Ogni anno gli studenti devono affrontare i test INVALSI, ossia delle prove che consentono di mettere in luce le capacità raggiunte dalla classe. Non tutti sanno bene cosa sono gli INVALSi e soprattutto quali finalità hanno.

In questa guida completa sui test INVALSI ti spiego cosa sono e a cosa servono, quali sono gli obiettivi di queste prove, cosa evidenziano, quando si fanno, come si considerano i risultati, qual è la valutazione prevista per gli studenti, cosa è previsto in caso di alunni disabili e infine qual è la retribuzione spettante ai docenti che somministrano i test.

Cosa sono

I test INVALSI sono delle prove redatte appunto da INVALSI (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione), sono test scritti che ogni anno devono sostenere gli studenti delle scuole:

  • Superiori, nello specifico gli studenti dell’ultimo anno e quelli del secondo anno;
  • Medie, nello specifico gli studenti di terza media;
  • Elementari, nello specifico gli alunni di seconda e quinta elementare.

A cosa servono

Lo scopo delle prove INVALSI è quello di valutare la competenza raggiunta dagli alunni su scala nazionale, nelle seguenti materie:

  • Italiano;
  • Inglese;
  • Matematica;
  • Sloveno, solo in alcune zone dove è alta la presenza di persone italo-slovene o slovene.

I risultati dei test INVALSI forniscono indicazioni sul livello di istruzione raggiunto dalla classe, dall’istituto e a livello regionale o nazionale. Permettono quindi di avere un’idea generale, statistica, della situazione di bambini e ragazzi.

Al contrario di quello che si potrebbe pensare quindi, le prove INVALSI non servono a giudicare l’alunno, infatti non si assegnano dei voti, ma dei livelli. Ma servono a fare una fotografia della situazione, della competenza scolastica, in modo che il Ministero dell’Istruzione possa individuare specifiche lacune ed eventualmente apportare modifiche al metodo di studio, per esempio.

Le competenze misurate nelle prove tra l’altro non sono di tipo nozionistico, ma di ragionamento. Quindi per esempio si fornisce allo studente un testo e poi ci sono delle domande, per vedere quanto lo studente ha compreso di quel testo.

Quando si fanno

Le prove iNVALSI si svolgono annualmente. Le date cambiano ogni anno, non ci sono date fisse, ma generalmente si svolgono:

  • Per i bambini della scuola primaria (seconda e quinta elementare), nel mese di maggio;
  • Per i ragazzi di terza media, nel mese di aprile;
  • Per i ragazzi di seconda superiore, nel mese di maggio;
  • Per i ragazzi di quinta superiore, nel mese di marzo.

Attenzione

Questo calendario è indicativo, giusto per avere un’idea. Il Ministero, di concerto con INVALSI può modificare il calendario annualmente.

Risultati

I risultati delle Prove INVALSI sono una fotografia del livello di apprendimento degli alunni: esprimono lo stato di salute del sistema scolastico italiano e dunque danno delle indicazioni sulle eventuali migliorie e modifiche possibili.

Lo scopo dei test INVALSI infatti, non è quello di dare un voto agli alunni. I risultati dei test non fanno media con i voti dell’alunno, che quindi non deve preoccuparsi sotto questo punto di vista. Sono un modo per gli insegnanti e per il Ministero di capire qual è il livello raggiunto da scuole e istituti.

Pur non essendoci un voto per l’alunno, e pur non facendo media con gli altri voti, la prova iNVALSI rappresenta comunque un momento importante per l’alunno, perché gli permette di mettersi alla prova e comprendere se ci sono dei margini di miglioramento. Non solo all’alunno ma anche ai genitori.

Prove facilitate, per alunni disabili

Ogni anno, generalmente con una nota congiunta, Ministero dell’Istruzione e INVALSI specificano le modalità di partecipazione al test per gli alunni disabili o comunque con Bisogni Educativi Speciali (BES). Lo scopo è che la prova iNVALSI non rappresenti un disagio per i bambini e ragazzi.

Ogni scuola decide in autonomia, in base alla sua situazione, se includere o meno nelle rilevazioni nazionali, anche gli studenti che hanno particolari problemi. Se la scuola decide di includerli, i risultati comunque non fanno media con gli altri.

Gli alunni con DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) partecipano ai test INVALSI seguendo le indicazioni del proprio PDP – Piano Didattico Personalizzato. Se necessario, all’alunno con DSA è consentito usare strumenti aggiuntivi quali, per esempio, dizionario, calcolatrice, audio-cuffia, oppure è consentito un tempo maggiore per lo svolgimento della prova.

Retribuzione docenti

Compiti dei docenti sono quelli di somministrare le prove, controllare il corretto svolgimento della sessione, inserire le risposte alle prove su un modulo predisposto telematicamente da INVALSI. Il docente in questo frangente prende il nome di osservatore. All’osservatore spetta il seguente compenso.

  • 200 euro a classe, in caso di II elementare;
  • 350 euro, in caso di V elementare o III media;
  • 200 euro, in caso di II scuola superiore;
  • 350 euro in caso di V superiore.

Valutazione studenti

I test INVALSI non servono a valutare singolarmente lo studente, ma a capire il livello della classe, per permettere a INVALSI e al MIUR di capire qual è il livello di apprendimento delle classi in Italia.

Infatti i risultati degli INVALSI non sono rappresentati in voti, ma in livelli, che appunto definiscono capacità e competenze raggiunte dal gruppo, in generale.