Il tutor è una figura che accomuna la conoscenza di contenuti con empatia, capacità di ascolto e supervisione. Aiuta l’allievo a sviluppare le sue competenze e potenzialità, lo guida fino al punto in cui diventa indipendente, autonomo.

In questa guida completa sul tutor anno di prova, ti spiego chi è e cosa fa questa figura professionale che affianca i neoassunti durante il loro anno di prova, i compiti, chi può farlo, i requisiti per diventarlo, gli anni di servizio necessari, il compenso previsto, infine come funziona in caso di neoassunto part time.

Chi è e cosa fa

I docenti neoassunti, devono superare il cosiddetto “anno di prova”: esso consiste in un periodo di 180 giorni, nei quali dimostrano e potenziano le proprie competenze. Il periodo di prova parte dal momento dell’assunzione.

Durante l’anno di prova, c’è una figura di grande rilevanza che sostiene il docente neo assunto: il tutor. Questo profilo accompagna l’insegnante durante tutto il suo percorso di prova e formazione.

Requisiti

Come sancito dall’art. 12 del D.M. n. 850/2015, per diventare tutor devi essere un docente:

  1. della stessa classe di concorso dell’insegnante appena immesso in ruolo.
  2. Se non fattibile, devi avere almeno una classe di concorso affine (quindi rientrante nella stessa area disciplinare) del neoassunto.

Esempio

Se c’è un insegnante di filosofia neo assunto, allora il tutor deve essere egli stesso un insegnante di filosofia. Se non c’è un insegnante di filosofia disponibile, allora il tutor va nominato tra gli insegnanti dell’area linguistica-umanistica. Il dirigente che nomina un tutor di una classe di concorso solo affine a quella del docente neoassunto, deve motivare la sua scelta nell’atto di nomina.

Chi può farlo

Il tutor deve essere preferibilmente della stessa classe di concorso del neoassunto, altrimenti può essere di una classe di concorso affine, come spiegato nel paragrafo precedente.

Il dirigente scolastico è la persona preposta a nominare il tutor. Se il dirigente non trova una persona della stessa classe di concorso, deve nominarne una che sia almeno della stessa area didattica.

Per fare il tutor però, non bastano queste competenze “tecniche”. E’ importante che il tutor possieda, oltre alle competenze culturali, anche una buona propensione all’attività di tutoraggio, capacità di ascolto, counseling e supervisione delle figure professionali.

Fare il tutor infatti significa accompagnare un insegnante che sta segnando i suoi primi passi, dunque anche tra dubbi e incertezze, al fine di ottimizzare il periodo di prova e concluderlo nel migliore dei modi.

Anni di ruolo

Alcuni docenti neoassunti, si chiedono se sia permesso proporre al dirigente scolastico un tutor che abbia pochi anni di servizio. Per esempio, avere tutor un docente che ha concluso l’anno di prova da meno di cinque anni, o addirittura solo l’anno precedente.

Non c’è alcuna norma che vieti di nominare un tutor che abbia almeno 5 anni di servizio: dunque il dirigente scolastico può nominare anche un tutor che ha completato il periodo di prova l’anno precedente.

Compenso

Il tutore di un docente in anno di prova, percepisce un compenso pari a 30 euro orari lordi. Essendo un compenso lordo, il netto è quindi più basso: per arrivare al compenso netto, bisogna sottrarre contributi INPDAP, Fondo Credito e IRPEF.

Retribuzione netta

Non esiste un importo preciso, dipende dalla situazione di ognuno, dalle aliquote IRPEF nazionali e locali. Giusto per avere un’idea, il compenso netto si aggira attorno ai 15/20 euro orari.

Part time

Il docente appena immesso in ruolo che devi seguire in qualità di tutor, ha optato per il servizio part time. Ti stai quindi chiedendo se i suoi 180 giorni di prova siano riproporzionati in base al suo orario.

La risposta è affermativa: l’anno di prova subisce un ricalcolo in proporzione all’orario lavorativo del docente, quindi farai meno ore di tutoraggio rispetto a un tutor che deve seguire un docente full time.

Sostegno

Gli insegnanti di sostegno sono dei docenti in possesso di una particolare abilitazione, che li rende idonei a insegnare ad allievi con disturbi o disabilità.

Se il docente neoassunto è un insegnante di sostegno, allora il tutor dell’anno di prova deve possedere la stessa abilitazione per l’insegnamento al sostegno.

Compiti

Le mansioni. Il tutor ha i seguenti compiti (D.M. n. 850/2015):

  1. Accoglie il docente neoassunto nell’istituto scolastico e lo accompagna durante il suo periodo di prova e formazione;
  2. Collabora con il dirigente scolastico nel gestire formazione e supervisione del neoassunto;
  3. Collabora con il neoassunto nella redazione del bilancio delle competenze (in questa guida trovi tutte le informazioni sul bilancio delle competenze);
  4. Promuove la partecipazione del neoassunto in tutte le attività scolastiche collegate al suo ruolo;
  5. Rappresenta un punto di riferimento per il neoassunto, quindi lo ascolta, svolge il ruolo di consulente, allo scopo di ottimizzare il percorso di prova;
  6. Compila la piattaforma INDIRE: deve associare l’insegnante che segue; compilare il questionario e infine scarica l’attestato che documenta l’attività di tutor;
  7. Partecipa alle lezioni del neoassunto, lo osserva e a sua volta è osservato dal neoassunto, in modo da cogliere i margini di miglioramento. I momenti di osservazione sono reciprocamente concordati e rappresentano una parte molto importante del periodo di prova e formazione del nuovo insegnante;
  8. Collabora nella prosecuzione delle attività del neoassunto, offre suggerimenti, spunti, metodi e strategie per potenziare le sue competenze;
  9. Infine, durante la fase di valutazione finale dei docenti, è membro del Comitato di valutazione.

Il tutor quindi, è una figura estremamente importante per il neoassunto, rappresenta il suo punto di riferimento: è la figura che lo accoglie, lo accompagna e lo forma per terminare il percorso nel modo migliore possibile.

Lo scopo dell’anno di prova, è quello di formare un docente completo, capace di svolgere il suo ruolo al massimo delle potenzialità. L’anno di prova, è quindi una fase cruciale per il neoassunto e si può concludere positivamente, ma anche negativamente.

In genere l’anno di prova si conclude in modo positivo: la scuola conferma il docente, che quindi assume il ruolo a pieno titolo. Tuttavia, in casi particolarmente gravi, può concludersi anche negativamente: in questo caso la scuola non licenzia il docente, quest’ultimo può chiedere di ripetere l’anno di prova.