Hai deciso di cambiare vita: sei stanco del lavoro in ufficio, chiuso tra quattro mura. Vorresti un lavoro che ti permetta di stare a contatto con la natura, con l’aria, all’aperto. Hai deciso di produrre e vendere olio extravergine di oliva e vuoi che sia il migliore sulla piazza.
In questa guida completa su come vendere olio di oliva di propria produzione, i costi da considerare per intraprendere questa attività, le autorizzazioni per vendere, la normativa sulla vendita ai privati e le norme sanitarie da rispettare, infine come vendere olio senza partita IVA, quando e come è possibile.
Indice
Trasforma l’olio di oliva in un business
Ogni giorno le persone ricevono email pubblicitarie da diversi produttori che dicono di produrre il miglior olio d’oliva puro al 100%, ecc. Probabilmente sai già che l’olio d’oliva è un tipo di olio molto particolare e produrne uno davvero buono richiede attenzione e mani professionali.
Come per ogni nuova attività economica, spirito imprenditoriale ed entusiasmo sono le basi per iniziare. Ma per trasformare la tua passione in un’attività redditizia, devi progettare bene la tua attività. E soprattutto sapere a chi vuoi venderlo.
Tanti aspiranti e nuovi imprenditori del settore, alla domanda su a chi intendono vendere e dove lo distribuiranno, fanno scena muta, non hanno risposte. Fa che non sia il tuo caso!
Ecco alcuni consigli e questioni da considerare prima di intraprendere un business nel settore dell’olio extravergine di oliva:
- Scegli il nome della tua azienda;
- Scegli la struttura organizzativa (ditta individuale, società di persone o di capitali);
- Se siete in società, sarebbe molto utile avere un socio con esperienza nel settore;
- Decidi chi saranno i tuoi clienti target (vendita online, ristoranti, supermercati, famiglie, ecc.) e che caratteristiche hanno (persone attente alla salute, alla tutela dell’ambiente, attende al risparmio, ecc.).
Ecco inoltre alcune domande importanti a cui devi dare una risposta prima di intraprendere la tua attività:
- Quali sono le filosofie che guideranno la tua azienda?
- Chi sono i concorrenti più grandi e importanti? Quali sono i loro prodotti e cosa fanno per differenziarsi?
- Quali problemi sta riscontrando il settore? Per esempio si è ridotta la qualità dell’olio, oppure si è ridotta la domanda, ecc.;
- Ci sono fattori nazionali e internazionali che influenzano il settore?
- Quali tendenze allo stato attuale sono importanti nel tuo mercato?
- Cosa spingerà le persona a comprare il tuo olio? Il prezzo, la bottiglia, il sapore, il colore, l’etichetta, il passaparola?
Obiettivi e breve e lungo termine
Un buon piano aziendale considera obiettivi a breve termine (1-2 anni) e a lungo termine (oltre 5 anni). Il piano a breve termine è quello che ti permette di entrare nel mercato e creare la tua fetta di clientela. Il piano a lungo termine invece, è quello che ti permette di essere ancora sul mercato tra cinque anni.
Come fare
Ora passiamo alla parte pratica: come produrre e poi vendere il tuo olio. Hai varie possibilità:
- Comprare le olive e lavorarle presso il tuo oleificio;
- Comprare le olive e lavorarle presso un oleificio esterno;
- Coltivare le tue olive, quindi usare un oleificio esterno per produrre l’olio;
- Coltivare le tue olive e trasformarle in olio nel tuo oleificio.
Ognuna di queste situazioni è diversa e, in base alla tua scelta, il tuo lavoro può essere più o meno complesso, ma anche più o meno soddisfacente. Tutto dipende da tempo e risorse che desideri dedicare a questa attività.
Ci sono inoltre molti oleifici che comprano olive. Se quindi hai una piantagione di olive, ma non hai tempo o voglia di dedicarti all’intera produzione di olio, puoi vendere le tue olive a un oleificio. Consulta le strutture della tua zona, per sapere chi predilige questo tipo di acquisti.
Puoi usare questa possibilità anche a periodi alterni, quando per esempio sai che quest’anno non avrai la possibilità di dedicarti alla produzione, oppure se hai avuto un grosso raccolto e quindi una parte vuoi tenerla tu e una parte vuoi venderla.
Costi da considerare
Se hai deciso di vendere olio di tua produzione, questi sono i costi che devi considerare:
- Spese del frutteto; che non sono solo quelle di acqua ed eventuali insetticidi, ma anche le spese in conto capitale (attrezzature per la manutenzione);
- Spese di lavoro, inclusi salari, compensi per operai, assicurazione, contributi, tasse;
- Spese straordinarie per eventi eccezionali legati all’agricoltura (ad es. insetti infestanti, congelamento precoce, ecc.);
- Spese per la macinazione;
- Eventuali spese per test e certificazione del prodotto;
- Spese di immagazzinaggio, compreso affitto, contenitori.
A questi si aggiungono le tasse e le spese per il commercialista che ti tiene la contabilità. Per quanto riguarda le tasse, esiste un regime di esonero valido per l’agricoltura, che ti permette di usufruire di alcuni importanti vantaggi, sia in senso fiscale che in senso strettamente contabile.
In questa guida puoi conoscere tutti gli aspetti, fiscali e burocratici, di una partita IVA agricola.
Autorizzazioni per vendere
Per vendere olio di oliva occorre:
- Aprire partita IVA come azienda agricola. Essendo all’inizio, è probabile che le vendite non siano subito tantissime. Se le vendite non superano i 7.000 euro, puoi usufruire del regime di esonero agricoltura: grazie a questo regime non devi tenere contabilità né emettere fatture (basta una ricevuta fiscale se vendi ai privati, oppure l’autofattura se vendi a un commerciante). Inoltre, grazie al regime di esonero paghi le tasse solo sul reddito agrario e dominicale.
- La specifica autorizzazione rilasciata dal comune in cui ha sede la tua attività. Puoi chiedere direttamente informazioni al comune, in merito al modulo di domanda e i tempi di consegna. Ogni comune infatti potrebbe avere un suo modulo specifico da compilare e consegnare. Dopo aver presentato la tua domanda, il comune deve rispondere entro 15 giorni, con un’autorizzazione da parte del sindaco. Se non ricevi risposta dopo 15 giorni, puoi comunque iniziare a vendere il tuo olio extravergine al minuto.
Normativa
Ricorda che, se vendi a consumatori finali, sono ammessi contenitori di olio fino a un massimo di 5 litri (non oltre) e con sistema di chiusura sigillo che mostra se è già stato aperto o no, i classici sigilli di sicurezza (Regolamento CE n. 1019/02).
Inoltre ricorda che esiste anche una normativa sanitaria a cui devi rispondere per la produzione di olio proprio. Le regole da rispettare sono contenute nel D.Lgs. n. 193/2007 (in attuazione della Direttiva 2004/41/CE e regolamenti connessi).
Senza partita IVA
La partita IVA serve in caso di vendita professionale. Se quindi della vendita del tuo olio intendi farne una professione continuativa, allora devi aprirla, con tutti i costi che ne conseguono. Non c’è scampo: l’attività imprenditoriale, che sia agricola o industriale o commerciale, necessita di partita IVA.
Se invece desideri dedicarti a questa attività in modo solo occasionale (casuale, senza regolarità alcuna), allora puoi evitare di aprire partita IVA. Se per esempio produci olio per la tua famiglia e vendi solo quello che ti avanza, non sei obbligato ad aprire una posizione IVA ed emettere fatture: per documentare la vendita, puoi emettere una semplice ricevuta occasionale.