L’Agenzia delle Entrate riceve costantemente richieste di rimborso di tasse oppure di crediti in compensazione. L’Agenzia chiaramente effettua dei controlli su queste richieste e per velocizzarli, permette direttamente al commercialista di effettuare il controllo. Costui, dopo aver eseguito i dovuti controlli, appone il visto di conformità con cui appunto dichiara che i documenti corrispondono a quanto dichiarato.
In questa guida completa sul visto di conformità ti spiego cos’è e come funziona, a cosa serve, oltre quale importo limite è obbligatorio, come funziona per il credito IVA, ti fornisco dei fac simile di check list per IVA, IRPEF, IRES, cosa succede quando chi appone il visto non è il commercialista che tiene la contabilità ma un intermediario diverso ed infine qual è l’onorario per apposizione, in media, praticato dai commercialisti.
Indice
Cos’è e come funziona
Il visto di conformità, detto anche visto leggero è un’attestazione che il consulente fiscale invia all’Agenzia delle Entrate insieme alla dichiarazione dei redditi del suo cliente.
Quindi, insieme al 730 (o modello Unico) l’Agenzia delle Entrate riceve questo visto di conformità. I consulenti fiscali che possono chiedere l’abilitazione a rilasciare il visto di conformità sono i commercialisti, i CAF, i consulenti del lavoro, i periti ed esperti che risultano iscritti alla C.C.I.A. alla data del 30/09/1993.
Attenzione
Non tutti i consulenti fiscali sono abilitati a rilasciare il visto di conformità, ma solo coloro che fanno apposita richiesta all’Agenzia delle Entrate. Tramite questo servizio online dell’Agenzia delle Entrate puoi consultare l’elenco professionisti abilitati al rilascio del visto di conformità presenti in tutto il territorio italiano.
Il visto di conformità, in parole semplici, è la firma dell’intermediario e l’indicazione del suo codice fiscale in un apposito quadro della dichiarazione.
A cosa serve
Grazie al visto di conformità, il consulente fiscale:
- Garantisce il cliente del corretto assolvimento di alcuni vincoli fiscali;
- Agevola l’Agenzia delle Entrate nell’attività di controllo, in quanto effettua egli stesso il controllo sulla dichiarazione;
- Combatte il fenomeno delle compensazioni di crediti inesistenti;
- Semplifica la richiesta rimborsi IVA.
Per essere abilitato a rilasciare il visto di conformità, l’intermediario deve fare apposita richiesta all’Agenzia delle Entrate, tramite questi modelli:
- Fac simile richiesta facoltà di rilasciare il visto sulle dichiarazioni – pdf;
- Fac simile da usare dagli intermediari che svolgono l’attività in studi associati;
- Fac simile da usare dagli intermediari che svolgono l’attività in una società di servizi;
- Fac simile da usare dagli intermediari dipendenti di una società di cui all’art. 2 del D.D. 18/02/99;
- Autocertificazione.
IVA
Per apporre il visto di conformità, l’intermediario controlla:
- La corretta tenuta delle scritture contabili obbligatorie;
- La coincidenza dei dati delle scritture contabili con la relativa documentazione;
- La coincidenza dei dati della dichiarazione con quello che risulta dalle scritture contabili;
- L’esattezza formale della dichiarazione.
È chiaro che se chi appone il visto, è lo stesso commercialista che tiene la contabilità dell’azienda, si trova molto avvantaggiato nel controllo, perché conosce già tutti i documenti del suo cliente. E infatti come vedremo poi nell’ultimo paragrafo, il costo per apposizione del visto è inferiore rispetto a chi invece deve rivolgersi a un commercialista diverso dal proprio.
Credito IVA
Per compensare su modello F24 dei crediti IVA maggiori di 5.000 euro annui (Legge n.96/2017), la dichiarazione annuale deve contenere il visto di conformità di un intermediario abilitato.
