trovano, devono sporgere denuncia e consegnarne una copia in banca.
Tempistica
Per quanto riguarda la tempistica di sblocco del conto corrente, tutto dipende da quanto voi eredi siete veloci a consegnare i documenti (certificato di morte e dichiarazione di successione).
Una volta consegnati questi documenti, la banca deve provvedere subito a sbloccare il conto. Non c’è un tempo preciso indicato dalla legge, ma la banca non può assolutamente continuare a trattenere il denaro, se avete presentato tutti i documenti. Entro al massimo una settimana dovrebbe sbloccare il conto.
Se non vi provvede, è consigliabile inviare alla banca una lettera di reclamo con ricevuta A/R, con cui chiedere il pagamento della somma attiva entro X giorni. in caso di inadempienza, potete valutare di ricorrere all’Arbitro Bancario e Finanziario, ossia l’ente che si occupa di risolvere le controversie in maniera stragiudiziale.
Suggerimento
In ultimo, se non si risolve, dovrete procedere con una causa vera e propria dinanzi al tribunale.
Tasse
Quando tu e gli altri eventuali eredi presentate la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate, quest’ultima calcola la tassa di successione, che va dal 4 all’8% a seconda del grado di parentela che ognuno di voi aveva col defunto:
- Coniuge e figli: fino a 1 milione di eredità non pagano tassa. Oltre il milione, pagano il 4%;
- Fratelli e sorelle: ogni erede, fino a 100.000 euro di eredità ognuno, non paga tassa. Oltre i 100.000 euro, pagano il 6%;
- Tutti gli altri: pagano sempre il 6%, senza franchigia.
La tassa si paga con modello F24, codice tributo A147.
Obbligo dichiarazione
La dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate è inderogabile solo se sussistono tutte queste condizioni:
- Gli eredi sono solo coniuge, figli, nipoti;
- L’eredità non supera i 100 mila euro;
- Non vi sono immobili nell’eredità né diritti reali su di essi.
Quindi, se per esempio muore Tizio, lasciando 50.000 euro e gli eredi sono solo moglie e figli, non hanno l’obbligo di presentare la dichiarazione.
Questo esonero vale solo per l’Agenzia delle Entrate: non ti obbliga a presentare la dichiarazione di successione. Però se questi 50.000 euro sono su un conto corrente, la banca potrebbe comunque chiederla, per vedere chi sono gli effettivi eredi. Quindi dovrete fare la dichiarazione, ma non pagherete comunque tasse, visto che coniuge e figli pagano il 4% di tassa solo se l’eredità supera 1 milione di euro.
Esonero
Ai sensi dell’art. 28, co. 7 del Dlgs n. 346/1990, gli eredi sono esonerati dal presentare la dichiarazione di successione solo se sussistono tutte le seguenti condizioni:
- Gli eredi sono solo figli e/o coniuge;
- L’eredità non supera i 100.000 euro;
- L’eredità non comprende immobili o diritti reali su immobili.
Estero
Se il defunto era residente all’estero, gli eredi devono presentare la dichiarazione di successione pagare la relativa imposta solo sui beni presenti in Italia, dunque immobili presenti in Italia, conti correnti in banche italiane, ecc. (articolo 2 del TUSD).
Per beni presenti in Italia, la legge intende (art. 2, co. 3 del TUSD – Testo Unico sulle successioni e donazioni):
- Beni iscritti a un registro pubblico italiano;
- Azioni di società con sede legale/amministrativa o oggetto perseguito in Italia;
- Titoli emessi da società con sede legale/amministrativa o oggetto perseguito in Italia;
- Titoli di stato italiani.
Titoli
Se il defunto aveva dei titoli, per esempio titoli di stato oppure obbligazioni di società private, queste rientrano nell’asse ereditario, quindi vanno agli eredi. A questo punto:
- Se gli eredi posseggono un proprio conto titoli, allora la banca trasferisce i titoli presso tale/i conto/i;
- Se invece non ne posseggono uno, occorrerà aprirlo, cointestato o meno.
In alternativa, se non sono minimamente interessati ai titoli possono venderli: ma dovranno firmare alla banca un documento in cui dichiarano che tutti sono d’accordo con la vendita e indicare dove depositare il ricavato della vendita (se su conti personali o conto unico per esempio).