L’acquisto di un immobile all’asta è un’idea che è balenata almeno una volta a tutti nella vita: la ricerca dell’affare, dell’occasione e del risparmio, sono le spinte di una scelta di questo tipo.
Prima di partecipare ad un’asta però, è bene sapere alcune cose: ad esempio, quali sono le tasse applicate sull’acquisto e cosa succede se vendi la casa prima di 5 anni.
Prima casa o seconda casa
In Italia, il debitore che non paga il dovuto, se la somma supera un certo importo, può perdere la casa iscritta a ipoteca. Per esempio, quando si accende un mutuo, se non si pagano più le rate, la banca può procedere all’esproprio e alla vendita forzata (ovviamente dopo essere venuto incontro al cliente, per esempio dopo la sospensione temporanea del mutuo, etc.).
L’immobile viene quindi messo all’asta e chiunque può comprarla. Il miglior offerente (ossia colui che fa l’offerta più alta), si aggiudica l’asta.
Per partecipare all’asta, l’aspirante acquirente deve fare un deposito cauzionale, pari al 10% del prezzo base d’asta (a volte si arriva fino al 30%) . Questa somma di denaro va versata alla cancelleria del Tribunale. Se l’asta non viene aggiudicata, la somma viene restituita, altrimenti viene sottratta al prezzo finale.
Una volta aggiudicata l’asta, si dovranno pagare anche le tasse, che sono le seguenti:
– in caso di prima casa, adibita quindi ad abitazione principale, sono dovute:
- mposta di registro, pari al 3% del prezzo della casa;
- imposta ipotecaria e catastale ognuna di 168 euro, per un totale di 336 euro.
– In caso di seconda (o terza, etc.) casa, sono dovute:
- imposta di registro, pari al 7% del prezzo della casa;
- imposta ipotecaria e ipotecaria rispettivamente pari al 2% e all’1% del prezzo della casa.
Attenzione: se stai comprando la casa come investimento e la rivendi entro 5 anni dall’acquisto, se dalla vendita ne deriva una plusvalenza (ossia un guadagno), alla plusvalenza sarà applicata la tassazione ordinaria Irpef e le rispettive aliquote. In alternativa, al momento della vendita, è possibile applicare sulla plusvalenza l’aliquota sostitutiva del 20%.
Esempio: la casa l’avevi comprata in asta a 100.000 euro. Dopo 4 anni la rivendi a 120.000 euro. Hai quindi realizzato una plusvalenza di 20.000 euro. Su questi 20.000 euro puoi scegliere se:
- pagare la tassazione ordinaria IRPEF;
- oppure pagare solo il 20% come imposta sostitutiva, che è di certo la soluzione più conveniente, visto che le aliquote ordinarie IRPEF partono dal 23%.