Sono esonerati dal visto di conformità:
- Richieste di rimborso IVA annuali e infrannuali (trimestrali, ecc.). Se un contribuente cosiddetto “virtuoso” chiede un rimborso di oltre 30 mila euro e chiede anche l’esonero dalla polizza fidejussoria, deve presentare la dichiarazione o istanza (trimestrale) con visto di conformità e la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà (art. 47 DPR 445/2000). Si appone un unico visto di conformità che vale quindi sia per la compensazione che per il rimborso. In caso di credito IVA chiesto in compensazione e a rimborso, il limite si calcola distintamente;
- Compensazioni su F24 di crediti IVA annuali fino a 5.000 euro annui;
- Compensazioni su F24 di crediti IVA infrannuali fino a 5.000 euro per tutti i modelli TR presentati durante l’anno;
- Compensazioni di crediti IVA annuali e infrannuali con debiti di IVA (compensazione verticale).
Check list
Affinché l’intermediario abilitato possa apporre il visto di conformità, il cliente deve consegnargli tutti i documenti necessari perché esegua i dovuti controlli.
Attenzione
L’intermediario che rilascia il visto di conformità deve conservare una copia dei documenti controllati, oltre alla check list dei controlli eseguiti.
Di seguito puoi scaricare:
- L’allegato A della circolare 28/E/2014, che elenca tutti i controlli che l’intermediario deve fare per applicare il visto di conformità;
- La circolare completa;
- Una check list IVA in formato editabile;
- Una check list in formato editabile per IRPEF, IRAP, IRES, quindi per le dichiarazioni 770, Unico PF, Unico SP, Unico SC.
Scarica l’allegato A della circolare 28/E/2014 – contiene l’elenco dei controlli che l’intermediario effettua per rilasciare il visto di conformità.
Scarica la circolare 28/E/2014 Agenzia delle Entrate completa.
Scarica subito la check lista predisposta dall Commissione IVA del CNDCEC (Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili).
Scarica subito la check list redatta dall’ODCEC di Milano.
Intermediario diverso
Apponendo il visto, l’intermediario dichiara implicitamente che tenuta e predisposizione della dichiarazione sono eseguite sotto il suo controllo e responsabilità (circolare Agenzia delle Entrate n. 57/E/2009).
Di solito avviene che il professionista che appone il visto è lo stesso che segue l’azienda nella contabilità. Ci sono però aziende che hanno commercialisti non abilitati all’apposizione del visto. In tal caso devono quindi rivolgersi a un intermediario diverso dal solito.
In questo caso per l’apposizione del visto, l’azienda deve rivolgersi a un intermediario terzo. Costui però non può limitarsi a porre il visto: deve occuparsi personalmente anche di predisporre la dichiarazione. Non può assolutamente apporre il visto su una dichiarazione predisposta da un altro professionista!
Attenzione
L’apposizione di visto su una dichiarazione non predisposta personalmente è invalida!
Onorario per apposizione
Quanto costa il visto di conformità. L’apposizione del visto dipende da vari fattori: dall’ammontare del credito, dalla tipologia di cliente (se tiene la contabilità da sé oppure la tiene presso l’intermediario che apporrà il visto o presso altro intermediario).
È chiaro che se il contribuente detiene la contabilità presso un altro consulente, allora il prezzo sale perché chi apporrà il visto dovrà controllare una contabilità intera che non conosce, perché tenuta da altri.
Tariffa. I prezzi medi praticati sono i seguenti:
Tipo di credito | Clienti a cui lo studio tiene la contabilità | Clienti a cui lo studio non tiene la contabilità |
---|---|---|
IVA | Da 150 a 300 euro | 1% del credito, con un minimo di circa 400 euro e un massimo di 8.000 euro (il costo va valutato caso per caso in base ai documenti da controllare) |
Altri crediti |
| 1% del credito, con un minimo di circa 150 euro e un massimo di 6.000 euro (il costo va valutato caso per caso in base ai documenti da controllare) |
Fonti:
- Agenzia delle Entrate: il visto di conformità;
- Circolare n. 57/2209 – Agenzia delle Entrate, limite di 5.000 euro